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Un giorno di pioggia a New York, un distillato di Woody Allen | Recensione

Parliamo della nuova, tormentata pellicola del regista

Un giorno di pioggia a New York è il nuovo film di Woody Allen, che arriva finalmente nelle sale italiane, dopo un percorso tortuoso. Durante e soprattutto dopo la produzione della pellicola infatti sono tornate al centro dell’attenzione le accuse mosse al regista all’inizio degli anni ’90. Questo ha portato diversi membri del cast a prendere le distanze dalla pellicola e Amazon Studios a sospenderne la distribuzione. Ora finalmente il film ha trovato la via della sala, almeno in Italia ed è giunto il momento di parlarne. Eccoci qui quindi con la nostra recensione di Un giorno di pioggia a New York.

Una romantica passeggiata sotto la pioggia…

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Protagonista di Un giorno di pioggia a New York è Gatsby, un giovane studente un po’ bohémien, che affronta la vita con un vago senso di ribellione verso le istituzioni, la società e soprattutto la sua famiglia. È fidanzato e innamoratissimo della fidanzata Ashleigh, sua compagna di college che sogna una carriera da giornalista.

Proprio questo la porterà a New York per un’intervista con un importante regista e così Gatsby decide di organizzare un week-end romantico, per portare la ragazza alla scoperta della città che tanto ama. Da qui si svilupperà una trama di equivoci e imprevisti, che porterà i ragazzi in una catena di eventi in giro per tutta New York City.

Tutta la vicenda, sotto tantissimi aspetti, ci riporta a un Woody Allen più puro che mai. Sebbene la mano di questo leggendario autore sia facile da percepire in tutte le sue opere, qui ritorna a uno stile più classico, più simile ai suoi lavori più noti. È facile ritrovare tantissime delle caratteristiche ricorrenti dei suoi film, a partire ovviamente dall’amore per la Grande Mela, com’è facile immaginare dal titolo.

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In Un giorno di pioggia a New York, la città è una co-protagonista importante. La sua magia e il suo fascino sono ribaditi dai personaggi, dalle vicende che vivono e dalle location che visitano. Un posto che in ventiquattr’ore è capace di regalarti tante avventure differenti, portandoti in cima al mondo e poi di nuovo con i piedi per terra e viceversa, cambiandoti la vita o regalandoti solo una bella storia da raccontare. Ma c’è qualcosa di più.

New York è una città in continua trasformazione e Woody Allen ce lo mostra nel film, non solo tramite gli scorci di tante zone differenti (incentrate sul lato più bello della metropoli), ma anche tramite un uso sapiente della luce. Le condizioni meteorologiche preannunciate dal titolo sono sospese sopra tutta la pellicola. E così mentre si attende questa pioggia a New York le nuvole giocano con il Sole, cambiando spesso i colori tra una scena e l’altra ma anche durante le stesse.

In questo la città diventa più che mai una protagonista dell’opera. I suoi colori si evolvono, cambiano, seguono o contrastano l’umore dei diversi personaggi e la metropoli li culla, portandoli fino alla conclusione di una difficile giornata.

Un giorno di pioggia a New York ho incontrato un sacco di Woody Allen

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Non basta però la lettera d’amore a New York per rendere questo film il distillato citato nel titolo della recensione. E Ci sono tantissimi altri elementi che ricorrono, dalla continua riflessione sul cinema e sulla sua industria, tra luci e soprattutto ombre, alla psicanalisi (nascosta dietro la maschera del giornalismo), fino ai discorsi sulle vite sentimentali o sui complessi rapporti familiari, portati avanti da anni dal regista. Tutti fattori chiave del film, ancora una volta prepotentemente al centro della scena.

E poi ovviamente non si può non parlare del suo protagonista. Gatsby, questo giovane intellettuale figlio di buona famiglia, è uno dei più classici personaggi delle opere di Allen. Certo, in quel senso di ribellione non meglio definito, l’influenza del giovane Holden di Salinger si sente, tanto che si potrebbe provare a ricostruire il film come una sorta di rilettura del regista di questo classico della letteratura. Tuttavia nel profondo è un nuovo protagonista ‘alleniano’, con tutte le sue manie e idiosincrasie.

E se spesso questo è un alter ego dell’autore stesso, qui non è da solo, anzi ha almeno due concorrenti al ruolo ancora più quotati. Nelle diverse peregrinazioni di Ashleigh, la ragazza entra in contatto con diverse figure e, in alcune queste soprattutto, è facile ritrovare un nuovo Woody Allen. E non è un caso che questi siano indirettamente in contrapposizione tra loro, come se si trattasse di uno scontro tra le varie anime del regista. Chi riuscirà a emergere vincitore? E qual è il vero premio della sfida?

Un giorno di pioggia a New York, anche fuori dalla sala

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Insomma, il nuovo lavoro di Woody Allen, al di là di tutte le polemiche che ne hanno accompagnato la distribuzione, è assolutamente promosso. Il regista confeziona un’opera che, pur non posizionandosi in cima alla classifica dei suoi lavori, è sicuramente una delle più pure che abbia realizzato dal punto di vista di rappresentazione della sua poetica.

Coadiuvato da un cast ancora una volta eccezionale, con Elle Fanning, Liev Schreiber e Jude Law in particolare in una forma fantastica, questa pellicola riesce a emozionare lo spettatore come solo un grande autore sa fare.

Un giorno di pioggia a New York ti rimane addosso e non se ne va, tanto che una volta usciti dalla sala dell’anteprima siamo rimasti perplessi dal fatto che non stesse piovendo come nel film. Fateci sapere se succede anche a voi.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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