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Good Omens: il libro prima della serie TV

Alla soglia dei trent'anni il libro ha finalmente la sua trasposizione televisiva

Le profezie tendono a essere un’infinita fonte di guai. Specie se si cerca di sventarle, prevenirle o peggio ancora piegarle al proprio volere. Viene giusto in mente qualche esempio, nella letteratura e nella mitologia, di disastri in cui i disgraziati protagonisti si impantanano facendone di ogni proprio per prevenire divinazioni funeste.
Ma ovvio, finché si tratta di deboli umani è normale, certamente le cose andrebbero diversamente se in campo entrassero esseri sovrannaturali. Magari un angelo e un demone. Ecco, un angelo e un demone che collaborano per sventare la profezia più infausta di tutte: la venuta dell’Apocalisse! Qui deve andare tutto bene per forza. Dai, cosa potrebbe mai andare storto?

Dalla penna di due autori che hanno fatto la storia della letteratura umoristica e fantastica, Terry Pratchett e Neil Gaiman, nel 1990 è uscito un gioiello a forma di libro: Buona Apocalisse a tutti! (Good Omens: The Nice and Accurate Prophecies of Agnes Nutter, Witch) da cui è stata tratta la serie televisiva prodotta da Amazon Prime.
È stato commovente scoprire come un desiderio di Pratchett espresso alla fine della sua vita a Gaiman fosse quello di vedere la realizzazione della serie. “Pratchett mi ha detto: ‘Devi farlo, perché sei l’unico che capisca e ami Good Omens almeno quanto me. E io voglio vederlo‘. – Ha raccontato Gaiman E gli ho risposto di sì, ma poi è morto e questo l’ha trasformata in un’ultima richiesta nei miei confronti“.

Good Omens è un libro esilarante ma profondo con una dimensione molto umana, e sinceramente, non ci saremmo potuti aspettare di meno da due scrittori che hanno spesso mescolato questi caratteri portando chi legge a capire un po’ meglio l’universo, ridendo di sé stessi, e provando un po’ più di simpatia per l’umanità.

Good Omens

Good Omens & Bad Reviews: un libro dalle recensioni poco profetiche

Questo libro che ha ormai raggiunto la soglia dei trent’anni ha avuto grandissimo successo, facendo innamorare milioni di persone, di lettore in lettore con un passaparola che va avanti da decenni. Per questo, se si scartabella tre le recensioni dell’anno di uscita, fa sorridere trovarne almeno una salacissima e tagliente, pubblicata su una testata d’autorità di un critico importante e di fama.
Ma insomma, per quanto si possa essere bravi, fare i critici ogni tanto è difficile e il gusto personale può rivelarsi poco lungimirante. La recensione è divertentissima da leggere, ma rimane ingiustamente spietata, risultando ancora più comica alla luce del successo del libro (alla faccia delle profezie accurate).

“There are several sure cures for the recurring disease of Anglophilia. […] The least expensive cure of all is the casual perusal of a book that has recently made a splash in Britain, an experience that will persuade even the most ferociously Anglophilic Yank that the British reading public is every bit as intellectually slovenly as its American counterpart. Good Omens: The Nice and Accurate Prophecies of Agnes Nutter, Witch is just such a book.”
(Esistono diverse cure per l’Anglofilia. […] La meno costosa di tutte è la lettura senza impegno di un libro che ha recentemente fatto colpo in Gran Bretagna, un’esperienza che riuscirà a persuadere anche i più ferocemente anglofili che il pubblico di lettori britannico è intellettualmente sciatto tanto quanto la sua controparte americana: Buona Apocalisse a tutti! è un libro di questo tipo.

