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Big Hero 6 in una scala da uno a dieci

Abbiamo visto in anteprima la nuova fatica Disney Big Hero Six, opera chiaramente pensata per il periodo Natalizio (anche se il clima nella pellicola è tutt'altro), ed ecco cosa ne pensiamo.
Big Hero Six, per chi non lo sapesse, è il primo film Disney/Marvel completamente in animazione.
In questo articolo non ci dilungheremo riguardo i suoi rapporti con la continuity ma se siete interessati ai risvolti “fumettistici” dell'opera non avete che da cliccare qui.
Big Hero Six è esattamente come sembra, un ottimo, divertente e fantastico prodotto per bambini. E' una pellicola spensierata sulle tematiche super eroistiche e sulla figura dell'eroe nel senso più ampio, il confine tra giustizia e vendetta spiegato in maniera semplice. Un'introduzione per i più giovani in un mondo grande e immaginifico: quello dei fumetti.
E qui non c'è niente di male, se avete dei figli o uno spirito molto infantile (nel senso buono) il nostro consiglio è di precipitarvi al cinema per un'avventura a misura di famiglia, non originale forse, ma sicuramente con molte cartucce da sparare riguardo gag e costruzione di alcuni personaggi.
Di chi stiamo parlando? Ovviamente della punta di diamante del prossimo anno del Merchandising Disney e anche personaggio più simpatico di tutta la pellicola: Il Robot gonfiabile Bay-Max.
Su di lui infatti ricadono quasi tutte le gag di Big Hero Six, scene che riescono a strapparti un sorriso nonostante la loro semplicità. E' questo che è la pellicola: semplice.
Non c'è nulla di male in questa semplicità perché non ci troviamo di fronte a un prodotto banale, solo semplice, immediato, intuitivo, proprio come un discorso fatto a un bambino. 
Ed è qui che abbiamo sbagliato, siamo entrati in sala con le dita incrociate sperando con tutto noi stessi che Big Hero Six riuscisse a stupirci con una trama rivoluzionaria, con un colpo di scena finale da far accapponare la pelle ma invece no. 
Big Hero Six non ha colpe, la colpa è nostra, nostra che avevamo ancora gli occhi lucidi da Frozen che, pur non essendo rivoluzionario, presenta dei risvolti di trama inconsueti per Disney (come la figura di Hans e l'amore tra sorelle).
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Siamo entrati in sala aspettandoci un prodotto per ragazzi e giovani adulti in stile Ralph Spaccatutto ma invece siamo stati colpiti da un ottimo film per bambini e, di nuovo, torniamo a dire che va bene così.
La trama è assolutamente lineare nel più classico (classico, classico) stile Disneyano, chi è cresciuto con la famosa casa delle idee saprà immaginare il plot nei dettagli anche con un rapido sguardo al Trailer. Perfino il “colpo di scena finale” riporterà gli adulti a una semplicità espositiva che non vedeva dai tempi di Robin Hood.
I fan della Disney più smaliziati e grandicelli non faranno nemmeno troppa fatica a trovare una “involontaria” sensualità nel design della zia di Hiro e in Go-Go mentre i bambini di fianco a noi urleranno divertiti.
Con questa pellicola Disney ci ha ricordato che confeziona e esporta opere per i più piccoli su larga scala e che lo farà sempre, ci ha ricordato che siamo cresciuti e che non dobbiamo aspettarci che i loro film siano ancora “solo per noi” .
E abbiamo accettato questo con un sorriso. Andate a vederlo questo 18 Dicembre, vi divertirete.
E ora qualche spoiler: una menzione speciale per  l'apparizione di Stan Lee e per tutti i rimandi al fumetto originale Marvel che, per quanto cambiato, riesce a pulsare sotto la patina della pellicola.
Ma ci teniamo a svelarvi anche la nostra “illusoria” aspettativa sulla pellicola, un colpo di scena che desideravamo ardentemente ma che, mano a mano che la pellicola scivolava, abbiamo dovuto accettare che non ci sarebbe mai stato.
Nell'incendio in università (fulcro della trama) sono coinvolte tre figure molto importanti nella vita di Hiro: Il buon preside dell'ateneo, il magnate senza scrupoli che vuole le sue invenzioni e il fratello Tadashi che muore per salvare il buon preside, che scompare nonostante tutto.
La trama Disneyana è ovvia dal momento nel quale Hiro crede che il magnate sia il cattivo mascherato, ovviamente il vero villain è il buon preside, non faticherete a capirlo nemmeno se vi impegnerete.

Ecco, la nostra folle speranza, una speranza che avrebbe potuto portare il film nell'olimpo era che, alla fine, il coraggioso fratello Tadashi si nascondesse dietro la maschera del malvagio. Speravamo troppo? Forse si.

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Commenti

  1. Per quanto mi riguarda, quel finale non avrebbe portato il film nell’olimpo, anzi.
    Avrebbe stravolto un personaggio al solo scopo di fare più effetto, e a differenza di “Dragon Trainer 2” qui non ci sono neppure appigli che potrebbero giustificarlo, sarebbe stato palesemente solo per seguire la moda di inserire gritty e dark ovunque possibile.
    Trovo più apprezzabile un film che invece riesce a mantenersi sulla semplicità e mostrare che comunque non implica stupidità o bassa qualità.

  2. A volte i segreti che cerchiamo ci stanno proprio davanti agli occhi, come la lettera scomparsa di Poe: la trama rivoluzionaria (e qui mi gioco un dado che fa sempre venti che ci abbia messo lo zampino John vecchia volpe Lasseter) è che per la prima volta, in un film Disney, un personaggio dei buoni muore (e per davvero) 🙂 Io mi sono vigliaccamente divertita :))) balalalala a tutti 😉

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