Cultura e Società

Classic Trash: pessimi gusti e musica classica

Come ben sapete, con la mia rubrica cerco di stanare e mostrare tutti gli aspetti del trash senza escludere nessuno: già ho definito qui (cliccate) il concetto che sta dietro questo termine ed è importante comprendere che anche dove non ce lo si aspetta, qualche esemplare si può scovare. 
Insomma, dobbiamo ammettere che non c'è scampo.
Per dimostrare che non c'è aspetto che non nasconda un substrato trash, sono andata a scavare in un territorio che sembrerebbe totalmente immune e scevro da esempi di questo genere, ma che con stupore (anche mio) evidentemente porta in seno elementi insospettabili di cattivo gusto: la musica classica.
Non dovrebbe essere necessaria una spiegazione riguardo che cosa sia la musica classica, ma a scanso di equivoci, tengo a specificare che dalla musica gregoriana ai compositori contemporanei anche meno comprensibili, gli autori di questo genere hanno avuto un ruolo che li ha portati a presenziare nei libri di storia della musica e ad essere eseguiti nei percorsi educativi musicali, sempre con il discrimine che possano piacere o meno naturalmente.
Tutto questo per esplicitare che non menzionerò Allevi, perché sarebbe necessario un approfondimento a lui solo dedicato per analizzare tutti gli aspetti e motivi per i quali la sua musica non sia classica contemporanea, ma addirittura al di là del trash.
Cronologicamente una delle storie che trovo più divertenti per la sua ignoranza è quella che riguarda il tritono, (due note a distanza di tre toni esatti, come il suono della sirena della polizia per intenderci) che non poteva essere utilizzato nelle composizioni, perché definito in vari manuali, specialmente quelli clericali, fin dal medioevo come “accordo del male” e “diabulus in musica”. Per fortuna è stato utilizzato senza troppi problemi da moltissimi compositori che hanno ignorato i dettami ecclesiastici e ci ha portato molte soddisfazioni, nonché colonne sonore che senza l'inquietudine di questo bicordo sarebbero state tutte come la sigla dei Puffi.
L'utilizzo di suoni più o meno azzeccati mi porta a un esempio ben preciso e sorprendente perché vado a scomodare uno dei più celebri compositori operistici di sempre: Gioachino Rossini. In che modo si è guadagnato una citazione qui in mezzo? In realtà non è esattamente colpa sua, ma a lui viene attribuito il “Duetto buffo di due gatti” , vale a dire una composizione per due soprani che cantano “miao” per vari minuti. 
Continuando con i nomi importanti, Robert Schumann compose un'infinità di brani indubbiamente virtuosistici e di abilità, tuttora studiati e amati, ma non era altrettanto abile nell'eseguirli; pessimo allievo di pianoforte, decise di esercitarsi per rendere più autonome le dita utilizzando una macchina collegata alle falangi che invece le rovinò per sempre. Tuttavia a onor del vero, altre fonti narrano che si sia invece intossicato a forza di inalare mercurio per curarsi dalla sifilide e come conseguenza gli si paralizzarono alcune dita, ma in ogni caso non ne esce particolarmente vittorioso da queste storie. 
Sempre a proposito di compositori che non riuscivano a eseguire la propria musica, Maurice Ravel è forse il più bistrattato; a tutti i musicisti classici viene sempre insegnato che era  mediocre sia come pianista che come direttore d'orchestra. Pur essendo vissuto in un'epoca in cui era già possibile registrare le esecuzioni infatti, riuscì a immortalarne solo due e neanche bene, ma tutto ciò non svaluta logicamente il valore delle sue composizioni, che rimangono un tale emblema di innovazione, sensibilità e sperimentazione da tenerlo saldo nell'Olimpo dei compositori classici. Voglio dire, non potremo mai sentire come suonava Beethoven, ma non per questo ci piace di meno.
Spostandoci a un'epoca ancora più recente, le composizioni hanno cominciato a diventare sempre più sperimentali e meno comprensibili, tendenti alla cacofonia e all'arroccarsi sull'idea che chi non apprezzasse tali esperimenti, non fosse degno di comprendere. 
Alcuni tentativi sono stati di successo, altri meno, ma tralasciando il gusto personale, quello che trovo irrimediabilmente trash in questo frangente è la serietà unita alla convinzione con cui i compositori scrivono e descrivono le proprie opere. Utilizzano pentagrammi, notazioni regolari o inventate se quelle esistenti non bastano, ma tutto profuma di gravità barocca.  
Non sto affermando che le opere contemporanee facciano pena, anzi per esempio trovo geniale 4'33'' di John Cage dove il pianista resta per questa durata in silenzio senza suonare dando peso ai suoni dell'ambiente circostante o anche il Poema sinfonico per 100 metronomi di Ligeti, con tanto di 10 musicisti addetti a caricare altrettanti metronomi su tempi e durate differenti e perfino un direttore di orchestra. Il problema è dunque solo la pretesa di serietà che è proprio quello a rendere trash un prodotto che se fosse presentato come ironico, avrebbe tutto un altro riscontro.
Se infine foste curiosi di sapere dopo tutta questa carrellata quale sia il brano più trash di sempre, probabilmente vi suggerirei di ascoltare la Battaglia di Praga di Frantisek Kotzwara; il compositore ha tentato nel Settecento di riprodurre i suoni del campo di guerra (idea brillante) ma in maniera così pacchiana e lenta da risultare davvero grottesco. Se vi capita di dare un occhio anche alla sua biografia e alla sua morte poi, capirete perché ha un posto speciale in questo articolo.

