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Come distinguere gli Elfi di Tolkien? Don’t Panic!

Eldar, Noldor, Teleri, Quendi...come capirci qualcosa? Vi aiutiamo noi!

Gli Elfi di Tolkien sono la quintessenza del fantasy. Non più piccoli folletti dispettosi, ma nobili guerrieri immortali, gli Elfi presenti nelle opere del professore inglese costituiscono la base concettuale e stilistica di buona parte della letteratura fantasy mondiale. Tolkien ha dedicato decine e decine di pagine a descrivere nel dettaglio ogni possibile sottorazza, ogni cultura, ogni divisione etnica del popolo dei Primogeniti, creando gli Elfi della Luce, gli Elfi Grigi, gli Elfi dei Boschi e mille altre denominazioni. Come se non fosse già abbastanza complicato, buona parte di questo materiale si trova nel Silmarillion, l’opera più complessa e meno “amichevole” per il lettore. Come capirci qualcosa? Ma ci siamo qui noi! Con questo articolo inauguriamo un nuovo format, una nuova rubrica, che conterrà guide, informazioni, bigini e consigli sugli argomenti più disparati, dal titolo collettivo Don’t Panic!, e per principiare abbiamo deciso di scrivere una pratica guida su come districarsi fra le mille denominazioni degli Elfi nelle opere di Tolkien! Mettetevi comodi perché la faccenda è complessa e c’è da partire facendo un giro lungo, però tranquilli: alla fine dell’articolo troverete un fantastico glossario riassuntivo per la vostra convenienza. Buona lettura!

La storia degli Ainur e la creazione del mondo

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Per capirci qualcosa nella complessa suddivisione etnica dei gruppi degli Elfi di Arda (il mondo, di cui la Terra di Mezzo è un continente), è necessario fare un piccolo passo indietro e spendere qualche parola sugli Ainur, una razza di spiriti che aiutarono Eru Ilúvatar, la divinità suprema, nella creazione del mondo e delle sue creature. Il processo creativo è descritto come una Grande Musica chiamata Ainulindalë: in principio Ilúvatar creò il primo tema, che venne arricchito dai contribuiti degli Ainur. Il più potente di questi, Melkor, essendo geloso introdusse delle note discordanti, che Ilúvatar però incorporò nel secondo tema. Così venne a crearsi , l’universo, e Arda, il nostro pianeta. Con il terzo tema, a cui gli Ainur non parteciparono, Ilúvatar creò i suoi Figli, Elfi e Uomini, e ne stabilì le vicende.

Dopo la creazione, Ilúvatar non partecipò direttamente alle vicende del mondo. Gli Ainur sì: un gruppo di essi, i Valar, prese dimora in Arda. La loro missione era quella di plasmare la materia informe di cui era ancora costituito il mondo, e prepararlo per l’avvento dei Figli di Ilúvatar, gli Elfi, creati dormienti e nascosti nelle viscere della terra. I Valar sapevano che gli Elfi si sarebbero risvegliati, ma non sapevano quando, nè dove. Durante questa epoca avvenne la cosiddetta Prima Guerra, combattuta fra i Valar e Melkor, che desiderava il dominio su Arda. Venne sconfitto e si ritirò nel nord del mondo, e da allora divenne il primo Signore Oscuro, l’Avversario di Valar, Elfi e Uomini.

La luce

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Avendo provveduto a creare montagne, laghi, mari, boschi e colline, i Valar decisero di creare la luce in un mondo finora completamente oscuro. Così Aulë, il fabbro dei Valar, creò due immensi pilastri e due lampade, che Varda, la regina dei Valar, riempì di luce. Melkor, però, carico di odio attaccò i pilastri e li distrusse, causando il ritorno dell’oscurità in tutta la Terra di Mezzo. In quest’epoca i Valar si ritirarono nel continente occidentale, Aman, e fondarono il regno fortificato di Valinor, e crearono una nuova fonte di luce nella forma di due alberi, Laurelin e Telperion, che illuminavano però soltanto Aman. Varda, quindi, raccolse la rugiada luminosa dei due alberi, e la utilizzò per creare le stelle, a beneficio degli Elfi, che ancora attendevano di risvegliarsi. I due alberi, poi, sarebbero stati ulteriormente presi di mira da Melkor e dal suo esercito di creature oscure, infine distrutti, ma non prima che i Valar potessero mettere in salvo l’ultimo frutto di Laurelin e crearne il Sole, e l’ultimo fiore di Telperion e crearne la Luna.

