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Oltre alle gambe c’è di più

Una quantità francamente imbarazzante di anni fa, ai tempi del liceo, il pomeriggio guardavo la televisione. Non sempre, non spesso, non a lungo, ma c'era un programma che non perdevo mai, su un canale satellitare fallito poco tempo dopo: il canale era Game Network, e il programma era Game or Alive. Si trattava di un varietà a tema videogiochi, in cui si mostravano filmati, si recensivano videogiochi, si chiacchierava con il pubblico e così via. Mi ci ero appassionato davvero molto. I presentatori erano due: Daniele, in arte GJ Joker, era il “truzzo” (non me ne voglia!) del duo, appassionato di GTA, Final Fantasy e giochi sportivi; Filippo, in arte GJ Pippo, era invece il Nerd: periforme, occhialuto, filosofo, appassionato dei giochi più ricercati e meno “fighi”. 
Era il periodo in cui i miei gusti, di videogiocatore ma non solo, si andavano formando, e non ho dubbi che il Game or Alive, e in particolare Filippo, abbiano contribuito parecchio, sia facendomi scoprire vaste parti di cultura videoludica a me sconosciute, sia “legittimando” alcune mie scelte che mi parevano ardite, ma che, vedendole seguite anche dai GJ, accettavo più di buon grado.
Una, in particolare, è l'argomento del giorno: ovvero la scelta di giocare con personaggi femminili ai giochi che permettono questa opzione.
Lasciatemi premettere, giusto perché questo non faccia parte della conversazione, che sono un banalissimo maschio eterosessuale, senza alcuna turba strana e senza traumi freudiani irrisolti. Tuttavia si tratta di qualcosa che faccio da sempre, tutte le volte che ne ho la possibilità, soprattutto nei giochi di ruolo e in quelli che promettono grandi spazi di manovra nelle scelte, nelle conseguenze delle proprie azioni, nella possibilità di immedesimarsi in un ruolo che vada oltre l'avatar di un hack'n'slash.
Perchè lo faccio? Tralasciando l'ovvia ragione che se devo passare decine di ore a guardare il culo del mio personaggio, tanto vale scegliermene uno piacevole, ragione che -fidatevi!- gioca una parte minima, i motivi principali sono tre: innanzitutto, quando decido di giocare ad un gioco di ruolo, lo faccio per poter giocare un ruolo, appunto, cioè per immedesimarmi in un personaggio che non sono io. Non c'è nulla come creare una insormontabile barriera fra il me stesso che gioca e il me stesso all'interno del gioco per aiutarmi a ragionare come e fossi effettivamente qualcun altro, e scegliere un avatar femminile è un ottimo esempio di questo tipo di barriera. 
Punto secondo: non giriamoci attorno. Sebbene le cose stiano cambiando, in maniera anche molto rapida, quello dei videogiochi rimane ancora un mondo molto maschile. I videogiocatori medi sono maschi, le esperienze che cercano sono “da maschi”, e questo emerge anche nelle piccole cose. Guardate semplicemente le fattezze dei personaggi dei videogiochi: i personaggi maschili tendono ad aderire allo stereotipo di “superuomo”, muscoloso, potente, in cui i giocatori possano sentirsi “fighi”, mentre i personaggi femmine tendono ad aderire allo stereotipo di piacevolezza fisica, corpi tutti-curve, vestiti minimi, capelli vaporosi, tratti del viso seducenti. In entrambi i casi, sia i personaggi maschi che quelli femmine sono pensati per piacere ad un pubblico maschile. Lo stesso è vero, spesso e volentieri, anche per le storie dei giochi, pensate per essere vissute dalla prospettiva di un maschio, in cui scegliere un avatar femminile si riduce solo ad una scelta per lo più estetica. Quindi? Quindi, gioco con personaggi femminili anche per mettere alla prova gli sviluppatori, per aspettarli al varco, per verificare quanto impegno abbiano messo nel creare qualcosa che vada oltre alle opzioni “tette” o “senza tette”. Quando trovo un videogioco la cui esperienza effettivamente cambia se giocato con una femmina, so di aver trovato un buon videogioco. Gli esempi, fortunatamente, si sprecano, e c'è una software house in particolare che è pioniera in questo campo, e continua ad alzare notevolmente la barra per tutte le altre. Parlo, ovviamente, della Bioware, i cui giochi effettivamente cambiano in modi non banali, e spesso imprevedibili, se giocati da una prospettiva femminile. 
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E questo ci porta alla terza motivazione, che è molto collegata alla seconda: gioco con personaggi femminili perché in molti casi è il solo modo per sperimentare tutto quello che un gioco ha da offrire. Dalla sezione nell'Underdark di Baldur's Gate 2, tuttora il mio videogioco preferito in assoluto, alle intricate conseguenze politiche di Dragon Age, dalla difficoltà sorprendentemente (e realisticamente) aumentata di Mount&Blade alle love-story (e non solo) di Mass Effect, giocare interpretando una femmina ha cambiato, spesso in meglio, la mia esperienza di gioco.
So di non essere l'unico a farlo: il GJ Pippo ne faceva vanto, e l'esercito di fan di FemShep è una testimonianza importante di questo fenomeno. 
Che mi dite di voi? C'è qualcuno che condivide il mio punto di vista, o che per qualche altro motivo si è trovato a giocare con personaggi femminili? Ma, domanda ancora più interessante: c'è qualcuna che si è trovata nella situazione opposta? Le ragazze videogiocatrici sono una specie relativamente giovane, ed è chiaro che, avendo la maggioranza dei videogiochi dei protagonisti invalicabilmente maschili, l'esperienza di giocare con un genere che non è il proprio dev'essere più familiare per loro. Ma che dite di quando potete scegliere? C'è qualcuna che ha giocato un Dragon Age o un Mass Effect scegliendo comunque un personaggio maschile? Fatemi sapere, sono seriamente curiosissimo.
La Colonna Sonora Consigliata di oggi vola alto: un notevole gender-swapping della musica è il singolo Respect, scritta da Otis Redding, in cui era lui a chiedere rispetto alla propria compagna, ma resa famosa dalla mitica Aretha Franklin, che se ne è “appropriata” ribaltando il punto di vista e rendendola una bandiera del femminismo.