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Commenti

  1. Un appunto sulla parte riguardante la musica “di un epoca ancora più recente”: rimanendo in tema di “trash”, ho trovato di cattivissimo gusto catalogare certi compositori (non specificati ma intuibili) del Novecento come sperimentatori che hanno scritto robe “tendenti alla cacofonia e all’arroccarsi sull’idea che chi non apprezzasse tali esperimenti, non fosse degno di comprendere” che “utilizzano pentagrammi, notazioni regolari o inventate se quelle esistenti non bastano, ma tutto profuma di gravità barocca”.
    Mi sembra un’analisi parecchio bigotta, vecchia e scorretta; quando si critica qualcuno o qualcosa è buona norma fare almeno nomi e cognomi.

    In secondo luogo: perché la pretesa di serietà dovrebbe essere “trash”? Commentare il proprio lavoro dovrebbe essere “trash”? Quindi, secondo te, tutta la musica contemporanea dovrebbe essere ironia: che varietà!

    Quali sono i fallimenti della musica moderna? Io e migliaia di studiosi non attendiamo che essere illuminati da OrgoglioNerd!

    Credi che Cage abbia scritto la sua musica per ridere? Hai mai guardato su YouTube un’esecuzione di 4’33” di David Tudor?
    Che competenze musicologiche hai per dire queste fesserie?

    E soprattutto: facevi un miglior figura scrivendo semplicemente:”ragazzi, la musica moderna e contemporanea non mi piace molto. Però Cage e Ligeti li apprezzo perchè ecc. ecc.”

    Umiltà.

  2. Io non ne so niente di Musica eppure ho compreso l’articolo. Prima di tutto Alessandra, in particolare quando scrive nella sua rubrica personale, non è OrgoglioNerd. Come non lo è il Rinoceronte o Gabriele Bianchi.Primo punto: Non l’ho vista come una critica ai singoli, ma a un movimento e si tratta di una opinione argomentata  e personale (basta continuare a leggere), qui l’unico che ha lanciato epiteti senza argomentazioni sembri tu. 
    Il secondo punto, secondo l’idea di Alessandra “il trash è qualcosa che diverte ma in maniera non consapevole” è chiaro da ciò che scrive. Si può riflettere anche sul cinema questo, le pellicole trash migliori sono quelle girate con la pretesa di essere altro. Le pellicole che partono con l’idea del trash mancano di quella scintilla il più delle volte, e questo lo condivido.La risposta che cerchi è il pezzo che hai omesso tra le due tue citazioni.
    Gabriele, tu e i migliaia di studiosi dovrete attendere o almeno rileggere il pezzo con più attenzione. 
    Non conosco Cage, Alessandra approfondirà sicuramente la sua opinione.
    È quello che ha scritto. insieme a molte altre cose interessanti, ma è quello che non hai colto apparentemente.

