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Gioco dell’Anno e Gioco di Ruolo dell’Anno: come vengono scelti i vincitori?

In uno degli incontri più interessanti di Lucca Comics & Games le giurie dei prestigiosi giochi si raccontano

Il Gioco dell’Anno e il Gioco di Ruolo dell’Anno sono i due prestigiosi premi che Lucca Comics & Games assegna ogni anno a uno fra i moltissimi giochi da tavolo presentati in fiera, e a uno degli altrettanto numerosi giochi di ruolo. Si tratta di una ricorrenza che è ormai giunta alla settima edizione, la prima risale infatti al 2013. Abbiamo assistito a due interessanti panel in cui le due giurie del Gioco dell’Anno e del Gioco di Ruolo dell’Anno si sono raccontate e hanno illustrato i meccanismi dietro alla selezione di vincitori e finalisti, e i criteri secondo cui hanno operato la scelta finale.

Il Gioco dell’Anno

gioco dell'anno

Il riconoscimento non ha come obbiettivo premiare il “miglior” prodotto ludico dell’anno, cosa che sarebbe pressoché impossibile, o che darebbe risalto soltanto a un certo stile di giochi, i cosiddetti “cinghiali“, che offrono esperienze di gioco molto complesse, molto lunghe, molto soddisfacenti, ma che nascondono tutta questa innegabile qualità tecnica dietro una insormontabile barriera d’ingresso. Al contrario, l’idea dietro al Gioco dell’Anno è proprio quella di dare spazio a quei giochi che sono approcciabili e godibili appieno anche dalle persone che si avvicinano per la prima volta a questo hobby, pur continuando ad offrire sfide e meccaniche soddisfacenti per i veterani: i cosiddetti giochi “gateway”, cioè di entrata.

In quel di Lucca i giurati del premio, guidati dal presidente Paolo Cupola, hanno raccontato il perché di questa scelta: quello dei giochi da tavolo è un mondo in continua espansione, che sta vivendo un momento di crescita esplosiva, attirando quindi molti di nuovi giocatori, e raggiungendo frotte di giocatori potenziali, che vanno introdotti in questo mondo nel modo migliore. I “cinghiali” vanno benissimo per chi è già un giocatore navigato, ma se provate a proporre Festa Per Odino come prima esperienza di gioco, quello che ne ricaverete è una collezione di sguardi persi e straniti durante la spiegazione delle regole, una partita che non sarà interessante e soddisfacente per nessuno, e una persona convinta che i giochi da tavolo siano per pazzi fanatici con un sacco di tempo per le mani. E’ quindi importante, invece, saper scegliere il gioco giusto per iniziare: sia per chi deve trovare un prodotto da proporre, sia per chi vuole incominciare la propria collezione. I “cinghiali” arriveranno, piano piano.  Il Gioco dell’Anno si propone proprio di essere un marchio di garanzia per ottimi prodotti che rientrino in questa categoria.

I criteri per il premio

gioco dell'anno

La selezione del Gioco dell’Anno è un processo molto lungo, che coinvolge direttamente gli editori dei giochi stessi. Sono questi, infatti, a sottoporre alla giuria le proprie candidature e a fornire le necessarie copie dimostrative dei giochi che ritengono meritevoli. Dopodiché, per un periodo di mesi, i giurati testano tutto il testabile, assicurandosi di provare i giochi in ogni modalità rilevante (regole speciali, varianti a due e a un giocatore, versioni avanzate…), e assegnano indipendentemente dei punteggi ai vari giochi. Successivamente i giurati si ritrovano fisicamente insieme, in quel di Lucca, per confrontare le proprie opinioni. Ci tengono a far presente che lo scopo di questa riunione, da cui si esce avendo deciso i nomi dei finalisti e quello del campione, non è di svolgere una semplice media matematica dei vari giudizi, per stabilire in modo meccanico il vincitore: al contrario, questi incontri sono sempre delle animate conversazioni, in cui i giurati provano a convincersi a vicenda, o semplicemente a portare all’attenzione dei colleghi caratteristiche, punti di forza, punti di debolezza, che possono portare ad assegnare il premio a giochi che matematicamente avrebbero raggiunto un traguardo inferiore.