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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Commenti

  1. Molto d’accordo con te riguardo all’uso dei personaggi femminili. Io personalmente in un gioco (spesso e volentieri di ruolo) uso come primo personaggio un maschio, finisco il gioco e poi lo rinizio (a volte anche senza finirlo) cambiando modo di giocare e usando ovviamente una donna. Lo faccio proprio per testare, come dici tu, come cambia l’intero gioco, o come devi cambiare il tuo modo di affrontare il gioco. Anche se è un peccato che ci siano pochi giochi che permettono questa scelta. E non sono un pervertito 🙂

  2. Tocchi un argomento estremamente caldo (specie negli ultimi tempi) in internet, ma devo congratularmi per il tatto e i toni corretti ed equi 😀

    Io preferisco giocare personaggi maschi, principalmente perchè se giocassi un personaggio femmina lo giocherei allo stesso identico modo di un personaggio maschio, e non mi sembrerebbe giusto. Resto in ascolto dei commenti che (spero) seguiranno ^^

  3. Articolo stupendo.
    In me trovi un altra persona che ha una preferenza assoluta per i personaggi femminili. Forse perchè, da quando ero relativamente giovane, il mio manga preferito è sempre stato Alita, forse perchè volevo una sfida.
    Quoto praticamente tutto l’articolo, dalla parte del “culo” (ci sono rimasto quasi male, io uso la STESSA IDENTICA argomentazione con chiunque mi chieda perchè gioco personaggi femminili di base), alla parte in cui dichiari che un personaggio femminile cambia effettivamente l’esperienza di gioco…fosse anche solo perché quando giochi a un gioco tipo Mass Effect l’usare una Femshep, cioè un personaggio umano di sesso femminile estremamente potente, dà, secondo me, un’esperienza di gioco molto più profonda di un classico Shepard maschio (molto più vicino allo stereotipo del supereroe).

