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Fullmetal Alchemist e i gravi errori dei live action

Eccoci qui per occuparci dell'ultimo live action approdato sui nostri schermi.
Lunedì 19 febbraio, Netflix, ha messo a disposizione il film “Fullmetal Alchemist” (鋼の錬金術師 ), uscito nelle sale giapponesi nel dicembre del 2017, tratto dall'omonimo fumetto di Arakawa Hiromu.
Decidere da dove cominciare per darne un giudizio obiettivo è davvero difficile.
Diciamo sempre che le varie produzioni dovrebbero essere esaminate singolarmente, senza fare troppi rimandi quindi cercheremo di farlo anche in questo caso.
O almeno separeremo la parte della critica costruttiva da quella della critica distruttiva di chi ha visto il lungometraggio conoscendo l'opera di partenza. 
La trama si svolge in maniera più o meno chiara, quando è necessario vengono spiegate le parti ostiche (forse in maniera anche troppo didascalica, ma sappiamo che è molto da mandare giù in due ore di film), facciamo conoscenza con i protagonisti e abbiamo un'idea del mondo in cui si svolge il tutto. 
Un mondo con una guerra alle spalle, in cui l'alchimia è correntemente praticata. Gli alchimisti sono sfruttati anche nell'esercito grazie alla loro capacità di manipolare i materiali, che può tornare utile in combattimento.
Al e Ed sono due fratelli con una tragica storia alle spalle. Da piccoli hanno tentato di riportare in vita la madre morta tramite una trasmutazione alchemica considerata tabù. Al seguito di ciò Ed, il maggiore, ha perso un braccio e una gamba, Al – il minore- ha perso il corpo e la sua coscienza è stata “legata” ad un'armatura, permettendogli così di muoversi e parlare.
Ora sono in cerca della fantomatica pietra filosofale che permetterà loro di recuperare il corpo di Al.
Interessante no? Ringraziamo Arakawa e Sori Fumihiko per aver lasciato almeno questa parte invariata.
Peccato che lo svolgimento sia un po' caotico, a volte, andando a concludere con una specie di battaglia finale raffazzonata per nulla coinvolgente. E lasciando troppe porte aperte e domande senza risposta.
La scelta degli attori è fatta in un'ottica sbagliata, come fanno spesso nei live action: sacrificano la qualità per la sensazionalità. Possiamo affermare con sicurezza che il migliore del gruppo, quanto a recitazione, è l'armatura parlante.. quella fatta in computer grafica.
Dovrebbe darvi un'idea del livello generale.
Yamada Ryosuke è un idol scelto per portare le ragazzine al cinema e, tenendo conto che è il protagonista, la sua incapacità recitativa va a influire su tutto il film. Idem per Honda Tsubasa (Winry) e soprattutto per Fujioka Dean (Roy Mustang) il cui personaggio dovrebbe avere, teoricamente dal ruolo che svolge, un gran carisma ma che si avvicina molto ad una sagoma di cartone.
Una menzione d'onore per Sato Ryuta che riesce a mantenere una performance decente e spicca tra gli altri. Meno male.
Nulla da dire sugli effetti speciali. CG, necessaria per ovvi motivi, gestita bene, non troppo “gommosa” né fastidiosa.
Forse l'unico elemento riuscito del tutto.
Un film che si può vedere senza troppe aspettative, aiuta a passare una serata in compagnia. Ricordate però, senza troppe aspettative.
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Ora permetteci il commento un po' più “sentimentale”.
Dov'è finita la figlia di Hughes?!
Che cos'hanno fatto alla trama??!
In quale universo potevano aspettarsi che un pastrocchio del genere funzionasse???!!
Maes Hughes senza una figlia di cui vantarsi perde metà del suo essere come personaggio. Rimane uno dei migliori e più apprezzabili ma comunque mancante di una parte fondamentale e del potere emotivo.
La velocità narrativa con cui sono arrivati ai vari elementi della storia è eccessiva,certo potenzialmente costretta dal tempo ristretto concesso per un film, ma questo ha voluto dire mettere il turbo e tagliare buona parte della trama con il risultato che molte cose interessanti non vengono nemmeno menzionate, così come bei personaggi (Armstrong? Havoc? La maestra Izumi?)  completamente eliminati.
La storia viene fatta a brandelli e poi incollata alla bell'e meglio lasciandoci increduli davanti allo scempio.
Gli homuncoli sono passabili, se ci riferiamo a Lust e Gluttony. Envy è invece terribile, l'attore è talmente pessimo che distrugge il suo ruolo appena compare. 
Per arrivare poi all'incidente ferroviario che è il finale.
Non sappiamo neanche da dove cominciare.
Caotico e banale. Lascia senza parole per il completo nonsense che si sono inventati per poter chiudere il film.
Avrebbero potuto pensare a qualcosa di più affine all'opera, avrebbe dato uno spessore maggiore.
Se siete fan del manga e/o dell'anime, risparmiatevi la sofferenza.
Oppure guardatelo con gli amici per inveire contro lo schermo.

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Un commento

  1. Dopo 5 minuti ho chiuso. Non ce la facevo a guardare. E l’armatura parlante in cg ha, a mio parere, la resa grafica di Roger Rabbit.

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