  3. Caro Gabriele, 
    Temevo che questo articolo avrebbe creato difficoltà a chi non fosse del settore, ma volevo incuriosire i più verso un argomento non particolarmente popolare e magari creare una conversazione con chi ha studiato musica. Non è esattamente questo il tipo di conversazione a cui aspiravo ma cercherò di riportare i toni su quello che auspicavo.1.  La mia critica è rivolta a quanti, pur con la pretesa dell’innovazione, hanno fatto gli stessi errori di coloro da cui si sono distaccati, cioè tacciare di ignorante chi non capisse la loro arte. Non servono nomi perché è una cosa che permea tutta la storia della musica. Spiegami quindi: l’analisi è bigotta vecchia e scorretta perché non faccio nomi?2. Quando si compongono pezzi che presuppongono l’uso dei gomiti e del sedere su una tastiera, non mi sembra sia qualcosa di così elitario, dunque per me il contrasto che si crea è trash.3. Ho letto più volte il mio articolo e non credo di aver scovato ancora dove parlerei dei fallimenti della musica moderna. Innanzitutto perché ho “criticato” quella contemporanea, non moderna, secondariamente se ti riferisci magari al titolo, il fallimento era quello dei meccanismi usati da Schumann.Inoltre come già sottolineato dal Direttore, stai leggendo un articolo non di redazione, ma mio, in cui parlo in base alle mie conoscenze ed esperienze ed esprimo opinioni, non fatti, anche se è difficile distinguerli “si somigliano tutti”.4. Ho definito Cage geniale. Non trovo ironico né sprezzante  definire qualcuno geniale. Spiego meglio: ho aperto e chiuso il paragrafo dicendo che il motivo per cui definisco alcune opere trash è la loro mancanza di ironia. In mezzo ho dato esempi che mostrassero che non considero tutto un fascio e che ci sono brani geniali. Ho chiuso ripetendo che dunque è solo la mancanza di ironia quando il risultato è dubbio a farmi definire qualcosa “trash”. 5. Le mie competenze sono un diploma in pianoforte (il cui conseguimento presuppone esami di composizione e storia della musica), svariati esami di storia della musica e molteplici concorsi vinti tra cui il premio Schoenberg a 12 anni (non che fosse importante, era in un paesino nelle Langhe, ma per dire che a me piace anche la musica contemporanea, mi è stata spiegata e proprio per quello ho avuto l’arroganza di esprimere delle opinioni) e negli ultimi anni ho collaborato con un compositore contemporaneo per la trasposizione di alcuni suoi lavori che intrecciavano melodie e parole.Infine e soprattutto, non sarò particolarmente umile ma (mi ripeto) ho voluto mettere insieme le mie conoscenze e opinioni per diffondere qualcosa che amo e che non ha particolare seguito  (chissà perché).

  4. Carissimi,
    vi ringrazio per le risposte.
    cerco di rispondere con ordine ad entrambi.

    a Daniele,
    proprio perché leggo con attenzione,

    “ma tralasciando il gusto personale, quello che trovo irrimediabilmente trash in questo frangente è la serietà unita alla convinzione con cui i compositori scrivono e descrivono le proprie opere.”

    1) le prime 5 parole indicano una sua valutazione oggettiva senza argomentazioni ne nomi+cognomi. (ha tralasciato il gusto personale)

    2) non ha fatto una critica a singoli (come dici anche tu) ma a più movimenti culturali senza argomentazioni valide.

    3) “Il problema è dunque solo la pretesa di serietà che è proprio quello a rendere trash un prodotto che se fosse presentato come ironico, avrebbe tutto un altro riscontro.”
    Qua si sta palesemente dando un senso negativo a “Trash”: è infatti un problema che gli ironici (a detta della scrivente) 4’33” e il poema sinfonico non hanno. Dal testo traspare questo.

    4) [trash ‹träš› s. ingl. (propr. «immondizia»), usato in ital. come agg. e s. m. – 1. agg. Di prodotto (libro, film, spettacolo televisivo e sim.) caratterizzato da cattivo gusto, volgarità, temi e soggetti scelti volutamente e con compiacimento per attirare il pubblico con quanto è scadente, di bassa lega, di infimo livello culturale: un film, una trasmissione t.; per estens., di cattivo gusto: un arredamento, una scenografia trash. 2. s. m. Orientamento del gusto basato sul recupero, spesso compiaciuto e esibito, di tutto quanto è deteriore, di cattivo gusto, di pessima qualità culturale: il diffondersi del t.; i teorici del t.; il t. televisivo; la sottocultura del trash. 3. In informatica, cestino della scrivania virtuale del computer nel quale vengono posti e successivamente eliminati i documenti che non servono più.]
    Mediaset è trash. La musica moderna e/o contemporanea di [senza-nome] no.
    5) è ovvio che quel che ha scritto è il risultato delle sue opinioni, semplicemente le ritengo ampiamente superficiali e prive di qualsiasi argomentazione valida. Se si critica pubblicamente lo si fa bene e con precisione. Continuo a sostenere che avrebbe potuto fare miglior figura scrivendo le proprie opinioni con meno narrazione storica e più “IMHO”.

