Cultura e Società

Atomica Bionda: mostrare, non raccontare

Prima di addentrarci nell'analisi di Atomica Bionda, esordio ufficiale alla regia di David Leitch, già regista non accreditato di John Wick, dobbiamo toglierci un sassolino dalla scarpa. Il titolo italiano presenta infatti un errore veniale, ma che avrebbe potuto essere facilmente evitato e probabilmente proprio per questo risulta così fastidioso. L'originale Atomic Blonde gioca infatti sull'assonanza blonde-bomb, ricollegandosi all'ambientazione temporale del film, negli ultimi mesi della Guerra Fredda. Nella versione italiana purtroppo si perde quasi completamente ed è un peccato, dato che sarebbe bastato invertire le due parole per ottenere un molto più comprensibile Bionda Atomica. Fatta questa premessa, passiamo alla recensione vera e propria.

Atomica Bionda è un action-thriller ambientato a Berlino, nei giorni precedenti alla caduta del Muro. Una cornice stupenda, ricostruita ottimamente nelle sue tante facce, soprattutto per quanto riguarda la parte Est, cupa e affascinante. La location è davvero protagonista della pellicola, con continui salti da un lato all'altro del Muro e conseguenti confronti tra i due mondi, ognuno con le proprie luci ed ombre. La colonna sonora, costituita principalmente da pezzi dell'epoca in versione originale o cover, è il tocco finale, per dare allo spettatore l'impressione di respirare davvero quelle atmosfere di fine anni '80.
Parlando dei "protagonisti umani" è impossibile non celebrare l'eccezionale performance di Charlize Theron, capace di dare risalto alle tante sfumature del suo personaggio, passando da dialoghi statici ad elaboratissime scene d'azione, senza mai calare di intensità. Fin dai primi secondi in cui compare riesce a catturare l'attenzione del pubblico e non la lascia più fino alla fine del film. Altrettanto meritevole è l'interpretazione di James McAvoy nei panni dell'agente sotto copertura David Percival, così come quella di Sofia Boutella: due ottimi comprimari, che convincono a pieno e che rafforzano ulteriormente la performance della Theron.
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Il vero punto di forza del film non è però nelle singole interpretazioni, ma nel lato visuale. L'utilizzo del colore è impressionante e coinvolgente e la regia è davvero di alto livello, sia per le sequenze tranquille (come la prima apparizione della protagonista), sia ovviamente in quelle più dinamiche. Una scena in particolare, strategicamente posizionata al centro della pellicola, mostra la qualità del lavoro compiuto da David Leitch. Un vero e proprio esercizio di stile, realizzato con diversi virtuosismi e movimenti di macchina arditi, che lascia quasi senza fiato.
Passando alle note dolenti, purtroppo bisogna sottolineare come a fronte di un impianto visuale così imponente e stupefacente, manchi una struttura narrativa allo stesso livello. La storia raccontata, per quanto interessante, risulta forse troppo complessa per un film a metà tra action e spy movie e soprattutto si risolve in un finale troppo sbrigativo, con una raffica di colpi di scena al limite dell'assurdo che travolge lo spettatore, lasciandolo interdetto e confuso all'uscita dalla sala.
Riassumendo, Atomica Bionda è un piccolo gioiello dal punto di vista visivo, che però scivola malamente sul lato della narrazione e proprio per questo probabilmente sarà apprezzato più dalla critica che dal pubblico generalista che a quest'ultimo aspetto da molta più rilevanza. Resta comunque un prodotto meritevole di visione e che fa sperare in bene per Deadpool 2, prossimo lavoro di David Leitch, previsto per giugno 2018.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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