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Alita: Battle Angel, per le piccole cose vale la pena rischiare

“A questo mondo non c’è più nulla di valore, per cui valga la pena rischiare la vita, eccetto forse per quelle piccole cose che possiamo creare noi stessi”.
Iniziare l’articolo per parlare del famoso cyborg Alita con una frase del suo creatore ci sembrava il modo più adatto per entrare in medias res sull’argomento. Un modo che rispecchiasse non solo il cuore dell’opera ma anche, parallelamente, l’iter cinematografico, fortemente voluto ma piuttosto travagliato. 
Il film sarà la trasposizione sul grande schermo dell’opera di Yukito Kishiro, Battle Angel Alita, manga serializzato dalla rivista Business Jump, che ha fatto il suo debutto nel 1991 e ha continuato la sua uscita per quattro anni, avendo poi due seguiti vent’anni dopo in Battle Alita: Last Order e Battle Alita: Mars Chronichle.
Il progetto cinematografico ha visto un concepimento piuttosto lungo, iniziato nei primi anni duemila quando Guillermo del Toro ha fatto innamorare James Cameron del manga. Da lì sono partiti i tentativi di negoziazione e realizzazione dell’opera che si sono protratti fino ad oggi, tra alti e bassi, riuscendo finalmente dopo più di quindici anni a strappare il biglietto per la sala. Il risultato finale è la coppia James Cameron – Jon Landau alla produzione e Robert Rodriguez alla regia.
Nel manga originale la storia si svolge nel ventiseiesimo secolo nella città discarica, una gigantesca metropoli alla base di una città sospesa tra le nuvole che getta sotto di sé i rifiuti. In questo ammasso informe abitato, un cyberdottore, Daisuke Ido, ritrova una giovane ragazza cyborg priva di memoria. Il suo corpo è praticamente distrutto e inutilizzabile, ma il suo cervello è ancora intatto, così decide di ripararla. Senza alcun ricordo della sua vita precedente, a parte le sue incredibili capacità nelle arti marziali (il Panzer Kunst), Alita diventa una pericolosa cacciatrice di taglie in cerca di criminali, in un viaggio che, come nelle migliori storie, la porterà alla scoperta di sé.
Il film, da quel che sappiamo, non sarà un riassunto completo dei nove volumi che compongono l’opera ma prenderà in esame soltanto alcuni elementi dei primi quattro, tra cui spicca il Motorball (idea molto amata dallo stesso Cameron), uno sport in cui partecipano i cyborg dotati di speciali armi da contatto e armature protettive, il cui unico obiettivo è portare una sfera metallica di 40 kg oltre il traguardo o rimanere l'ultimo giocatore in vita. I corridori inoltre sono dotati di pattini speciali che permettono di sfrecciare ad alte velocità e sono sprovvisti di qualsiasi forma di pietà.
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A vestire i panni del cyborg protagonista sarà la giovane Rosa Salazar, affiancata da un cast di tutto rispetto: Christoph Waltz sarà il Doctor Dyson, l’equivalente cinematografico di Daisuke Ido, Jennifer Connelly sarà Chiren, vecchi conoscenza di Dyson, Ed Skrein sarà il villain Zapan, Mahershala Ali sarà Vector, l’uomo dietro alle corse di Motorball, Lana Condor interpreterà la teenager Koyomi e infine, altre parti non ancora precisate andranno a Jackie Earle Haley e Michelle Rodriguez
Il film uscirà il prossimo 20 luglio ma già dall’arrivo del trailer ufficiale non ha mancato di far parlare di sé. Nell’occhio del ciclone ci sarebbero proprio gli occhi della protagonista che a differenza dei comprimari, normali, ricordano i grandi occhi da manga (ottenuti con la tecnica della motion capture); molti li hanno trovato disturbanti, in contrasto con il realismo generale. Che possano essere irrealistici o portatori di emozioni fuori dal comune, come affermato dal regista, lo si vedrà soltanto una volta in sala. Per ora possiamo solo augurarci che l’incipit iniziale, che quel piccolo rischio preso con quest’opera, non sia un’ennesima fagocitazione occidentale dell’oriente ma sia fedele allo spirito dell’autore e ne rispecchi il cuore.
“Senza di te, Alita, la mia vita non ha valore”. 
Daisuke Ido

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Mattia Russo

Laureato in Comunicazione, Marketing e Pubblicità per farla breve, e aspirante giornalista. Curioso per natura, dalla vena impicciona, tendo a leggere qualsiasi cosa, con un'inclinazione al fantasy. Non sono uno che ama i silenzi e parlo troppo. Pace.

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