  4. Io invece faccio proprio il ragionamento opposto. Siccome voglio immedesimarmi il più possibile nel gioco, in genere il mio avatar è il più vicino possibile al me reale (caratteristiche fisiche, nome, sesso…). Io non voglio essere qualcun’altro. Amo i videogiochi proprio perchè mi permettono di essere me stesso in mondi e situazioni in cui nella realtà non potrei mai trovarmi. Comunque l’articolo è molto interessante e mi ha dato degli spunti a cui non avevo pensato. Prometto che al prossimo gioco proverò anch’io! 🙂

  5. Io ho anche un altro motivo: ai tempi, quando giocavo a ultima online, la scelta del personaggio femminile, soprattutto per il pvp, era molto saggia perché se droppavi un oggetto forte che poteva utilizzare solo la donna allora lo indossavi, altrimenti tra urla e bestemmie lo gettavi in una cassa e speravi di venderlo. In parole povere: dato che in molti videogiochi le armature da trans non esistono, meglio un personaggio femmina altrimenti i drop li butti nel cesso.

  6. Io ho usato personaggi femminili solo in Skyrim, perché quei triangoli di uomini non si riescono proprio a guardare D:

  7. credo di non aver mai scelto il mio PG femmina come main per il semplice fatto che DEVO essere io quello che si muove sullo schermo le decisioni che prende devono essere quelle che prenderei io nella stessa situazione, il modo in cui si muove, combatte e ragiona deve rispecchiarmi al 100%
    discorso diverso è per “ora o finito la storia fammi provare tutto quello che mi sono perso”
    ho giocato numerosi pg femminili, ma mai in prima battuta e penso che non lo farò mai, ma ben venga la possibilità di avere un pg femminile, sopratutto se cambia parti del gameplay

  8. credo di non aver mai scelto il mio PG femmina come main per il semplice fatto che DEVO essere io quello che si muove sullo schermo le decisioni che prende devono essere quelle che prenderei io nella stessa situazione, il modo in cui si muove, combatte e ragiona deve rispecchiarmi al 100%
    discorso diverso è per “ora o finito la storia fammi provare tutto quello che mi sono perso”
    ho giocato numerosi pg femminili, ma mai in prima battuta e penso che non lo farò mai, ma ben venga la possibilità di avere un pg femminile, sopratutto se cambia parti del gameplay

  9. Tutto dipende da come affronti un gioco. Io tendo ad immedesimarmi molto nel gioco e quindi i miei personaggi si comportano come farei io. Di conseguenza mi viene d’istinto scegliere personaggi maschili. Forse in questo modo mi perdo parte del gusto dei GdR, ma non sono in grado di fare il cattivo senza sentirmi “in colpa”, nemmeno in un videogioco.

  10. Non riesco a giocare con un avatar femminile, non mi so immedesimare. Come alcuni hanno già scritto, anche io ho bisogno di rispecchiarmi nel personaggio, che interpreto come fossi me stesso nel gioco, dunque scelgo il maschio.
    Mai usati personaggi femminili.

  11. A volte ho quasi l’impressione di essere l’unico ed invece scopro con piacere il contrario. Io ho sempre preferito i personaggi femminili nei videogiochi e non si tratta solo degli ovvi gusti sessuali di un maschio etero. Infatti se scelgo un personaggio femminile, non è perchè ne voglio fare il mio sogno erotico, ma perchè mi sento più in sintonia. (A volte i miei amici mi danno scherzosamente del “frocio” perchè preferisco le eroine, e poi li vedo lì tutti presi a regolare i muscoli di un bell’omaccione seminudo….) Sicuramente influisce il fatto che le donne forti nei videogiochi sono molto rare (ma anche nei film, dove se ci sono, hanno al massimo il ruolo di co-protagoniste) e di conseguenza sono ancor più rari i titoli di qualità con protagoniste femminili. Viviamo in un mondo obiettivamente maschilista, quindi trovare donne combattenti in un titolo di qualità mostra anche una certa apertura mentale (che è molto meno scontata di quanto dovrebbe essere).

