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Firefly: The ballad of Serenity

È il silenzio.
Nello spazio profondo non si odono il rombo dei motori, le esplosioni assordanti o le urla disperate; nel cielo infinito è pace.
Sembrerà strano ma è proprio questa la prima cosa che ci ha colpiti di Firefly, la serie televisiva andata in onda nel 2002. Dopo una sequela infinita di universi incredibilmente rumorosi, Whedon (sì quello di The Avengers e Buffy) ha eliminato i suoni, sostituendoli con una colonna sonora azzeccatissima.
E così abbiamo cominciato a divorare una puntata dopo l'altra, entrando a far parte dell'equipaggio della Serenity, nave da cargo classe Firefly, scoprendo i personaggi, amandoli, odiandoli, cercando di capirli e di indossare i loro panni. Si sperava di avere più di una stagione, più di quindici episodi per conoscerli meglio e viaggiare con loro e invece così non è stato.
Tutto finisce prima o poi.
I momenti belli, quelli brutti, le notti insonni in cui fissi lo schermo del pc per scoprire se lì si sono nascosti i sogni e le giornate indimenticabili, quelle in cui scruti il sole sperando che non cali. 
Proprio quando eravamo entrati nei meccanismi narrativi, avevamo imparato quasi a memoria la ballata che introduceva le puntate, la serie è stata cancellata, nell'insoddisfazione da parte degli intenditori che già allora avevano compreso il potenziale del cast. 
Il capitano Malcom Reynolds non ha neanche fatto in tempo a uscire di scena con un inchino o un'ultima sagace battuta.
Fortunatamente dopo qualche anno, più precisamente nel 2005, con uno sforzo comune i protagonisti hanno messo insieme un film per salutare la chiusura della serie, le ultime parole per dare una fine migliore a una parte della loro carriera a cui si erano molto affezionati.
Quanto ci sono mancate le scorribande di quel gruppo che sembra così male assortito ma che in realtà si incastrava alla perfezione, completandosi? In quell'atmosfera western, sporcata di influenze asiatiche, in un mondo fantascientifico, un miscuglio strano ma che funzionava alla perfezione.
Per sapere di Inara, e del suo lavoro da “accompagnatrice”, di Wash e Zoe coppia curiosa ma perfetta, dei due fratelli Tam sempre in fuga e di Kaylee e la sua empatia con tutto ciò che ha a che fare con motori e bulloni.
Ma, di nuovo, non poteva finire così, per nessuno. C'erano ancora troppe cose da raccontare, avventure da vivere, segreti da svelare e per questo sono stati creati i fumetti: volumi sparsi negli anni, che sono stati letti, riletti e consumati.
Ed ora, nel 2012, dopo la reunion del cast al Comic- Con, tra le lacrime del regista e l'emozione dei fan, un'altra reunion, quella di tutti i fumetti che hanno seguito la serie tanto amata: Serenity, 256 pagine a colori, in uscita il 26 luglio.
Se volete scoprire il passato del misterioso pastore Book non dovete fare altro che aprire le pagine dell'omnibus che edizioni Bd è pronta a fornirci, e leggere “Il racconto del pastore”, così come le storie che seguono il film come “Il varo”, oltre quelle ambientate durante la serie. Disegni di Adam Hughes e Will Conrad e  sceneggiatura scritta a quattro mani dallo stesso Whedon, che certo non aveva intenzione di abbandonare la sua creatura, insieme a  Brett Matthews; una lettura davvero piacevole, un po' nostalgica e sempre avvincente. Una scusa (come un'altra) per chi non ha ancora visto la serie per rimettersi in pari!
Il tutto per continuare a volare sulla Serenity, che non è solo una nave, ma il decimo membro dell'equipaggio nonché un luogo da chiamare “casa”.

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