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Harry Potter e La Maledizione dell’Erede: si poteva fare di meglio

Animali Fantastici non c'entra niente con Harry Potter e La Maledizione dell'Erede, cliccate qui per la nostra recensione del recente film ispirato al bestiario di Newt Scamander.
Parlare di Harry Potter è simile a camminare su un campo minato: al primo passo sbagliato ti esploderà la terra sotto ai piedi; o meglio, qualcuno minaccerà di darti un sacco di botte. Per questo, recensire Harry Potter e La Maledizione dell'Erede potrebbe rivelarsi complicato. Ma era naturale che prima o poi ci saremmo arrivati anche noi, quindi ci proveremo. Meglio tardi che mai, no? 
Ovviamente l'articolo conterrà qualche spoiler, anche se cercheremo di contenerli al meglio, pertanto se non volete rovinarvi la lettura o la visione, beh, sapete cosa fare.
Cominciamo con tutta una serie di dettagli tecnici che probabilmente conoscete già, ma che per completezza dobbiamo citarvi: Harry Potter e La Maledizione dell'Erede è uno spettacolo teatrale scritto da J.K. Rowling,  John Tiffany e Jack Thorne. E no, non è "l'ottavo libro della saga", come purtroppo in molti vanno millantando.
La vicenda vede come protagonisti Albus Severus, figlio di Harry Potter, e Scorpius, figlio di Draco Malfoy. Anche gli ex-personaggi principali, e Draco stesso, hanno un ruolo consistente nella storia. 
La trama in sé è piuttosto semplice: Albus ha un pessimo rapporto col padre, e per riscattare una delle sue maggiori colpe decide, con l'aiuto di Scorpius, di rubare una Giratempo per tornare nel 1994 e salvare Cedric Diggory nel corso del Torneo Tremaghi. Ovviamente, pasticciare più volte con il tempo modificherà il presente in maniera molto grave. 
Ora. La storia in realtà è piuttosto gradevole. Fa piacere vedere i nuovi personaggi, che abbiamo appena appena imparato a conoscere nell'ultimo capitolo de I Doni della Morte, e fa molto piacere rivedere i vecchi. Ma l'impressione di base è di star leggendo una fanfiction. Non tanto nella forma, che è ovviamente quella del copione teatrale, e dunque infinitamente più snellita rispetto a quella del romanzo, ma nei contenuti.
Quanti di voi hanno scritto almeno una fanfiction su Harry Potter? Quanti di voi ne hanno mai lette?
Ecco, se lo avete mai fatto, probabilmente avrete una persistente sensazione di deja-vu lungo tutta la lettura dell'opera. Harry che, da padre, si dimostra accecato dall'amore per il figlio commettendo uno sbaglio dopo l'altro, la bromance tra Albus e Scorpius, l'apparizione di alcuni personaggi e i loro interventi a favor di fan. Uno tra i nuovi personaggi in particolare sembra uscito dalla fanfiction di una quindicenne: se avete letto l'opera sapete perfettamente di chi parliamo, se la leggerete, beh, capirete subito. Tutto è estremamente telefonato, tutto sa di già visto. Lo stesso espediente del "ehi, torniamo indietro nel tempo con delle nobilissime intenzioni e cambiamo il passato, cosa potrebbe andare storto?!", è già stato visto e rivisto in moltissime opere.
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Un'altra impressione è che il tutto sia un po' un contentino per far felici i fan, rimasti "orfani" della saga. Un voler sì mostrare un seguito, ma restando saldamente fissi alla saga originale. Il che non è necessariamente un male, sia chiaro. Un fan di lunga data della saga, leggendo, rischia di emozionarsi in diverse scene. Ma le strizzatine d'occhio sono quasi tutte un po' troppo evidenti, spesso si tratta di fanservice un po' troppo palese. 
Detto ciò, è evidente che giudicare il tutto solamente dal copione è abbastanza parziale: possiamo parlare solamente della storia, la quale, comunque, risulta godibile anche se non un capolavoro. Dalla Rowling sinceramente sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più, ma è altrettanto vero che, trattandosi di un'opera teatrale e dunque di un terreno fondamentalmente inesplorato, forse non si sia voluta spingere troppo oltre.
Il consiglio che possiamo darvi è: se siete fan della serie, leggetelo. Magari non vi piacerà, ma si tratta comunque di un sequel scritto dall'autrice originale e dunque, fino a prova contraria, canonico. 
Sinceramente siamo un po' rammaricati di non avere avuto occasione di vederlo a teatro, perché probabilmente fa una discreta figura. 
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