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Diabolik sono io: viaggio nella storia del Re del Terrore | Recensione

Il nostro parere sul docu-film dedicato a uno dei più importanti personaggi del fumetto italiano.

Nato nel 1962, Diabolik è un personaggio con quasi sessant’anni di storia (e di storie) sulle spalle, ma che ancora oggi riesce ad affascinare lettori di diverse generazioni. Si tratta di uno dei veri e propri simboli del fumetto italiano, in particolare quello seriale. Lungo il percorso che l’ha portato ai tempi moderni sono disseminati decine di aneddoti e avventure curiose, dentro e fuori gli albi. Diabolik sono io si concentra proprio su una di queste per portarci per mano nel mondo del Re del Terrore.

Di cosa parla Diabolik sono io?

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Una delle vicende più morbosamente affascinanti nella genesi di Diabolik riguarda il suo primo disegnatore: Angelo Zarcone. Quest’uomo, dopo aver consegnato le tavole del primo numero alla redazione in Astorina, è completamente scomparso nel nulla. Tutte le ricerche fatte successivamente per ritrovarlo, con il coinvolgimento anche di investigatori privati, non hanno dato alcun frutto.

A partire da questo il docu-film di Giancarlo Soldi e Mario Gomboli (attuale direttore responsabile di Diabolik) crea una storia in cui si immagina il ritorno di Zarcone, dopo aver passato anni in un ospedale psichiatrico. Disorientato e senza ricordi, il disegnatore si ritrova a scoprire sempre di più sul personaggio che ha contribuito a creare, trovando preoccupanti somiglianze.

La scelta di questo espediente è molto apprezzabile. Tramite la vicenda di Zarcone, ottimamente interpretato da Luciano Scarpa, si riesce a rendere il lungo viaggio nella mente del Re del Terrore coinvolgente, mantenendo alto il ritmo e l’attenzione tra i vari contributi degli esperti. Si tratta anche di un modo per inserire tante diverse citazioni alla vita cartacea di Diabolik, sempre apprezzabili in prodotti del genere.

L’idea di riportare a galla la storia di Angelo Zarcone è ottima. Si tratta di un aspetto davvero affascinante della storia del criminale di Clerville, che però non tutti i suoi lettori conoscono, anche tra i più appassionati. Chissà se questa nuova attenzione sulla sparizione del disegnatore potrà portare a nuovi sviluppi nelle ricerche…

Il Re del Terrore, visto da ogni punto di vista

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Al netto ovviamente del lato più fiction del film di cui abbiamo parlato più sopra, l’obiettivo di Diabolik sono io è raccontare e riflettere su una delle icone del fumetto nostrano. Per farlo vengono coinvolti diversi esperti del personaggio e dell’ambiente che lo circonda, dal sopracitato Mario Gomboli ad Alfredo Castelli, passando per Carlo Lucarelli e i Manetti Bros., prossimamente registi di una nuova trasposizione cinematografica.

Le personalità coinvolte, offrendo approcci diversi al tema, aiutano a raccontare le diverse sfaccettature di Diabolik. Un uomo davvero dai mille volti, non solo per la sua capacità di creare maschere che ne modificassero l’identità. A margine, è interessante la riflessione sulla condanna ingiusta per Diabolik, portata avanti in alcune scene del film.

A completare il pacchetto, del materiale di alta qualità dal passato, ritrovato e restaurato per l’occasione, dove spicca una affascinante intervista con Angela e Luciana Giussani. Una tazza di tè e quattro chiacchiere con le due signore milanesi che hanno portato in vita uno dei più efferati criminali della nona arte italiana. Una vera e propria chicca per gli appassionati.

È proprio grazie a questo tipo di contenuti che Diabolik sono io riesce a essere trasversale sul pubblico. Chi ha solo una vaga idea di chi è il Re del Terrore potrà approfondire e scoprire un personaggio affascinante come pochi. Chi viceversa già ha fatto tanti viaggi a Clerville troverà comunque diverse ragioni per apprezzare questo documentario.

Forse avrebbe giovato un livello di profondità maggiore nel racconto del mondo che circonda Diabolik e soprattutto del cast secondario. Qualche menzione a personaggi come Gustavo Garian, Altea o Elisabeth (vista anche l’attenzione posta sul primo numero della serie) sarebbe stata apprezzabile. Ma chissà, magari in futuro si potrà fare un nuovo approfondimento sul grande mondo di Clerville.

Pareri finali

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In conclusione, Diabolik sono io è un ottimo documentario, che riesce a portare gli appassionati e soprattutto i neofiti nella mente di questo misterioso antieroe. La scelta di partire dalla sparizione di Angelo Zarcone si dimostra efficace, rendendo il film coinvolgente e originale. Se siete appassionati di fumetto, non potete assolutamente perdervelo nelle sale.

Diabolik sono io sarà disponibile al cinema per un evento speciale dall’11 al 13 marzo. Per informazioni sulle sale in cui sarà distribuito vi invitiamo a visitare il sito ufficiale di Nexo Digital.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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