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The Surge: Soulslike nel futuro

Deck 13 torna nel mondo dei soulslike con The Surge. Dopo aver fatto un primo tentativo con il fantasy Lords of the Fallen, gli sviluppatori hanno deciso di cambiare completamente ambientazione proiettandoci in un futuro distopico ed altamente tecnologico. Il concept è piuttosto interessante, infatti i soulslike sono sempre stati associati ad ambientazioni fantasy medievaleggianti e ai combattimenti all’arma bianca, e nonostante alcune variazioni sul tema (come in Nioh dove si cambia solamente il contesto culturale) nessuno aveva mai provato un approccio diverso al genere. The Surge è dunque il primo titolo di questa neonata categoria a spingersi verso il futuro.

La storia ci vede nei panni di Warren, un uomo costretto sulla sedia a rotelle che vede la speranza di tornare a camminare negli impianti della CREO, una grossa corporazione di altissimo profilo tecnologico. Warren decide di sottoporsi ad un’operazione in cui verrà dotato di esoscheletro, e con esso della possibilità di tornare a utilizzare le sue gambe. Purtroppo, qualcosa va storto e, dopo l’operazione, si risveglia abbandonato in una specie di discarica. Il nostro protagonista, ormai in grado di muoversi autonomamente grazie all’esoscheletro, si ritroverà immerso in un incubo, dove macchine impazzite e altri pazienti lo attaccheranno a vista. Il mistero di cos’abbia scatenato tutto questo ci spingerà fin nei meandri della grossa corporazione alla ricerca di risposte.

Nonostante l’inizio stuzzichi la curiosità del giocatore, in verità la trama è molto blanda, portata avanti da rari dialoghi con ancor più rari PNG e tramite le ormai abusate note audio sparse per i livelli. Lo sviluppo è quindi molto lineare e inconsistente, ma la cosa che più ci ha lasciato straniti sono i comportamenti di Warren e di alcuni PNG. Warren ha una profondità pari a zero: se all’inizio poteva essere interessante conoscere il suo background e capire le sue motivazioni dietro al desiderio di tornare a camminare utilizzando le tute meccaniche della CREO, una volta ottenuto l’esoscheletro si trasforma nello stereotipato eroe americano da action movie. I pochi PNG presenti non migliorano la situazione, la maggior parte di essi servirà solo per darvi delle sidequest minori, mentre con altri avremo dialoghi ridicoli, come con una certa Irina: incontrata nel bel mezzo del disastro successo, l’unica cosa che fa è flirtare con noi, non volendoci nemmeno dare una mano nonostante il caos presente. Insomma, capite che in questo modo la drammaticità e l’atmosfera che il titolo vorrebbe offrire si perdono in un bicchier d’acqua. È vero che i soulslike non hanno mai avuto una trama troppo elaborata e che anzi è spesso lasciata alla libera interpretazione del giocatore, ma in questo caso ci troviamo di fronte a una sceneggiatura davvero poco curata.
Dal punto di vista del gameplay troviamo le basi di ogni soulslike, quindi avremo i classici falò, che qui prendono le sembianze dei centri medici, le “anime”, qui chiamate scarti tecnologici, il respawn dei nemici dopo ogni passaggio al centro medico, le fiaschette contate per recuperare la vita, in questo caso chiamate “iniettabili”, e un particolareggiato sistema di sviluppo del personaggio.

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Il Combat System risulta frenetico e letale, più somigliante a Bloodborne che a Dark Souls per via del tasto adibito alla schivata veloce. Particolarità del sistema è la possibilità di mirare a uno specifico punto del nemico: infierendo con diversi colpi su di esso riempiremo la barra dell’energia, che una volta completa ci darà la possibilità di staccare la parte scelta tramite una truculenta sequenza. Grazie a questo metodo potremo ottenere i diagrammi delle parti di armatura dei nemici, così da poterle poi costruire ed equipaggiare per renderci più potenti. Le armi a nostra disposizione per menomare i nemici sono diverse, divise in categorie come armi ad una mano, armi pesanti, bastoni, a fissaggio singolo o doppio ecc. Ogni arma avrà una sua velocità di esecuzione e delle mosse particolari, alcune uniche per il tipo specifico. Ovviamente anche in questo titolo resta fondamentale la gestione della barra della stamina per evitare di rimanere a corto nei momenti peggiori.