  12. Luke, credo che l’immedesimarsi sia un po’ diverso dal rispecchiarsi al 100%.
    Il giocatore che cerca l’immedesimazione nel suo avatar lo fa ovviamente cercando di vedere una versione di sé migliorata, eroica, ideale. Il sesso è essenziale quindi. Se devo vedere me stesso in un guerriero che poi fisicamente è più figo, quel guerriero dovrà almeno essere un uomo, sennò l’immedesimazione viene difficile.
    L’immedesimazione non è quindi soltanto una comparazione razionale tra player ed avatar, bensì una comparazione tra l’idea che il player ha di sé ed il suo avatar. Chiaramente un maschio non potrà vedere un po’ di sé in una Lara Croft, perché vedrà quella figura femminile come qualcosa di sessualmente attraente e di esterno a se stesso.
    Parliamo ovviamente di personaggi di rpg che è possibile personalizzare.
    Altri personaggi come super mario, rayman, pacman e roba del genere restano chiaramente quel che sono e l’immedesimazione trova i suoi limiti. Io però mi rivedo molto in super mario, sia per la friendzone che per il fisico atletico.

  13. Ho apprezzato molto il modo in cui hai esposto questo tema. Io sono una ragazza e sono molto sensibile al tema che sollevi. La tendenza è, come dici tu, di creare un personaggio femminile che sia piacevole agli occhi degli uomini, ma che non sia molto coerente con la “realtà” di gioco. Molte volte mi sono ritrovata a giocare in ruoli femminili dai vestiti inadatti ad una battaglia o ad un avventura in luoghi ostili. Per quanto possa essere piacevole all’occhio, risultano assurdi ed è difficile immedesimarsi in un simile ruolo. L’aspetto stona con quello che dovrebbero essere le qualità della protagonista: la forza, la destrezza, l’agilità,… La mia impressione però, è che negli ultimi tempi il ruolo del personaggio femminile stia cominciando ad avere più spessore. Io ho amato molto Dragon Age, dove finalmente i personaggi femminili non avevano solo curve, ma anche una vera personalità. La mia idea, però, è che se una storia è fatta realmente bene, non importa se il personaggio sia femmina o maschio, sarà inevitabile immedesimarsi e secondo me quello dovrebbe essere l’obbiettivo di ogni gioco. L’ultimo gioco a cui ho giocato è stato The Last of us e durante il gioco si prendono più ruoli e in tutti i momenti si riesce, a mio parere, a entrare pienamente nel personaggio. Chiaramente però, perchè la storia abbia spessore e “realismo” chiaramente dovrà anche essere coerente: il personaggio femminile dovrà avere l’abbigliamento, i modi, gli atteggiamenti giusti e non stereotipati. Nella vita reale ogni uomo è diverso dall’altro, non vedo perchè tutte le donne debbano essere mezze nude, piene di curve e dagli atteggiamenti molto femminili. Certo che se ho l’occasione di scegliere quale ruolo avere, preferisco giocare con un personaggio femminile, per potermi rispecchiare, ma il bello secondo me è che se un gioco è un buon gioco, permette di entare nei panni del personaggio diverso da noi e scoprire la realtà secondo un nuovo punto di vista ( vediamo ad esempio Among the sleep, dove si “vede” il mondo secondo gli occhi di un neonato). Questa è la magia dei videogiochi: permettere di vivere mille ruoli e mille vite oltre alla propria. Scusate il romanzo, ma tengo tanto al tema, ed essendo che siamo poche donne a far parte del mondo videoludico mi sento in dovere di difendere la parte ^^

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