Il risveglio degli Elfi e il Grande Viaggio

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Gli Elfi, i Primi Figli di Ilúvatar, si risvegliarono presso un lago chiamato Cuiviénen all’estremità orientale della Terra di Mezzo, sotto un cielo buio. L’unica fonte di luce erano le stelle, che gli Elfi presero a contemplare. In principio ci furono tre coppie di elfi: Imin e sua moglie Iminyë, i primi a risvegliarsi in assoluto; Tata e sua moglie Tatië, e Enel e sua moglie Enelyë. Secondo la leggenda si misero a vagare per le foreste attorno al lago, incontrando altri gruppi di Elfi che si stavano risvegliando, e si divisero in tre grandi gruppi, gli antenati delle grandi stirpi di Elfi che vedremo in seguito. Tutti questi Elfi si scelsero il nome collettivo di Quendi, che significa letteralmente “coloro che parlano con voci”.

Oromë, uno dei Valar, spendeva ancora molto tempo nella Terra di Mezzo, per cacciare le creature malvagie di Melkor, e incontrò per primo gli Elfi nelle foreste vicino al lago. Visse fra loro e imparò a conoscerli e ad amarli, finché i Valar non decisero di accogliere i Figli di Ilúvatar nel proprio regno di Valinor. Oromë quindi invitò gli Elfi a seguirlo in un lungo viaggio attraverso tutta la Terra di Mezzo, da oriente ad occidente. Purtroppo, però, nel frattempo gli Elfi erano entrati in contatto anche con alcuni mostri di Melkor: questo, deciso ad ingannarli e corromperli, fece in modo di spaventarli a tal punto che non tutti accettarono la proposta di Oromë. Questo è un punto cruciale, in cui si svolge una prima macroscopica separazione degli Elfi in due grandi gruppi: da un lato gli elfi che accettarono la chiamata dei Valar e si misero in viaggio, noti come Eldar (che significa “popolo delle stelle”, termine originariamente dato da Oromë a tutti gli Elfi, ma poi utilizzato soltanto per indicare quelli che parteciparono al viaggio verso Occidente); dall’altro coloro che, troppo spaventati, rifiutarono e rimasero indietro, noti come Avari, i “riluttanti”.

L’arrivo ad Aman

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Concentriamoci ora sulla storia degli Eldar. Come abbiamo detto, si stavano formando tre gruppi culturali, tre etnie, tre clan, che si erano raggruppati attorno ai primi tre Elfi a risvegliarsi. Questi presero il nome di Vanyar, gli “Elfi Chiari”, per via della loro carnagione pallida e dei loro capelli biondi; i Noldor, “coloro dotati di sapienza”, e i Teleri, i più numerosi e quindi i più lenti (il nome significa infatti “coloro che arrivano per ultimi”). I tre gruppi erano guidati da tre Elfi che in precedenza avevano svolto il ruolo di ambasciatori, visitando Aman assieme ad Oromë: Ingwë, che divenne re dei Vanyar, Finwë, il re dei Noldor, e Elwë, re dei Teleri.

Non tutti gli Elfi che si misero in marcia verso Occidente, però, arrivarono in effetti al continente di Aman. I primi a interrompere il viaggio furono alcuni dei Teleri: giunti in vista dei Monti Brumosi si lasciarono intimidire dalle cime elevate e dai valichi impervi, e decisero di tornare indietro, guidati da un Elfo di nome Lenwë. Questo gruppo prese il nome di Nandor, che significa “coloro che tornarono sui propri passi”. Si stabilirono nel Bosco Verde, poi Bosco Atro, da cui il soprannome di Elfi Silvani: sono gli Elfi che compaiono prevalentemente ne Lo Hobbit. Da essi, secoli dopo, si staccò un ulteriore gruppo che, guidato dal figlio di Lenwë, Denethor, attraversò finalmente le montagne. Questi sono noti come Laiquendi, letteralmente gli “Elfi Verdi”.

