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Argylle – La super spia: folle, esilarante ed elegante | Recensione

Partendo da una premessa assurda, questo film ci trascina in un mondo che gioca con i cliché da vero maestro

Argylle – La super spia è il nuovo film di Matthew Vaughn, regista già della saga di Kingsman, che torna a occuparsi di intelligence, ma con una prospettiva tutta nuova. È un’opera che ha avuto uno sviluppo strano, con tanti dubbi sul libro che l’ha ispirata ma soprattutto sulla sua autrice (tanto da lanciare bizzarre teorie sul web). Ora finalmente, arriva nelle sale di tutto il mondo ponendo fine a questa attesa. Noi abbiamo potuto vedere Argylle – La super spia in anteprima e non vediamo l’ora di svelarvi com’è andata nella nostra recensione

Argylle, la recensione del film di Matthew Vaughn

Il mondo della narrativa dello spionaggio ruota sempre a una spia eccezionale: James Bond, Ethan Hunt, Jason Bourne… Tutti loro sono una versione del “miglior agente sul campo che abbia mai visto“, esperti di tutti i tipi di combattimento, piloti straordinari di qualsiasi veicolo, scaltri scacchisti, imperturbabili, rocciosi, determinati. Ecco l’agente Argylle è uno di questi, forse ancora più di loro.

Il personaggio di Henry Cavill (scelto proprio perché spesso proposto come nuovo interprete di James Bond) porta agli estremi la figura di 007, fermandosi appena appena prima del confine che lo separa dalla parodia. Rispetto all’agente dell’MI6 però Argylle ha una differenza: anche all’interno del suo mondo sullo schermo resta una figura di fantasia.

Si tratta infatti del protagonista di una ricchissima serie di libri, scritti da Elly Conway. Opere amatissime dal pubblico perché avvincenti e ricche di sorprese, ma soprattutto amate dalle stesse spie. L’intuito di questa autrice, combinato con le sue ricerche assidue per prepararsi, è eccezionale, tanto che è stata capace di prevedere veri e propri sviluppi geopolitici. E questo potrebbe avere gravi conseguenze per lei.

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Un’agenzia di spionaggio internazionale ha infatti deciso di mettersi sulle sue tracce, per sfruttare le sue “doti divinatorie” per i propri scopi malvagi. Ma fortunatamente l’agente Wilde arriverà a trarla in salvo, trascinando Elly Conway (e il suo adorato gatto Alfie) in un’avventura in giro per il mondo che sembra uscita direttamente dai libri della serie di Argylle.

OK, la premessa è piuttosto peculiare, ma…

argylle recensione super spia

Sì, probabilmente leggendo queste righe siete rimasti un po’ perplessi. E avete ragione: la premessa alla base di Argylle è quantomeno bizzarra. Ma è proprio per questo che questo film è così eccezionale, perché per quanto formalmente si spinga oltre i confini, riesce sempre magicamente a mantenere intatta la sospensione dell’incredulità. Ci ritroviamo a pensare “Certo che è proprio assurda questa cosa” provando a distaccarci, ma intanto ci stiamo avvicinando allo schermo, curiosi di scoprire cosa succederà.

Anche perché all’elenco di “abilità magiche” che ha questo film va aggiunta la capacità di riuscire a sorprenderci. Argylle è davvero ricco di colpi di scena (fra cui alcuni costruiti letteralmente da manuale con un’applicazione dei meccanismi di set-up e payoff splendida) capaci di lasciarci a bocca aperta. Anche quando avremmo avuto tutto il tempo per prevederli, perché perfettamente inseriti nella tradizione del cinema di spionaggio che Argylle – il personaggio, ma anche il film protagonista di questa recensione – omaggia in ogni occasione.

L’attenzione posta sulla costruzione del racconto, la minuziosa preparazione di tutto è un passaggio fondamentale. Perché sì, ci sono dei casi in cui riesce a coglierci assolutamente di sorpresa, ma ci sono anche momenti in cui siamo riusciti ad anticipare qualche svolta. Ma se la sceneggiatura è solida la delusione di aver indovinato un passaggio prevedibile lascia il campo alla soddisfazione di aver colto gli indizi appena prima della rivelazione. Quel “Sì, lo sapevo! LO SAPEVO!” che vorresti urlare allo schermo (ma al cinema è il caso di evitare).

Argylle, la recensione: un cast ricco, pienamente nel ruolo

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Matthew Vaughn, regista di questa pellicola, si destreggia agilmente nel gestire una squadra di interpreti davvero stellare. Bryce Dallas Howard è perfettamente centrata nella parte della scrittrice introversa, amante dei gatti e sposata con il suo lavoro, travolta da questa sequenza inattesa di eventi che l’ha catapultata in un mondo che fino a quel punto considerava solo di fantasia.

A questo proposito, il team che dà vita alle vicende di Argylle (il personaggio, non il film di cui stiamo facendo la recensione) è altrettanto convincente. Dua Lipa incarna una perfetta femme fatale fedele alla tradizione, ottimo contraltare della super spia di Henry Cavill, che ancora una volta ci dimostra che in un altro universo è stato uno straordinario James Bond. E un plauso va fatto anche per John Cena che riesce a sfruttare al massimo il suo spazio, mostrando un grande carisma capace di catturare l’attenzione in ogni occasione. Una stella in ascesa, che continua a confermarsi.

Sul resto del cast, che si mantiene sempre un ottimo livello, vale la pena di menzionare Bryan Cranston. La sua performance (proprio come il film) è estremizzata, ma senza mai sfociare nella parodia completa. E così riesce a intrattenere senza mai farci uscire dalla pellicola.

L’unico vero neo di questa pellicola è una computer grafica che non riesce a stare al passo con la visione di Vaughn. Argylle è un film dallo status particolare, con un piede nello streaming e uno nel cinema e questo aspetto lo riflette pienamente. Ci troviamo davanti a una CGI che è piuttosto buona per il piccolo schermo, ma che è appena sufficiente per il grande, soprattutto per un’opera di questo genere.

Argylle, la recensione: Matthew Vaughn ce l’ha fatta, di nuovo

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Il gatto Alfie che, diciamocelo, è la vera star di questo film

Quando quasi dieci anni fa è uscito al cinema Kingsman – Secret Service non si sapeva esattamente cosa aspettarsi. Fu una sorpresa eccezionale, capace poi di diventare un successo planetario da quasi mezzo miliardo di dollari e dare via a un franchise che conta tre capitoli al momento, con un quarto in sviluppo. Ma soprattutto è stato un film che ha infuso nuova linfa in un genere, riuscendo a giocare con i suoi cliché e piegandoli in una maniera nuova.

Con Argylle Matthew Vaughn è riuscito ancora a realizzare qualcosa di fresco, sorprendente e soprattutto davvero divertente. Un divertimento che non è solo risata (che comunque c’è) e che non è sinonimo di spegnere il cervello, ma di costruzione di una narrativa appassionante e sorprendente, condita di momenti davvero esaltanti in un gioco continuo di omaggi al genere, prese in giro e un mix di entrambi.

Resta ora da capire se riuscirà a completare la replica di Kingsman anche con il successo al box office. L’asticella in questo caso è particolarmente alta (si vocifera di un budget da 200 milioni di dollari) e le ambizioni del regista lo sono ancora di più. Ma Argylle è proprio uno di quei film che quando esci dalla sala ti fa venire voglia di consigliarlo ad altre persone. Ed è proprio quello che stiamo facendo ora.

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Argylle
  • Conway, Elly (Autore)

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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