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Hit Moll: parità fra i sessi anche fra gli assassini

Luca Enoch è tornato con Hit Moll. Una ragazza pericolosa, graphic novel hard boiled illustrato da Andrea Accardi. Sarebbe dovuto uscire nella collana “Romanzi a fumetti”, poi escluso probabilmente perché non in linea con la politica editoriale della Bonelli ed è da poco uscito per la BD edizioni.
Corinna è una giovane e determinata sicaria, molto brava nel suo lavoro, infatti uccide anche i bersagli più difficili senza commettere errori e senza lasciare testimoni. È indubbiamente la migliore.
Lei è nera e incredibilmente bella. Vive con il papà adottivo, un uomo di punta della mafia ora fuori dal giro a causa di un ictus che lo ha lasciato invalido.
La ragazza si occupa di lui con amore e devozione. Lo lava, gli dà da mangiare e lo accudisce a tempo pieno. Suo padre le ha insegnato tutto e l’ha addestrata come perfetta macchina omicida fino ad accoglierla come membro di sangue nella sua importantissima “famiglia”. Ma tutto ciò non è ben visto dallo zio che non può concepire di essere messo alla pari di una donna, figuriamoci se pure di colore.
Enoch è abilissimo e non scade mai nel banale, si destreggia fra cliché consolidati usandoli a vantaggio della buona riuscita della storia. Le parti più sexy non sconfinano mai nello scontato e sono esaltate dai disegni di Accardi che sembrano xilografie da quanto è netto il tratto nero ed espressivo. 
Vedere una killer donna può spiazzare ed è un sollievo scoprire che non si tratta di una macchietta che strizza l’occhio al fumetto erotico piacione e un po’ furbetto. È tutto molto serio e rovente, sia il sesso sia la sopravvivenza.
Il tema della ragazza killer è già stato sdoganato da Tarantino con Kill Bill, ma tutte le valenze che può assumere devono ancora essere esplorate. Enoch di certo ci mette brillantemente del suo.
Corinna per riuscire a guadagnare abbastanza da poter scappare alle isole Fiji con suo padre, accetta un lavoro difficile: catturare e torturare quattro potentissimi mafiosi e farsi consegnare dei numeri misteriosi prima di ucciderli, senza ovviamente lasciare testimoni. 
Quello che sembra un lavoro tutto sommato non troppo impegnativo per la nostra eroina si rivelerà solo un pretesto per qualcosa di molto peggiore in cui finirà invischiata. 
Per un lavoro di questo genere i sentimenti sono un grosso handicap. Ma le donne che, si sa, sono fragili creature dominate dalle emozioni (…) possono davvero liberarsi di questo fardello? Alla fine tutto si può ricondurre alla domanda fondamentale: i legami familiari e sentimentali sono un punto di forza o di debolezza? E quanto forte deve essere la volontà di vendetta per permettere di andare avanti nonostante il mondo ti sia crollato addosso?
Non c’è spazio per i sensi di colpa e il pentimento in questa storia di fiducia tradita. Corinna con ferocia e violenza punta ai suoi obiettivi senza mai guardarsi indietro. La lotta è all’ultimo sangue contro chi la ostacola e vorrebbe toglierla di mezzo, manipolandola e cercando di usare le sue presunte debolezze per farle fare quello che vuole. 
In questo volume, oltre alla vicenda di Corinna, c’è una piccola aggiunta finale, una brevissima storia sempre su una giovane killer che Enoch aveva scritto su commissione del ministero e dell’Arci di Torino "Non è un lavoro per donne”, legata al tema delle pari opportunità. La storia è del 2008 e sarebbe stata distribuita nelle scuole del Piemonte se non fosse stata rifiutata perché “troppo dura”. Evidentemente c’è sempre una gran paura che le storie troppo crude possano instillare chissà cosa nelle menti dei giovani virgulti, e se poi ci son di mezzo more e prorompenti assassine senza scrupoli le cose si fanno ancora più preoccupanti.
Anche questa ragazzona armata avrà il suo bel da fare per farsi valere con i colleghi maschi.
Sarà pure un luogo comune ma a quanto pare, qualunque sia il campo professionale, le ragazze per avere successo devono lavorare il doppio e far fuori senza pietà la concorrenza che vorrebbe relegarle in posizione subordinata (e mai lasciare testimoni).
Ma d’altra parte la vera parità dei sessi deve passare un po’ per tutti i campi, no?

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Francesca Giulia La Rosa

Trekker, whovian. Non amo le etichette (a parte queste?). Traduttrice, editor a caccia di errori come punti neri nel tessuto della realtà. Essere me è un’esperienza profondamente imbarazzante.

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