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Vanyar e Noldor arrivarono alle coste del Beleriand, la regione più occidentale della Terra di Mezzo, molto prima dei Teleri. I Valar avevano preparato per loro l’isola mobile di Tol Eressëa, e nel primo viaggio solo le prime due etnie degli Elfi furono trasportate verso Aman. Quando i Teleri arrivarono, dovettero attendere il ritorno dell’isola. In questo periodo, però, il loro re Elwë, vagando per i boschi, incontrò Melian, una Maia. I Maiar sono gli Ainur di ordine inferiore rispetto ai Valar, ma comunque esseri immortali dotati di vari poteri, generalmente affini a uno o più Vala. Per intenderci, Gandalf e Sauron sono Maiar, così come anche i Balrog. Elwë si innamorò di Melian, e in quel momento un incantesimo scese su di lui, trattenendolo immobile in una contemplazione amorosa delle stelle e di quella che poi diventerà la sua sposa. Arrivato il momento della partenza per Aman, solo una parte dei Teleri decise di salire su Tol Eressëa: questi, guidati dal fratello di Elwë, Olwë, divennero noti come Falmari, ovvero “Elfi del Mare”, dal loro amore per il mare e la navigazione. Il resto dei Teleri decise di rimanere nella Terra di Mezzo per cercare il proprio re: questo gruppo divenne noto come Sindar, gli “Elfi Grigi”, per indicare che, pur non avendo posato gli occhi sulla luce di Valinor, hanno comunque accettato la chiamata dei Valar e sono arrivati fino all’estremo della Terra di Mezzo.

Altre denominazioni

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Con quest’ultima scissione si conclude il nostro excursus sulla diaspora degli Elfi dell’opera di Tolkien. Ci sono alcuni altri raggruppamenti possibili, visto che le tre etnie originarie si sono ormai frammentate: sulla base di chi effettivamente raggiunse o meno Aman, parliamo di Calaquendi, o “Elfi della Luce”, o anche “Elfi Alti”, per indicare tutti gli Elfi che hanno effettivamente raggiunto Aman: Vanyar, Noldor e Falmari, e di Moriquendi, o “Elfi dell’Oscurità”, coloro che non hanno mai raggiunto Aman. I Calaquendi possono anche essere chiamati Amanyar, ovvero gli Elfi di Aman, mentre i Moriquendi si suddividono ulteriormente in Úmanyar, gli Elfi che non hanno raggiunto Aman pur essendosi messi in viaggio dal lago Cuiviénen, ovvero Sindar, Nandor e Laiquendi, e Avamanyar, gli Elfi che hanno rifiutato di intraprendere il Grande Viaggio.

Chiudiamo con una menzione speciale parlando dei Mezzelfi, o Peredhil: figli di un genitore elfico e uno umano, hanno, per decreto di Ilúvatar, il diritto a scegliere a quale dei due popoli appartenere. Chi sceglie di appartenere al popolo degli Elfi ha accesso alla vita immortale di quella razza, mentre chi sceglie di appartenere alla razza degli Uomini ne condivide il destino, ovvero l’ineffabile Dono concepito dal dio, ovvero la mortalità. Elrond di Granburrone è un esempio di Mezzelfo che ha scelto la via degli Elfi, mentre suo fratello Elros è un esempio di chi ha scelto di diventare Uomo: nello specifico, il primo re di Númenor, il più grande regno degli Uomini.

Tabella Riassuntiva

Uff! Che viaggio, eh? Letteralmente! Ora, come promesso, eccovi un piccolo riassunto, in forma di glossario, di quanto discusso fin qui.

Quendi

Il termine “Quendi” significa “coloro che parlano usando la voce”, ed è il termine che i primi Elfi scelgono per sé stessi dopo il loro risveglio.

