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Di arpioni e di mostri bizzarri

Harpun è entrato da pochissimo nel vivo della sua terza e ultima parte. E cosa diamine è Harpun, vi chiederete voi? Molto semplice: Harpun è un webcomic creato da Giovanni Masi e Federico Rossi Edrighi, due personcine che proprio sprovvedute non sono. Indagheremo sul loro notevole curriculum più tardi, per ora fidatevi: è gente che sa quel che fa, e Harpun ne è una splendida dimostrazione.
Non è semplice incasellare questo fumetto in una categoria precisa: avventura? Senz'altro. Azione? Ce n'è. Si ride? Si ride. Si trovano delle atmosfere di tensione soprannaturale e mistero profondo e insondabile in salsa Lovecraftiana? Ebbene sì.
Insomma, per rendervi conto di quel che veramente si trova in Harpun l'unica è andare qui e leggerlo di persona. Peraltro i due creatori dell'opera hanno avuto la brillante e apprezzabilissima idea, che per conto nostro vorremmo vedere prendere piede il più diffusamente possibile, di raccogliere i primi due capitoli in due praticissimi pdf, scaricabili dal sito (ovviamente in cambio di nient'altro che un grazie) e consultabili dove si vuole. Questa è una soluzione molto ben pensata per coloro che hanno scoperto in ritardo l'esistenza del fumetto e vogliono aggiornarsi in comodità, o per coloro che vogliono leggere (o rileggere) il fumetto in un unico momento, senza navigare fra pagine web, ed è ulteriormente impreziosita da una consistente aggiunta di contenuti speciali e dietro le quinte, cosa assolutamente rarissima per un webcomic. Segnaliamo doverosamente che il fumetto si trova anche su Verticalismi, e di recente è disponibile anche per dispositivi iOS, per chi proprio non potesse star senza. Insomma: il livello di produzione di Harpun è assolutamente di prim'ordine.
Entriamo nel mondo di Harpun con gli occhi di uno dei due protagonisti, Joshua, arrivato in uno sperdutissimo villaggio di pescatori abitato da improbabili personaggi e creature decisamente più inquietanti. Il povero ometto è stato inviato dalla sua azienda per compiere rilevamenti per la costruzione di una torre per telecomunicazioni in cima ad una montagna, e per far questo si avvarrà dell'aiuto del secondo protagonista, Rebecca, una silenziosa ragazzina armata di arpione. Lo sbigottimento di Joshua è un perfetto parallelo di quello del lettore man mano che i misteri si dipanano dinanzi a entrambi, e la cosa funziona. Non aggiungiamo nient'altro: andate e leggete!
Anzi, qualcosa aggiungiamo sì! Abbiamo infatti avuto il piacere di fare qualche domanda a Giovanni e Federico, e fortunatamente anche di ricevere qualche risposta. Buona lettura!
ON: Allora, la prima domanda è semplice: diteci qualcosa di voi, raccontatevi ai nostri lettori. Chi siete, da dove venite, cosa avete fatto prima di Harpun?
GIO: Federico ed io ci conosciamo da tipo quindici anni, anno più, anno meno e ci siamo ritrovati a lavorare spalla a spalla in Rainbow CGI da cinque. Io mi occupo di story-editing per i lungometraggi d’animazione in computer grafica ed è la mia occupazione principale. Nei ritagli di tempo ho pubblicato a fumetti “La Storia di Sayo” con Yoshiko Watanabe, ho fatto da story-editor per la web-serie Stuck di Ivan Silvestrini e per la serie a fumetti Metamorphosis di Giacomo Bevilacqua, ho realizzato progetti in animazione 2D per la Rai e varia altra roba. Diciamo che animazione e fumetto sono le mie passioni principali (oltre che il mio lavoro) e credo che si vedano parecchio in Harpun.
FED: Quel che dice Giovanni è assai vero (e vorrei ben vedere). Io in Rainbow CGI lavoro principalmente su thumbnail e storyboard,mentre tra le mie calde pareti domestiche mi dedico ai fumetti. Per il momento ho collaborato ad alcuni albi della nuova stagione di John Doe, su testi di Mauro Uzzeo e Roberto Recchioni (alcune tavole in due episodi a più mani, e uno intero inchiostrato da Marco Marini), e attualmente sto lavorando a matite e inchiostri (se così si possono chiamare, dato che lavoro principalmente su tavoletta grafica) di un albo intero, che uscirà a maggio. 
ON: Ci interessa curiosare in cosa vi ha influenzati per creare Harpun: alcune opere e alcuni autori crediamo di averli individuati (l'easter egg del Dalek è stato geniale), ma ci potete dire di più?
GIO: Per quanto mi riguarda, Harpun è figlio di Lovecraft (per le atmosfere “mostruose”), di Miyazaki (soprattutto del suo Conan e più in generale per alcuni spunti narrativi), di Mignola, di Howard, dell’animazione giapponese e delle ghost stories britanniche. Con Rebecca e Joshua mi sono davvero divertito a pescare tra le cose che più mi piacciono cercando poi di rendere il tutto omogeneo in un racconto che fosse il più personale possibile.
