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Gravity Falls: quando Disney cita Carpenter

Molto spesso etichettiamo i prodotti Disney come buonisti e fin troppo edulcorati per i palati più smaliziati, ci aspettiamo che dietro quell'inquadratura da un momento all'altro sia pronto a uscire un personaggio canterino, delle luci sfavillanti e una coreografia adatta.
A dirla tutta spesso è così, ci sono delle regole da rispettare per entrare a far parte della “grande famiglia del topo” non è un segreto e funziona in questo modo da sempre.
Specialmente in televisione, Disney Channel, ha rigidi dettami pensati per soddisfare il suo grande pubblico, non c'è niente di male, in fondo è un canale tematico…
Però arriva sempre il momento dello stupore, dell'opera fuori dalle regole, dell'eccezione che pare essere passata di nascosto sotto la vista attenta dei “regolatori” ma che in realtà è una precisa scelta, forse un atto di fiducia.
Siamo all'inizio della seconda stagione di una delle serie più interessanti marcate Disney Channel, Gravity Falls aveva chiuso l'anno precedente con il botto, un cliffhanger degno di Lost che aveva lasciato tutti con la bocca aperta.
Da tempo noi di OrgoglioNerd teniamo d'occhio Gravity Falls con un misto di interesse e speranza e pare proprio che la fiducia riposta nel lavoro di Hirsch sia stata ripagata.
Già la vista del protagonista insanguinato (nel finale di stagione) ci aveva lasciato sconcertati (ricordate che parliamo di Disney Channel) ma dopo aver visto l'avvio di questo secondo round non potevamo più credere ai nostri occhi.
Gravity Falls parte da un semplice presupposto: una cittadina piena di misteri e due giovani fratelli improvvisati investigatori del paranormale e potrebbe anche bastare se non fosse per le decine di sotto trame sparse per tutta la serie.
Centinai di indizi che sembrano far parte di un grande disegno, terrificante quanto misterioso, Gravity Falls è un muro che nasconde dubbi e citazioni.
Basta che sappiate che  la fonte di ispirazione principale dell'opera è Twin Peaks di David Lynch, e abbiamo detto tutto.
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Tuttavia Hirsch si spinge ancora più lontano arrivando, nel secondo episodio della seconda stagione, a citare palesemente e (in maniera angosciante) The Thing di John Carpenter.
Ora, immaginatevi la monumentalità di una scena Disney che cita a piene mani “La Cosa” del 1982 di Carpenter, una delle pellicole di Fantascienza più terrificanti di sempre.
Quanti tredicenni pensate che abbiano colto il rimando?
Esperimenti analoghi sono stati fatti anche per quanto riguarda My Little Pony, citazioni talmente sottili e riferite a un target talmente diverso da quello alla quale la serie, sembra, rivolgersi che ha fatto nascere una domanda in noi: perché quella scena è stata inserita? 
La risposta può essere una, ci abbiamo pensato parecchio ma secondo noi è una sola: la Disney si è resa conto che il suo pubblico è anche, e forse di più, quello della rete. 
Un target non ancora preso in considerazione e talmente variegato e esigente che sarebbe rischioso “insultare” riempiendo una potenziale innovazione di canzoni e di animali parlanti.  
Graviti Falls  è questo, forse il primo serial Disney pensato per la rete, talmente complesso da richiedere la possibilità di essere messo in pausa di continuo e analizzato frame per frame.
Gravity Falls è un cartoon che, secondo noi, contribuirà a crescere i Nerd di domani sia per la qualità estrema del plot che per la comicità intelligente.
Gravity Fall si rivolge a un target più elegante e raffinato, il nostro consiglio è quello di correre a recuperarlo.

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