    ad Alessandra,
    rispondo ai punti del tuo commento,

    1) “La mia critica è rivolta a quanti, pur con la pretesa dell’innovazione, hanno fatto gli stessi errori di coloro da cui si sono distaccati, cioè tacciare di ignorante chi non capisse la loro arte. Non servono nomi perché è una cosa che permea tutta la storia della musica.” Il discorso è generalista: a chi ti riferisci? non mi risulti che il concetto di “innovazione” permei tutta la storia della musica ma che sia un fenomeno abbastanza recente (da Beethoven in poi) in relazione ai diversi paradigmi musicali nel corso dei secoli. Nel corso del Novecento sono state mosse infinite accuse ingiuste di elitarismo a compositori come Stockhausen, Nono, Xenakis, Boulez solo perché stavano ricercando nuovi percorsi espressivi; trovo ributtante il fatto che ancora oggi si facciano discriminazioni sorde invece che ascoltare e provare a ragionare la musica in modo diverso. Queste accuse mi hanno sempre ricordato la classica guerra “bulli” vs “nerd”: perché siete così diversi? Non avete senso. Fate schifo!”…and-so-on-and-so-on…[cit.] Per questo la tua analisi è bigotta (quindi vecchia), proprio perché si parla oggettivamente di cacofonia (rivogliamo il do maggiore?), elitarismo e presunti atteggiamenti assolutamente non confermati dei compositori (quali? tutti?) in questione. Esempio: Studio I e II del Karlheinz suonano freddi e non efficaci? certo, ma ci sono dei motivi estetici ben precisi che hanno successivamente dato frutto a capolavori immortali come Microphonie I, Cosmic Pulse, Kontakte ecc..(‘sto processo si può fare con un sacco di compositori)

    2) L’elitarismo in arte non esiste. L’arte è disvelamento [cit.]. In questo caso confondi il “trash” con il “kitsch”, del quale la Scuola di Francoforte ha parlato abbondantemente (anche e soprattutto in musica).

    3) Non essendo a conoscenza del tuo bagaglio musicale, oltre che nell’articolo non si cita mai “musica contemporanea/moderna” ho (erroneamente) buttato nella risposta anche “musica moderna”. Ho ingenuamente creduto che criticassi soprattutto i viennesi, come di solito accade. Errore mio.
    Mi riferivo esattamente al titoletto “Nessuno è immune al pessimo gusto e ai fallimenti”: l’ho considerato ambiguo viste le considerazioni incriminate. Errore mio2.

    4) Ho compreso esattamente cosa intendevi e proprio per questo ho ritenuto facessi una classificazione: sia Cage che Ligeti utilizzano sapientemente l’ironia –> chi non lo fa ha la puzza sotto il naso e compone cacofonie pretenziose. Perdonami, ma dall’articolo traspare un po’ così. E non mi è piaciuto.

    5) Per correttezza: le mie competenze: frequento il corso di laurea specialistica in musica elettronica e tecnologie del suono presso il conservatorio di Como che prevede (e ha previsto, nella laurea triennale) esami di composizione, storia della musica contemporanea, filosofie e prassi della musica contemporanea, informatica musicale, acustica+psicoacustica, musicoterapia ecc. ecc. Sono (piacevolmente) ex pianista e ora compositore in erba con qualche sudata esecuzione nel nord Italia. Continuo gli studi di ricerca nel campo dell’informatica musicale/audiovisuals/composizione assistita/machine learning ecc. e scrivo di arte e scienza in un blog scientifico di discreto successo su facebook.

    6(?)) Proprio perché anche io cerco di diffondere e dare il mio personale contributo a qualcosa che amo, nel miglior modo possibile, non mi lascio trasportare in giudizi frettolosi con la pretesa che siano azzeccati (“ma tutto profuma di gravità barocca.”(?)) ma cerco di analizzare, assimilare, spiegare e, talvolta, apprezzare un brano.

    Conclusioni:
    Da fan di OrgoglioNerd ho letto molto volentieri il pezzo; e con attenzione!
    L’articolo, ad esclusione di quella parte, mi è piaciuto molto. è godibile e curioso.
    Però, a mio avviso, non si può far passare quel messaggio alle vostre migliaia di lettori!
    I tempi, fortunatamente, stanno cambiando per la musica colta e, se state in lombardia, probabilmente avrete visto più cartelloni dedicati rispetto a 5/10 anni fa.
    L’ironia, lo sberleffo dell’articolo (che, guardandolo con meno rigore, ci sta anche.) può essere dannoso per l’immagine della musica contemporanea fra i più giovani (ok che Cage, Ligeti, Stockhausen e compagnia briscola non sono contemporanei però il concetto è quello). La maggior parte della gente non ha la minima idea di che cosa sia la musica moderna(Schoenberg, Berg, Webern ecc.), figuriamoci quella post-moderna, contemporanea, elettroacustica ecc.
    Bisognerebbe alimentare la curiosità e le capacità critiche dei giovani ascoltatori, non classificare con leggerezza interi movimenti artistici non specificati. Fosse stato un giornaletto o un blog fighetto random avrei ampiamente lasciato correre ma da persone come voi, di cui ho stima, ho preferito fare la figura del criticone e commentare amaramente.
    “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.”

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