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Consigli di etichetta per evitare di diventare Joffrey

Se avete letto i libri di G.R.R. Martin sapete a cosa va incontro un nobile, se non avete lignaggio reale però potete comprare o meritarvi i titoli sul campo e, una volta, "coronati" dovrete sopravvivere. Ecco il modo più facile di diventare nobili e evitare la morte.
Come già sapete parte della redazione è stata insignita di titoli nobiliari dal principe di Sealand quindi dateci retta! 
Sua Altezza Reale Michael Bates, il principe reggente di Sealand, dall'alto della sua lungimiranza ha disposto affinché ciascuno di voi possa, a prescindere dalla propria nazionalità ed estrazione sociale, assurgere alla nobiltà del principato. Basta andare qui e scegliere qual è il titolo che preferite fra Lord, Barone e Conte (quest'ultimo è una novità recentissima), e l'attestato nobiliare vi arriverà a casa. Certo, c'è un prezzo da pagare, il che farebbe di voi dei semplici nobili di toga, ben diversi da coloro che si sono conquistati il proprio posto nell'aristocrazia con azioni sul campo, ma non sottilizziamo: la questione è che per pochi soldi potreste trovarvi seduti allo stesso tavolo con marchesi, duchi, perfino re. Eh sì, perchè uno dei due privilegi dell'essere titolati dal Principato di Sealand è proprio questo: ogniqualvolta il Principe o il Principe Reggente indicono una cena o un evento mondano in qualunque parte del globo si è automaticamente invitati a partecipare. Notevole. Il nostro compito quest'oggi è darvi delle indicazioni di massima rispetto alle possibili figure nobiliari a cui potreste sedere accanto. Come dite? Qual è l'altro privilegio? Mmh. Ve lo diciamo alla fine dell'articolo.
Iniziamo dall'alto. La figura in assoluto più importante è l'imperatore (meglio detto il Sacro Imperatore Romano), la più alta autorità laica concepita e concepibile. Nasce, sia concettualmente sia istituzionalmente, con l'incoronazione di Carlo Magno il giorno di natale dell'anno 800. L'imperatore era, nelle intenzioni, il continuatore della serie degli imperatori romani (d'occidente), stavolta investito anche del compito di difendere la cristianità. Era una carica sovranazionale e almeno teoricamente tutti i regni d'Europa erano soggetti alla sua autorità. La carica era tecnicamente elettiva: alla morte di un imperatore i Principi Elettori potevano scegliere chiunque ritenessero adatto. Nella realtà dei fatti però, la carica era normalmente ereditaria e l'azione degli Elettori si riduceva alla gestione di eventuali crisi di successione. Insomma, se sedete al tavolo con un Sacro Imperatore Romano abbiate cura di essere opportunamente deferenti.
Al di sotto troviamo i re. La carica di re nasce indipendentemente in molti contesti differenti: i re di Roma, con le loro scarpette rosse, i re di Sparta, che non erano nient'altro che i capi supremi dell'esercito e quelli di Atene, i Basilei, che col tempo si ridussero ad essere esclusivamente delle cariche religiose. Quelli che interessano a noi però, ossia i re che ancora gigioneggiano in giro per il mondo, derivano dai capi dei cosiddetti “regni romano-barbarici”, nati un po' ovunque a ridosso del crollo dell'Impero Romano (d'occidente). A capo di questi regni vi erano, appunto, i re. La cosa interessante è che essi non erano re di questo o quel regno, cioè questo o quel territorio, bensì di popoli: fino al medioevo inoltrato non esisteva alcun “re di Francia”, ma solo un “re dei Francesi”. Questo sistema ha retto finchè i confini dei territori abitati dai vari popoli erano incerti e ballerini. Col passare del tempo questi confini si fecero sempre più chiari e i popoli sempre più radicati da rendere preferibile la dicitura “re del tal regno”. Fatti salvi l'imperatore e il papa, il re è la più alta autorità del proprio regno, ovviamente. E' d'uopo che anche con lui sappiate essere ossequiosi al punto giusto.