Eldar

“Eldar” significa “popolo delle Stelle”, ed è il termine scelto dal Vala Oromë per definire gli Elfi che incontra. Successivamente il termine viene utilizzato per indicare esclusivamente quegli Elfi che accettano l’invito dei Valar presso Valinor, e intraprendono quindi il Grande Viaggio.

Avari

“Avari” significa “riluttanti”. Il termine si riferisce al gruppo di Elfi che, spaventato dalla prospettiva del Grande Viaggio, decide di non accettare l’invito dei Valar.

Vanyar

Una delle tre principali etnie degli Elfi, dalla carnagione pallida e dai capelli biondi. Seguono il loro re Ingwë nel Grande Viaggio verso Valinor, dove decidono di risiedere per sempre. Il termine significa “Elfi Chiari”, e sono detti anche Alti Elfi.

Noldor

Un’altra delle etnie degli Elfi, dai capelli scuri (o più raramente argentei). Raggiungono Valinor seguendo il loro re Finwë, e torneranno in massa alla Terra di Mezzo per combattere contro Melkor e recuperare i Silmaril.

Teleri

La terza etnia degli Elfi, dai capelli argentati (o neri). Il loro re è Elwë. Hanno accettato l’invito dei Valar, hanno intrapreso il Grande Viaggio, ma solo una parte dei Teleri raggiungerà effettivamente Aman. “Teleri” significa “gli ultimi”, perchè raggiungono il Beleriand molto più tardi di Vanyar e Noldor.

Nandor

“Nandor”, che significa “coloro che tornarono sui propri passi”, indica il gruppo di elfi di etnia Teleri che, scoraggiati dalla vista dei Monti Brumosi, decidono di abbandonare il Grande Viaggio e si stanziano nel Bosco Verde seguendo Lenwë, che scelgono come proprio re.

Laiquendi

I Laiquendi, il cui nome significa “Elfi Verdi”, sono un gruppo di Elfi Nandor che riescono infine ad attraversare le montagne, seguendo il proprio re Denethor, figlio di Lanwë.

Falmari

I Falmari, gli “Elfi del Mare”, sono la porzione di Teleri che effettivamente raggiungono Aman, seguendo il fratello del re Elwë, Olwë. Si stanziano sull’isola di Tol Eressëa, ancorata al largo della costa di Aman, e raggiungono il continente con delle imbarcazioni da loro stessi costruite.

Sindar

“Sindar” significa “Popolo Grigio”. Si riferisce al gruppo di etnia Teleri che, per cercare il proprio re Elwë, congelato nel profondo di una foresta da un incantesimo assieme alla sua amata Melian, rimangono sulla Terra di Mezzo anzichè raggiungere Aman.

Calaquendi

“Calaquendi”, gli “Elfi della Luce”, sono tutti quegli Elfi che hanno raggiunto Aman: Vanyar, Noldor, Falmari e il re Elwë, che aveva visitato Aman come ambasciatore del suo popolo prima del Grande Viaggio.

Moriquendi

“Moriquendi”, gli “Elfi dell’Oscurità”, sono invece tutti gli Elfi che non hanno mai raggiunto Aman: Avari, Nandor (e Laiquendi) e Sindar.

Amanyar

“Amanyar” è un termine che indica gli “Elfi di Aman”, cioè gli Elfi che hanno raggiunto il continente dei Valar. E’ del tutto equivalente a “Calaquendi”.

Úmanyar

“Úmanyar” indica gli Elfi che non hanno raggiunto Aman, ma non perchè hanno rifiutato l’invito dei Valar: Sindar e Nandor (e Laiquendi).

Avamanyar

“Avamanyar” sono infine gli Elfi che non sono mai giunti ad Aman perchè hanno rifiutato l’invito dei Valar. E’ equivalente ad “Avari”.

Peredhil

“Peredhil” significa Mezzelfo: chi ha in sé sia sangue elfico che umano, e deve scegliere a quale dei due popoli appartanere.

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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