Questa ci ha fatto particolarmente male:

“Good Omens is a direct descendant of The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy, a vastly overpraised book or radio programme or industry or something that became quite popular in Britain a decade ago when it became apparent that Margaret Thatcher would be in office for some time and that laughs were going to be hard to come by.”
(Buona Apocalisse a tutti! è un discendente diretto della Guida galattica per gli autostoppisti, libro  (o programma radiofonico o industria o quello che è) ampiamente sopravvalutato, divenuto famosissimo in Gran Bretagna un decennio fa, quando divenne chiaro che Margaret Thatcher sarebbe stata primo ministro per un bel po’ e che ridere sarebbe stato sempre più difficile.)

O ancora…
“Obviously, it would be difficult to write a 354-page satirical novel without getting off a few good lines. I counted four.”
(Certo è difficile scrivere 354 pagine di romanzo umoristico senza cavarne qualche buona battuta. Ne ho contate quattro.)

Che naturalmente elenca, ma ci mettiamo la mano sul fuoco: sono decisamente ed enfaticamente moooolti più di quattro i passaggi assolutamente esilaranti.
Ma a parte questa recensione, comunque scritta con uno stile assolutamente magistrale (ma feroce, mi è perfino venuto il sospetto fosse un piano elaborato per spingere l’acquisto del volume, visto mi è venuta ancora più voglia di rileggerlo) di fatto il libro aveva ricevuto riscontri favorevolissimi (tra cui, come ricorda il Guardian, il pezzo del Times che conteneva la citazione riportata sulle cover delle edizioni inglesi “not quite as sinister as the authors’ photo”).

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Aspettative elevate

Il libro è delizioso: racconta le disavventure di un improbabile duo formato da un angelo londinese – di adozione – e un demone che mettono da parte le proprie intrinseche rivalità per sventare l’Apocalisse prevista per il prossimo weekend.
Non immaginatevi però motivazioni troppo altruistiche per questa scelta. L’angelo, Aziraphale, e il demone, Crowley, in fondo si trovano piuttosto bene su questo pianeta, con i suoi ottimi ristorantini, le librerie piene di tesori, le macchine sportive, gli umani da torturare in modi creativi…
La prospettiva di un’eternità nelle rispettive case, Inferno e Paradiso, non li entusiasma particolarmente, anzi.
Ma l’Armageddon è già stato preparato da secoli e descritto in minuzia di dettagli nel libro di profezie accuratissime scritto da una strega nel XVII secolo. Sventarlo richiederà un grande impegno, nel trovare ed educare l’Anticristo per evitare che riveli troppi dei caratteri paterni, bloccare i Cavalieri dell’Apocalisse e altre quisquilie.
Le aspettative sulla serie sono piuttosto alte, le premesse fanno ben sperare, soprattutto grazie alla costante presenza e cura di Neil Gaiman nel corso di tutta la produzione.
La scelta del cast è particolarmente riuscita, non riusciamo a immaginarci scelte migliori per gli attori che interpreteranno Aziraphale, Michael Sheen, e Crowley, David Tennant (e Jon Hamm per l’arcangelo Gabriele!).
Michael Sheen con il suo aspetto angelico e molto composto ha tutto quello che serve per prestare voce e fattezze a un angelo un po’ ansioso e molto moralista, preoccupato di fare la cosa giusta, ma in fondo attento al proprio interesse.
Tennant ha già guadagnato molti punti esperienza demoniaca, in vari gradi di malvagità, nei suoi ruoli precedenti e non vediamo l’ora di vederlo nei panni di un diavolo a cui ogni tanto capita anche di fare la cosa giusta.
Punto importantissimo di tutta la trasposizione sarà la chimica tra i due attori, visto che molto si gioca sull’amicizia/rivalità dei due personaggi, ed è un punto molto promettente visti il casting e i trailer rilasciati.
Ormai ci siamo e ci auguriamo che la lunga attesa sia ripagata con una serie che faccia onore al lavoro letterario di Neil Gaiman e alla memoria di Sir Terry Pratchett.

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Francesca Giulia La Rosa

Trekker, whovian. Non amo le etichette (a parte queste?). Traduttrice, editor a caccia di errori come punti neri nel tessuto della realtà. Essere me è un’esperienza profondamente imbarazzante.

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