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Studio Ghibli e Computer Grafica: la figlia del brigante

Abbiamo aspettato a parlarvene, abbiamo preferito avere una visione d'insieme prima di addentrarci in questo curioso progetto.
Diciamoci la verità: la vita da massaia non è assolutamente facile. Il doversi occupare delle faccende domestiche e della gestione di una famiglia è un bell’impegno. Se poi vostro marito di lavoro fa il brigante, il vostro nido d’amore è un castello diroccato ai bordi di una magica foresta e, per di più, vivete assieme ai colleghi di quel bandito del vostro uomo, non faticherete a capire quanto sia piena la vita di Lovis e quanta pazienza deve avere questa saggia donna per coordinare la vita della sua stramba comunità, soprattutto quando, alla nascita della figlia primogenita, il marito Mattis e tutti gli altri briganti vanno in “brodo di giuggiole”.  L’esordio computerizzato dello Studio Ghibli nel mondo delle serie animate avviene attraverso la scelta di un grande classico della letteratura inglese: Ronja, la figlia del Brigante, opera fantasy del 1981 della svedese Astrid Lingren, nota al grande pubblico per essere la “mamma” di Pippi Calzelunghe. 
Sanzoku no munsume Rōnya (Ronja, la figlia del brigante) è il primo lavoro targato Studio Ghibli ad essere interamente realizzato in CGI ed in particolare attraverso l’animazione in Cel-shading: questo procedimento consiste nell'elaborare le immagini generate tramite computer in modo tale che possano sembrare disegnate a mano: vediamo così i personaggi (che acquistano una tridimensionalità del tutto nuova) muoversi sugli affascinanti sfondi a cui ci ha abituato lo Studio Ghibli: il fascino della natura è sempre magistralmente interpretato da Miyazaki e colleghi e, anche in questo caso, si rimane affascinati dalle immagini della foresta, teatro principale delle giornate di Ronja. Se partirete poco convinti basteranno una manciata di secondi a farvi ricredere, non abbiate pregiudizi su questa tecnica (anche perché è da prima de "La Città Incantata" che lo studio ne fa largo uso).
Questa serie  vuole essere un momento da condividere con tutta la famiglia: è pensata per divertire i più piccoli, ma per coinvolgere anche gli adulti. Anche se narra di mondi lontani o di creature incantate, riusciamo a trovare qualcosa che possa arricchire chiunque. 
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Durante le puntate scopriamo la magica foresta e i suoi abitanti attraverso gli occhi dolci e curiosi di Ronja; la sua inesperienza e ingenuità la porteranno a cacciarsi in mille pericoli. 
Nonostante questo, i suoi amorevoli genitori le insegnano che “Il modo migliore per stare al sicuro è quello di non avere paura”, questo spinge la piccola a misurarsi con sé stessa e con il mondo che la circonda, imparando tanto, sbagliando a volte, ma sempre con la voglia di mettersi in gioco. Il suo travolgente entusiasmo e il suo sorriso contagioso la accompagnano  nell’esplorazione di luoghi immersi nella natura, che, al primo impatto, potrebbero risultare consueti e banali, ma assumono una nuova luce, perché illuminati dalla felicità della protagonista. Assistiamo al percorso di crescita di Ronja, al rapporto tra lei ed il suo amorevole, ma irruento padre, alla stramba, ma affettuosa e protettiva squadra dei briganti, alla saggia e paziente madre Lovis,agli incontri non sempre piacevoli con le creature magiche che abitano nella foresta.  Ben presto la piccola incontrerà Birk, il figlio del brigante Borka, nemico giurato di suo padre. Birk è l’unico ragazzo dell’età di Ronja in tutta la foresta e questo renderà inevitabile il nascere di una bellissima amicizia tra i due.
Lasciatevi conquistare dalla simpatia di Mattis, dal buonsenso di Lovis, dalla irresistibile spontaneità e vivacità di Ronja: il debutto dello Studio Ghibli nel mondo delle serie animate in CG non poteva essere migliore. Ci ha regalato un’opera dai toni leggeri, a volte esilarante, ma anche ricca di spunti di riflessione.  Consigliata!

Testi di Maura Cantadore
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