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Conversazioni Hentai: Shigemitsu Harada

L'hentai, un mondo estremamente complesso ed interessante che però, per pudore o per vergogna, non viene mai apprezzato ed esplorato come dovrebbe. Ed è un peccato perché frugando tra i suoi mille e mille generi diversi, si possono trovare lavori davvero interessanti, molto meglio di quei disegni di Nico Robin nuda trovati su Internet.

Avevamo già tentato un approccio differente al tema a questo link, ma è con "Conversazioni Hentai" che vogliamo tentare di affrontare la tematica più seriamente.
Parliamo ad esempio dei lavori di Shigemitsu Harada, autore giapponese arrivato in Italia solo da pochi anni, ma diffusosi molto in fretta, tanto che potrete trovare i suoi titoli grossomodo in ogni fumetteria del Paese. La sua avventura artistica inizia dieci anni fa, nel 2006, quando viene pubblicato sul magazine giapponese Young Animal il primo capitolo di Yuria Hyaku-shiki (in italiano Yuria Type100), scritto da Harada e disegnato da Nobuto Hagio. La storia ha una forte influenza fantascientifica e vede al centro la bambola sessuale Yuria Type100, creata dal Dottor Akiba come la love doll definitiva, capace di soddisfare i desideri di ogni uomo. Una caratteristica fondamentale della serie Yuria è la funzione di imprinting, grazie alla quale la bambola sarà indissolubilmente legata al suo primo partner e quando Yuria lo scopre, decide di fuggire per non dover restare sotto le grinfie del Dottore per sempre. Nella rocambolesca fuga viene assalita da un cane, ma fortunatamente riesce a salvarsi grazie all'intervento di Shunsuke, che le offre una cena ed ospitalità per la notte. 
La bambola si innamora quindi del ragazzo e decide di legarsi a lui, ma c'è un problema: Shunsuke è fidanzato e fedelissimo alla sua promessa sposa. Partono così le avventure dei due, con i continui tentativi da parte di Yuria di ottenere un rapporto sessuale con quello che diventerà il suo coinquilino e l'arrivo di molti altri personaggi, come l'adolescente Yoshio, appassionato collezionista di bambole, Julia e Yurin, "sorelle" di Yuria, e molti altri ancora. A prescindere dal contenuto erotico, alcune storie sono davvero divertenti, anche grazie al geniale espediente degli estratti dal manuale delle varie bambole sessuali attraverso i quali vengono raccontate in grande dettaglio le caratteristiche tecniche (oscillazioni al secondo, misure, abilità speciali) delle love doll in questione ed è probabilmente per questo che Harada è riuscito ad andare avanti per anni con questo progetto, conclusosi con il capitolo 100 (non a caso) nel gennaio 2010.
Parallelamente l'autore ha portato avanti insieme al disegnatore Takahiro Seguchi una serie iniziata poco dopo Yuria Type100 e con una premessa ancora più delirante, a partire dal titolo: Le mie palle – Proteggerò la mia terra?. Nel luglio dell'anno 20XX la Terra, secondo un accordo vecchio di millenni, dovrà essere restituita dagli umani ai loro possessori originali, i demoni. Il primo del mese giunge quindi sul pianeta la splendida regina dei demoni Emmanuelle, pronta a sterminare l'umanità per riprendersi ciò che gli spetta di diritto, ma un emissario di Dio interviene, praticando un rituale per imprigionarla in una sfera sacra ed è qui che la storia prende una piega "particolare", con l'entrata in scena di Kota Sato.
Questi è infatti un ragazzo di 19 anni che, vagabondando ubriaco alla ricerca di un posto dove svuotare la propria vescica, si ritrova proprio in mezzo allo scontro con il risultato che (ebbene sì) la regina dei demoni Emmanuelle viene intrappolata nei suoi testicoli. Il povero Kota sarà quindi costretto ad astenersi da qualsiasi tipo di attività sessuale per l'intero mese, pena la distruzione dell'intera razza umana. A complicare la situazione si aggiungono la demonietta del Pandemonio Ellis e tutte le sue compagne che cercheranno di sedurre ed indurre in tentazione il ragazzo per liberare la loro leader Emmanuelle e, se ciò ancora non bastasse, la scoperta che la bella collega Minayo Aizawa ricambia l'amore di Kota. Abbastanza per mandare un povero diciannovenne vergine al manicomio, insomma. 
Rispetto a Yuria Type100, la seconda opera di Harada risulta meno orientata alla semplice comicità, sebbene non manchino assolutamente scene esilaranti, preferendo orientarsi verso una trama più seria e strutturata, con un finale carico di tensione (doppio senso voluto) e di drammaticità. A renderlo decisamente interessante sono tutti i riferimenti alla mitologia cristiana, tra angeli caduti, arcangeli, demoni e quant'altro che, sebbene non siano necessariamente sempre precisi, danno quel retrogusto alla Preacher di Garth Ennis che non fa mai male.
Le Mie Palle è stato pubblicato interamente in Italia, mentre Yuria Type100 è giunto all'inizio dell'anno al quinto volume (di dodici), in entrambi i casi ad opera di Magic Press. Due opere che quindi non è assolutamente difficile recuperare e ne vale assolutamente la pena. Perché una volta tanto fa bene abbandonare un pregiudizio e scoprire che può esserci un tesoro anche dove non te lo aspettavi.
Ogni nostra "piccola" conversazione vi presenterà un diverso autore e diverse opere, avete suggerimenti?
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