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Batman v Superman: Dawn of Justice – nei tuoi momenti più intimi

La pellicola è cominciata con un annuncio di Zack Snyder che ci chiedeva, gentilmente, di non fare spoiler. Non ne faremo, ma la domanda che vogliamo farci è: quali spoiler?
La nostra più grande paura si è avverata, la sola cosa che temevamo: se vi è capitato di vedere il final trailer della pellicola, avete visto tutto il film.
Anche se volessimo farvi degli spoiler, davvero, non potremmo. Magari ci riusciremmo dicendovi che succede in quella particolare scena in quel momento, ma comunque ciò non cambierebbe il fatto che la trama con tutti i suoi colpi di scena e tutte le battute migliori è già stata bruciata nel trailer.
Una trama apparentemente lineare, ma talmente infarcita di particolari avulsi da uscirne a brandelli, senza errori e buchi come Man of Steel certo, ma comunque fuori dalla sala comincerete a farvi le domande più disparate fino a rendervi conto che nemmeno i dettagli combaciano.
Perché Diana era lì? Perché le icone sulle cartelle? Perché Lex fa quello che fa? Perché la scena iniziale in Africa?
Ma andiamo con calma: la pellicola comincia benissimo, ti trascina subito nella trama senza perdere tempo e poi, poi arrivano i rallenty, continui, eterei e senza una motivazione. Se conoscete Snyder sapete che intendiamo. Così si avanza nella pellicola sperando che accada qualcosa, che non sia una lunga lamentela, un patchwork delle scene più “fighe” di decadi di fumetti fuse insieme.
Invece è così, gli appassionati se ne accorgeranno, ritroveranno scene rubacchiate qua e là dai fumetti del Cavaliere Oscuro e Superman rimesse in atto senza lo spessore che richiedevano. Allora torniamo a chiederci, perché?
Decenni di storie condensate in due ore e mezza verso una crisi. Avete letto bene. 
Doomsday, si vede nel trailer, porta la lite verso un rave party, scene talmente costruite e legnose che paiono scaturite da un picchia-duro al neon, le esplosioni di raggi e laser coprono in maniera maliziosa il combattimento e finiremo per vedere ben poco di quello che stavamo aspettando.
Una mera scusa di sceneggiatura per fare alleare i "ragazzi", una scusa che non durerà nemmeno due minuti.
La vostra mente volerà quindi verso la pellicola precedente, il regista non pare aver imparato dai suoi errori e noi ci speravamo sul serio.
Sarà dura da digerire anche se non conoscerete niente del fantastico e ben costruito mondo DC.
La pellicola ha almeno mezza dozzina di finali imbastiti sulla sicurezza che lo spettatore avrà instaurato dell'empatia con i personaggi, connessione che non esiste, il finale dovrebbe portare lo spettatore verso un insegnamento, un moto emozionale che il regista non riesce a instaurare.
La pesantezza dei trailer, purtroppo, è esplosa con una conferma, ma a differenza di Man of Steel qualcosa di buono, e anche più di buono, c'è.
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Parliamo di Lex, nonostante la trama lo schiacci nella banalità (capirete che intendiamo quando spiegherà perché se la prende con Superman, sul tetto, al finale) viene portato sullo schermo da un ottimo Eisenberg, impegnato e schizzato.
Alfred, con Jeremy Irons non avevamo da preoccuparci e, infatti, è il personaggio ancora, il punto fermo della narrazione legata a Batman.
Poi c'è Batman, il redattore che scrive era poco convinto dalla scelta di casting ma, lentamente, si è lasciato incuriosire per uscire poi convinto dalla sala.
Affleck vince, riuscendo a portarci uno dei migliori Batman cinematografici mai visti (nonostante uccida sgherri a destra e a sinistra), un connubio fra i videogame Rocksteady Arkham e Miller.
Il personaggio più riuscito della pellicola proprio perché è l'unico che ha delle motivazioni per fare quello che fa, quando uscirete dalla sala vi invitiamo a domandarvi “perché lo sta facendo?” per ogni personaggio sullo schermo, non riuscirete sempre a rispondere con facilità.
Come ad esempio Wonder Woman, la sua presenza rimane totalmente indifferente allo svilupparsi della trama e così il suo modo di agire.
Ma tornando ad Affleck, in particolare il suo Wayne risulta davvero convincente, riportandoci alla memoria il Bruce della nostra infanzia visto nella serie cartoon, quello vestito marrone tono su tono.
Noterete anche la differenza fra la scena d'azione dedicata al cavaliere in rapporto a quella finale con i metaumani, molto più dinamica e registicamente appagante. Per questo Batman riesce a battere Superman (e questo Kal lo ricorderà per sempre, nei suoi momenti più intimi). 
Una vera sorpresa che lascia ben sperare per Suicide Squad e che monta la voglia di un film stand alone, Batman è il lato oscuro, ma più solido di Dawn of Justice.
In conclusione Dawn of Justice risulta un prodotto affrettato, una pellicola che sembra voler a tutti i costi un sequel, che non riesce a reggersi in piedi da sola, ma vuole solamente dire “abbiamo una continuity”, ci stiamo arrivando.
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