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Hobitit: il ‘Lord of The Rings’ per la TV girato in Finlandia

De Il Signore degli Anelli se ne parla sempre, nel mondo degli appassionati del genere Fantasy. Si parla de "Lo Hobbit" si parla delle trasposizioni cinematografiche, si fanno maratone interminabili da decine di ore, in questi giorni aiutati anche dal nuovo canale di Sky dedicato alla terra di mezzo e i suoi eroi.
Magari si specula su una trasposizione de Il Silmarillion, lanciandosi in voli di fantasia su come potranno rendere su schermo le battaglie tra i Balor e gli eroi elfici delle ere più lontane a quella che ha visto la caduta di Sauron.
A volte ci si perde nel vecchio film animato di Ralph Bakshi, diventato una perla da intenditori, magari facendo un confronto con "La Compagnia dell'Anello" di Peter Jackson.
E questo è quanto, no? Non abbiamo dimenticato nulla, giusto?
Sbagliato.
C'è un'altra versione dell'opera più famosa di J.R.R. Tolkien, molto meno conosciuta anche all'interno della nicchia dei fan più sfegatati dell'universo creato dall'autore britannico.
Il suo titolo è "Hobitit" ed è una mini serie girata e trasmessa in Finlandia, composta da nove episodi della durata di mezz'ora circa l'uno.
Girato nell'ormai lontano 1993 (sì, stiamo tutti invecchiando) con un budget estremamente basso, la serie racconta la storia di Frodo Baggins e il suo viaggio dalla Contea fino a Mordor. La storia, che comprende anche l'incontro tra Bilbo e Gollum, viene narrata da un invecchiato Sawise Gamgee ai suoi nipoti, leggendo spezzoni tratti dal Libro Rosso di Periannath.
Come detto poco sopra, la storia si concentra unicamente sul punto di vista dei due hobbit protagonisti, tralasciando quasi completamente gli avvenimenti che non li coinvolgono in prima persona: le grandi battaglie, per esempio, vengono spesso solamente citate e descritte da Sam, senza essere mai mostrate su schermo. Una scelta obbligatoria, dati i pochi mezzi a disposizione della produzione. Gli scarsi fondi, quindi, e la natura primitiva degli effetti speciali non hanno potuto fornire le spettacolari vedute e l'ampio respiro delle altre versioni dell'universo Tolkieniano, e infatti quello a cui ci siamo trovati di fronte è non tanto un'opera che sembra pensata per il piccolo schermo, quanto per il teatro: i piccoli stage in cui si svolgono la maggior parte delle scene, le scenografie e le riprese con l'obiettivo sempre molto vicino agli attori lasciano intendere che il soggetto fosse stato pensato (e probabilmente avrebbe reso molto meglio) per una performance dal vivo.
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L'effetto "on stage" si riflette anche in aspetti fondamentali dell'universo di Tolkien: nonostante gli hobbit si riferiscano agli altri personaggi come "Gente alta" non c'è nessuna differenza di dimensioni tra loro e Boromir, o Aragorn, o anche Gimli, questo è più che mai evidente quando gli attori si ritrovano nella stessa, impietosa inquadratura (cosa che, per fortuna, non accade troppo spesso).
Allo stesso modo in cui le grandi battaglie vengono solo descritte dal narratore, le creature più esose in termini di effetti, come il Balrog e Shelob, non vengono mai mostrate: semplicemente Gandalf cade nel baratro e Frodo finisce a terra mentre Gollum grida "Shelob l'ha preso!" per poi essere mostrato, nell'inquadratura seguente, coperto di ragnatele. Questa scelta non fa che confermare la natura teatrale dell'opera e noi tiriamo un po' un sospiro di sollievo, perché mostrare pupazzi di cartapesta e orrendi costumi non avrebbe fatto altro che danneggiare l'atmosfera già piuttosto malconcia dell'intera produzione.
Già, l'atmosfera: nonostante gli sforzi siano evidenti profusi nel cercar di creare emozioni o anche solo coerenza, assistiamo a scivoloni piuttosto ridicoli, come il look giapponese-samurai (con tanto di katana) di Boromir, o il fatto che Aragorn e Gollum siano interpretati dallo stesso attore, che risulta più efficace nell'interpretare la creatura, piuttosto che il Ramingo.
Veniamo alla recitazione: l'ammontare di voci forzatamente buffe, comportamenti goffi ed espressioni esagerate sia da reputarsi al fatto che l'intero show sia rivolto a un pubblico molto molto giovane, infatti l'effetto è molto più vicino al genere della "Melevisione" piuttosto che a "Fantaghirò" come all'inizio ci eravamo aspettati.
Il livello medio delle performance degli attori è altalenante, anche se Frodo e Gollum\Aragorn spiccano sugli altri.
Fatto inaspettato e positivo, gli autori sono riusciti a far stare, all'interno delle quattro ore circa a loro disposizione anche le parti relative a Tom Bombadil, personaggio quasi universalmente ignorato all'interno delle trasposizioni, e la parte finale in cui Saruman prende il controllo della Contea, sotto il nome di Sharkey.
Cosa resta da dire? Noi di Orgoglio Nerd ci siamo divertiti nel guardare quest'opera peculiare, guardando ai suoi difetti e ingenuità con un sorriso piuttosto che appellarci al disprezzo. Lo sforzo della produzione finlandese è evidente e non possiamo che apprezzarlo, valutando i pro e i contro. Vi chiederete se ve ne consigliamo la visione? La risposta è sì, ma a patto di lasciarvi alle spalle pregiudizi e l'atteggiamento esigente che è bandiera di molti puristi: questa è una serie destinata ai bambini e tale bisogna diventare, anche solo un po', per poterla apprezzare.
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