FED: Dal punto di vista grafico Rebecca viene da un disegno che ho fatto un bel po' di tempo fa a commento di una notizia interessante su una ragazzina australiana che combatteva contro alcune meduse (la notizia non era esattamente così, ma ringrazio comunque quella ragazzina per aver ispirato l'aspetto di Rebecca). Joshua e gli altri personaggi invece sono usciti fuori praticamente da sé dopo aver letto soggetto e sceneggiatura di Giovanni. Lo stesso vale per le ambientazioni, che sono state piuttosto facili da realizzare, dato che ho sempre amato l'estetica nordeuropea, e britannica in particolare. Le architetture e gli sfondi con angolazioni strane sono di stampo prettamente espressionista, genere che ho omaggiato anche con un quadro raffigurante il dottor Caligari appeso nella stanza della locanda dove alloggia Joshua (che di certo lo aiuta a dormire meglio). Aggiungerei anche tra le influenze Hellboy e B.P.R.D., che sia Giovanni che io amiamo molto. I mostri infine sono un tributo al sushi (no, non è vero. Però il sushi mi piace molto. Quindi se servisse ora avete un'idea regalo per me).
ON: Abbiamo molto apprezzato la pubblicazione dei primi due capitoli in formato pdf, con un'azzeccatissima aggiunta di contenuti speciali e dietro le quinte. E' qualcosa che nell'universo dei webcomic è praticamente inedito, almeno in questa forma: solitamente questo genere di cura per i dettagli viene riservato per le pubblicazioni cartacee. Avete piani in questo senso?
GIO: Sono molto contento che le raccolte vi siano piaciute! Il PDF di Harpun era una cosa che volevamo fare fin dall’inizio del progetto, proprio per dare qualcosa da leggere a quel tipo di lettore che magari non apprezzava la serializzazione. Poi è diventata una vera e propria richiesta, soprattutto tra gli “addetti ai lavori”, e abbiamo scoperto che alcuni ci leggono solo in PDF, quindi sono stati una scelta azzeccata. L’idea degli speciali, invece, è nata per dare qualcosa in più a quei lettori che invece ci seguivano regolarmente sul blog (se te le sei già lette tutte le pagine, perché scaricarti il PDF?).  È un modo per presentare noi e il nostro lavoro e per accontentare sia chi ci legge ogni lunedì, sia chi ci segue sulle raccolte. 
Per quanto riguarda il salto sulla carta, ci stiamo lavorando. Ci sono arrivate proposte molto interessanti e, se tutto va bene, tra un mese o giù di lì potremo essere più precisi sul come e sul cosa.
FED: Qui non aggiungo altro, giacché l'esperto tra i due è decisamente Giovanni. Per dire, io per cosa sta l'acronimo “PDF” l'ho scoperto l'altroieri.
ON: Harpun è zeppo di riferimenti all'informatica, sia nel tipo di narrativa, sia nelle tematiche, sia -ovviamente- nella forma. Avete anche appena realizzato una versione e-book per dispositivi iOS ed è in dirittura d'arrivo quella per Android. Diteci: siete nati geek o è qualcosa di recente?
GIO: Io non penso di essere Geek! O meglio, lo sono ma non me ne rendo conto. In realtà, è andata come per verticalismi dove abbiamo reimpaginato e pubblicato Harpun per lo scrolling in verticale. Anche il passaggio su iBook store è stato più dettato dalla possibilità che dalla necessità. Ovvero, abbiamo la possibilità di farlo, perché limitarci? E così ci abbiamo provato. Personalmente, avevo già pubblicato un raccontino su iBook store ed era andato bene. Ho solo deciso di riprovarci con Harpun. Il discorso android è un po' più complesso e non so se riusciremo a fare tutto quello che vorremmo. Per chi volesse leggerci su dispositivi android ci sono  sempre il PDF e il blog. Una delle cose che mi piacerebbe davvero tanto realizzare è invece una sorta di avventura grafica, immagini fisse e testo, niente di troppo complicato. Ma interattiva. Anche per questo, però, tocca vedere che riusciamo a fare.
FED: Io sono ancora meno geek di Giovanni, dato che le mie conoscenze in campo tecnologico si limitano a saper caricare i pennelli di Photoshop e far partire Skyrim.
ON: La storia è ormai in dirittura d'arrivo, siete nel pieno della pubblicazione del terzo e ultimo capitolo. Non vi chiediamo anticipazioni: piuttosto, avete già in mente cosa fare per il futuro?
GIO: In questo momento sto lavorando sempre per Raibow CGI agli ultimi ritocchi di Gladiatori di Roma, film in CGI di prossima uscita. Poi sto collaborando con Yoshiko Watanabe al nostro secondo libro e in compagnia di Federico vorrei tanto sviluppare una storia ambientata in Italia, in un periodo storico decisamente barbarico. È una di quelle cose che il mondo ci ha invidiato e noi italiani non sappiamo neanche di avere. E poi altre cose top-secret ma che verranno rivelate (spero) nel corso dell'anno.
FED: Non è che ci invidiano i barbari, eh. Non credo almeno. 

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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