Quali sono i criteri che i giudici sono chiamati a valutare quando provano i giochi? Vediamoli insieme. Innanzitutto la complessità: come abbiamo già visto, un titolo troppo complesso non rappresenta un buon titolo gateway, perchè è importante non sovraccaricare di informazioni e regole chi non è avvezzo a questo hobby. In secondo luogo, seguendo una simile regola, è importante la durata. Tutto ciò che supera l’ora (tendenzialmente!) è a rischio di essere considerato troppo lungo: si privilegiano quindi i titoli che si attestano attorno alla mezz’ora o tre quarti d’ora di durata, perchè sono più fruibili e godibili da tutti. Una grande importanza viene poi data alla chiarezza del regolamento: ogni regola non chiara, ogni fonte di confusione, ogni occasione in cui si è obbligati a cercare risposte su internet, ogni errata o “patch”, sono altrettanti ostacoli alla fruizione del gioco. Siamo d’accordo: si tratta di fastidi notevoli anche per i famosi giocatori veterani, figuriamoci per gli altri. Un altro importante criterio è quello dei materiali, e della generale qualità del prodotto. Naturalmente se la meccanica di gioco è interessante e divertente, lo è anche con materiali di qualità mediocre, ma una buona presentazione rende molto più facile l’aspetto “seduttivo” del gioco, e ne aumenta l’attrattiva per i nuovi giocatori. Due criteri che invece sono più universali nella loro importanza sono la scalabilità, cioè quanto il gioco sia in grado di adattarsi a varie contingenze (ad esempio: un gioco poco scalabile è uno che è fantastico da giocare in quattro giocatori ma diventa pessimo o impossibile aggiungendone o togliendone, oppure un gioco che è pensato per essere giocato esclusivamente in due), e l’innovazione: essendo il Gioco dell’Anno un premio annuale, è importante per i giurati che i giochi scelti rappresentino un buon esempio delle nuove idee messe sul campo dagli editori. Non si tratta del criterio più importante, viste le specifiche finalità del premio, ma è certamente preso in seria considerazione.

Il Gioco di Ruolo dell’Anno

gioco di ruolo dell'anno

Tutto quanto abbiamo detto per il Gioco dell’Anno è valido, mutatis mutandis, per il premio gemello, il Gioco di Ruolo dell’Anno. Negli scorsi anni, in molti casi le stesse persone sedevano in entrambe le giurie, ma recentemente è stato approvato il nuovo statuto, che decreta che, con l’eccezione del presidente, i giurati debbano essere diversi per i due premi. Questo non toglie il fatto che anche il Gioco di Ruolo dell’Anno è ispirato agli stessi concetti e si propone gli stessi obbiettivi del Gioco dell’Anno: premiare prodotti, in questo caso manuali di giochi di ruolo, che siano adatti ad essere fruiti o proposti ai giocatori meno esperti. Quello del gioco di ruolo è un ambito di nicchia anche all’interno del già non enorme bacino di utenza dei giochi da tavolo, quindi l’importanza di ottimi prodotti gateway è se possibile ancora più cruciale. E’ per questo motivo che, solo quest’anno, i giurati hanno letto la bellezza di 24 manuali, per un totale di 5350 pagine, e hanno organizzato quante più sessioni possibili nei pochi mesi a loro disposizione. La difficoltà ulteriore nel valutare i manuali, rispetto ai giochi da tavolo, è appunto il tempo necessario: si tratta di familiarizzare con il regolamento, trovare un gruppo di giocatori, preparare la sessione…e spesso ripetere il procedimento più volte, perché è importante fare esperienza di un sistema di gioco sia da giocatore sia, quando è previsto, come narratore.

I vincitori del 2019

gioco di ruolo dell'anno

Chiudiamo questo report di uno degli incontri più sottilmente interessanti a cui abbiamo assistito in questa Lucca Comics & Games citando i vincitori dei due premi: il Gioco dell’Anno è stato assegnato a El Dorado, di Reiner Knizia per Ravensburger. Sul sito ufficiale si legge che la giuria ha considerato El Dorado il gioco più riuscito dell’anno per la chiarezza del regolamento, per la sua rigiocabilità e per la sua capacità di mantenere alto l’interesse dei veterani, perchè si tratta di un gioco le cui partite diventano più profonde e soddisfacenti mano a mano che ci si impratichisce con le meccaniche. Il tutto condito da una riuscitissima, accattivante ambientazione all’insegna dell’avventura.

Il Gioco di Ruolo dell’Anno, invece, per il 2019 è andato a Household, nome inglese di un gioco tutto italiano, scritto da Riccardo Sirignano e Simone Formicola, illustrato da Daniela Giubellini e pubblicato da Raven Distribution. La giuria ha premiato l’intrigante ed originale ambientazione, una lotta dei Piccoli Popoli che abitano una antica magione, la meccanica, classica ma con diverse trovate innovative, e soprattutto la grande chiarezza del manuale e la conseguente fruibilità per i giocatori di ogni età e livello di esperienza.

Per quest’anno da Lucca Games è tutto! Terremo gli occhi aperti per le chicche nascoste che concorreranno al Gioco dell’Anno e al Gioco di Ruolo dell’Anno per il 2020!

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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