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L’antidoto alla violenza nei videogiochi

European Resuscitation Council. Partiamo da qua. Si tratta di un’associazione da anni impegnata nella formazione degli operatori sanitari e laici alla rianimazione cardiopolmonare. Tutte quelle scene viste nei vari Baywatch, Chicago Fire, fino ad arrivare a James Bond o Duplex, in cui il protagonista di turno è in grado di intervenire in un attimo, senza esitazione, sapendo esattamente cosa fare e come farlo, respirazione bocca a bocca, conteggio, massaggio cardiaco. Non si tratta di scienza infusa… o meglio, in quelle scene probabilmente si, ma nella vita vera, certe cose è bene saperle fare e soprattutto farle bene. Pochissime fiction riescono a presentare correttamente la giusta tecnica con cui affrontare una rianimazione. ERC si occupa dunque di questo. Formare queste capacità. Ne esiste anche una divisione italiana, Italian Resuscitation Council ora protagonista di una nobile iniziativa, che è anche il nostro tema di oggi. 

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Nel 2014 il Laboratorio di Ricerca Percettiva dell’Istituto TeCIP (Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione e della Percezione) di Pisa in collaborazione con lo Studio Evil di Bologna (Super cane Magic Zero) hanno gettato le basi per quello che oggi si chiama Relive, il primo serius-video-game che attraverso Kinect è in grado di insegnare al giocatore le precise manovre di rianimazione cardiopolmonare (RCP). Il sopracitato IRC (perdonateci tutte queste sigle) ha avviato un curioso studio su 65 studenti dei Licei di Bologna e Pisa per dimostrare la validità di questo strumento didattico. La prova è durata ben 8 mesi, articolandosi in 3 differenti fasi. La prima, denominata Baseline, consisteva nell’eseguire per due minuti un intervento RCP con sole compressioni, senza alcuna preparazione o aiuto per gli studenti. Successivamente, nella fase Competition, gli stessi ragazzi hanno ripetuto l’esperienza ma questa volta guidati da Relive. Infine, dopo 3 mesi dalla prova precedente, la fase Retention, una prova finale in cui hanno eseguito la stessa manovra, nuovamente senza aiuti e assistenza, come nel primo tentativo. I dati raccolti da questo esperimento hanno permesso di validare l’intuizione di Relive  leggendo nei partecipanti oltre il 70% di miglioramento di conoscenza e consapevolezza delle dinamiche riguardanti l’arresto cardiaco e gli interventi di rianimazione. La progressione media di  conoscenza è partita dalla prima lettura di 46% durante la Baseline, 62% nella fase di Competion e infine 73%, successivamente alla fase Retention. Un vero successo. 

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Vediamo ora come funziona Relive. Si tratta di un’avventura di fantascienza ad ambientazione marziana. Il protagonista, in qualità di membro di un equipaggio alle prese con evidenti situazioni estreme, è chiamato ad affrontare pericoli imprevisti e costretto  a ricorrere a tutte le sue conoscenze di primo soccorso per salvare i suoi compagni privi di sensi. Relive è una tangibile dimostrazione delle ampiamente sotto-sfruttate potenzialità del settore videoludico. Un prodotto che centra perfettamente l’obiettivo didattico preposto, ma riesce anche a non sacrificare e soprattutto convincere sul piano dell’ambientazione. Troppo spesso abbiamo visto naufragare virtuosi progetti didattici a causa di una superficiale sufficienza nella cura di elementi di trama e atmosfera, ingredienti fondamentali e imprescindibili per un corretto coinvolgimento dei giocatori-studenti. Una bella argomentazione da restituire ai militanti del motto “Ah! La violenza nei videogiochi…” .

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Jacopo Peretti Cucchi

Il suo compito è occuparsi di tutti i “progetti speciali”, meglio ancora se sono segreti. Amante della buona cucina e grande appassionato di rugby e motori.

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