Utilizzando un’arma di una determinata categoria aumenteremo il livello di maestria con essa, aumentando di conseguenza i danni inflitti. Il combattimento dunque diverte ed è il punto forte della produzione, anche se non è esente da difetti. La difficoltà è indubbiamente al livello con i colleghi più anziani del titolo, ma spesso è inutilmente punitiva, permettendo anche all’ultimo dei nemici di toglierci metà barra della vita con un colpo, cosa che in sé non è necessariamente un male, ma lo diventa quando il sistema che gestisce le collisioni e i nostri attacchi risulta leggermente impreciso. Ad esempio, quando bisogna cambiare bersaglio fra le parti del corpo dell’avversario o fra più nemici nei momenti maggiormente concitati, il sistema di puntamento risulta scomodo da utilizzare. Inoltre il level design non aiuta molto in questo senso. Ogni area avrà una sola stazione medica e sparse per i livelli troveremo delle scorciatoie necessarie per farci arrivare più velocemente alla safe zone. Il problema è che spesso queste scorciatoie non sono così comode come dovrebbero essere, facendoci percorrere un bel pezzo di strada già fatto, e spesso facendoci affrontare forzatamente una serie di nemici letali con un’alta probabilità di morire prima di raggiungere una nuova sezione della mappa. Il problema si ripete quindi durante i numerosi casi di morte, dove recuperare i nostri resti sarà un’impresa, resa più difficile dal fatto che, a differenza dei vari souls, avremo un tempo di pochi minuti per tornare nel luogo della nostra dipartita (pena la scomparsa dei nostri sudati scarti tecnologici), costringendoci ad affrettarci con un conseguente aumento del rischio. Questo sistema rende alcune parti davvero frustranti soprattutto per la ripetitività a cui andiamo incontro.

Fortunatamente avremo un sistema di crescita del personaggio realizzato bene. Fulcro di esso è il livello di Energia Nucleare, ovvero il corrispondente del livello del nostro personaggio. Investendo scarti tecnologici potremo aumentarlo; questo da solo farà solamente salire lievemente la nostra barra della vita, ma crescendo avremo più punti da spendere per equipaggiare armature e moduli più potenti. Ogni pezzo d’equipaggiamento, infatti, avrà un costo in punti di Energia Nucleare per essere utilizzato e non potremo equipaggiare parti che superino la nostra soglia. Oltre ai pezzi d’armatura potremo ottenere anche dei moduli, ognuno con diverse funzioni, come l’aumento della vita o della stamina, la possibilità di utilizzare più iniettabili o di fare più danni, ecc. Man mano che aumenteremo il nostro livello potremo equipaggiare più moduli, inoltre, potenziando la nostra Energia Nucleare, potremo manomettere alcuni circuiti che ci faranno accedere ad aree normalmente inaccessibili. La progressione dunque è appagante, verso la fine infatti il nostro personaggio sarà diventato un juggernaut di metallo e violenza unico.

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Per quanto riguarda l’esplorazione, sappiamo che essa è una delle altre grandi prerogative dei soulslike e anche in The Surge dovremo setacciare ogni anfratto per trovare oggetti utili e nemici spietati. Le mappe che visiteremo saranno piuttosto articolate, a volte un po’ caotiche, ma mai troppo dispersive. Gli ambienti risulteranno non particolarmente ispirati, con freddi corridoi metallici, spesso tutti simili l’uno con l’altro tranne per alcune aree d’eccezione più vivaci, peccato che siano, appunto, più un’eccezione.
Un altro aspetto importante della tipologia di gioco è costituito dalle Boss Fight. In The Surge ci saranno in totale solo cinque boss fight, la difficoltà di esse sarà notevole, ma gli scontri non saranno mai davvero memorabili, anche se la soddisfazione di avercela fatta ci sarà sempre. Il titolo può essere completato in circa 25 ore di gioco se siete veloci, mentre calcolate parecchie ore in più nel caso in cui vogliate dedicarvi al farming selvaggio per potenziare al massimo tutti gli equipaggiamenti e armi (ognuna con quattro livelli di potenziamento).

Graficamente il titolo compie il suo dovere; punti di forza sono i modelli tridimensionali ben realizzati e un sistema d’illuminazione che sa rendere bene le atmosfere claustrofobiche, le animazioni invece risentono di alcuni problemi, specie qualche compenetrazione nelle fasi più concitate dei combattimenti, soprattutto durante le esecuzioni.
The Surge è un soulslike che poteva portare il genere verso nuovi orizzonti, grazie all’ambientazione mai esplorata prima per la tipologia e per spunti narrativi e di gameplay interessanti. Purtroppo una realizzazione troppo sommaria non gli permette di avere la spinta giusta per crearsi un’identità tutta sua. Se amate i soulslike e siete in astinenza, allora questo titolo potrebbe fare al caso vostro, altrimenti, se volete avvicinarvi al genere, meglio iniziare dai capostipiti.

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Silvio Mazzitelli

Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).

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