Un'altra carica che nasce dal crogiolo dei regni romano-barbarici è quella di duca. L'etimologia è chiara: dux, in latino, è colui che conduce, che guida. Il duca, o duce, è appunto la guida di un popolo. In particolare erano i Longobardi ad aver scelto come massima carica quella di duca. Funzionalmente non era per nulla diverso dal re, tuttavia successivamente la frammentazione del grande regno longobardo in diversi ducati (con a capo diversi duchi) ha fatto sì che il titolo perdesse di prestigio rispetto a re. Rimane comunque una delle più alte cariche della nobiltà europea, ancora oggi.
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La carica di conte ha una storia interessante. Il titolo viene istituito da Carlo Magno: l'imperatore aveva necessità di amministrare il suo vasto dominio e quindi creò una grande casta di funzionari che agisse in suo nome nei territori dell'impero, amministrando capillarmente la giustizia e soprattutto riscuotendo le tasse e facendo quadrare i conti. Le contee erano le regioni amministrative in cui era stato suddiviso l'impero e i conti non erano altro che dei funzionari pubblici. Quando il potere dell'imperatore (e poi dei re di Francia) si indebolì, la dialettica che univa il potere centrale ai conti, ossia il rapporto di “rappresentato e rappresentante”, venne progressivamente meno. I conti si trovarono ad esercitare i loro poteri non più in nome di un'autorità superiore, ma semplicemente in virtù della loro carica, che divenne ereditaria e sempre più influente. 
Strettamente legata ai conti è la carica di marchese. Le “marche” non erano altro che raggruppamenti di due o più contee di confine, situate in zone particolarmente calde, che si riteneva essere utile affidare ad una sola persona che le coordinasse in maniera coerente. Il marchese era un “arciconte”, nello stesso modo in cui un arcivescovo gestisce un gruppo di diocesi ciascuna affidata ad un vescovo. 
Il ruolo di barone invece, è meno definito. Il termine viene dal latino tardo e significa guerriero. La carica di barone è un titolo onorifico, senza necessariamente una connotazione precisa. E' stato usato prevalentemente in Inghilterra, dove assumeva il significato di aristocratico, titolato, assegnatario di un feudo. Attualmente il Regno Unito, che possiede un dettagliatissimo elenco della gerarchia dei titoli nobiliari, la Parìa (occhio: non pària!) del Regno Unito. In essa i baroni occupano il gradino più basso dei titolati considerati pari del Regno (al di sotto dei quali ci sono i baronetti e i cavalieri).
Un'ultima parola sulla carica di principe, che ci tocca molto da vicino: non commettete l'ingenuo errore di pensare che i principi siano i figli dei re. Intendiamoci: lo sono. Di solito. Non sempre però. Quella di principe è una carica che si regge sulle proprie gambe. Nasce in ambito romano, dapprima designando il leader informale del senato (princeps, letteralmente, è colui che prende posto per primo), poi trasformandosi nel termine per indicare la carica di imperatore. Da qui, la carica è sopravvissuta soprattutto in ambito germanico, dove spesso è dotata di poteri equivalenti a quelli di un re. Quindi quando parlerete con un principe evitate di chiedergli dov'è il babbo. Non sarebbe carino.
E questo è tutto. Usate questa guida per sapere come comportarvi nelle vostre cene di gala per scegliere se cedere il vostro posto ad una duchessa o ad una baronessa e per far vedere come siete eruditi. Ah, giusto, volete sapere l'altro privilegio che deriva dall'essere un nobile di Sealand. Beh, è semplice: qualora il Principato andasse in guerra contro qualcuno, tutti i lord, i baroni e i conti di Sealand sono tenuti a combattere per il proprio principe. Carino, eh?

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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