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I viaggi nel tempo di Avengers: Endgame funzionano? | Voci dell’Idra

Avete visto Avengers: Endgame? Sì? Bene, continuate pure. No? Allora FERMI! Non proseguite nella lettura, chiudete il vostro browser, mettetevi le scarpe, saltate in macchina e correte al cinema. Dopodichè tornate a casa, toglietevi le scarpe, aprite il browser e tornate qui a leggere. Noi vi aspettiamo.

Avengers: Endgame, viaggi nel tempo riusciti…bene?

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Ora che ci siamo assicurati che tutti i nostri lettori siano al riparo dagli spoiler del film più importante del 2019, possiamo parlare in tranquillità. Di cosa parleremo? Beh, di Avengers: Endgame, naturalmente. Abbiamo pubblicato una commovente recensione spoiler-free per l’uscita del film, ma oggi, con l’ufficiale sdoganamento degli spoiler da parte dei fratelli Russo, possiamo tornare a parlarne scendendo più nel dettaglio riguardo a ciò che abbiamo visto. In particolare, vogliamo discutere della resa che hanno i viaggi nel tempo all’interno del film. Funzionano? Non funzionano? Ci sono domande lasciate senza risposta, o problemi lasciati senza soluzione? Cosa ne pensate? Tutto questo e molto altro ancora nella seconda puntata della nostra apprezzata rubrica Le Voci dell’Idra, che nasce quando i redattori di Orgoglio Nerd hanno delle posizioni talmente divergenti su un argomento, che un articolo solo non basta. Così, come un’idra (anzi, visto il tema, come un’Hydra), le nostre teste si moltiplicano, e ciascuna di loro esprime la propria posizione a gran voce.

Eccovi allora le tre voci di oggi: Gabriele, che ha trovato più problemi di quanti possa digerire; Mattia, che è convinto di aver fatto quadrare tutto; Caroline, che si gode lo spettacolo e vi suggerisce di fare altrettanto. Buona lettura, e va da sè… l’Idra di Orgoglio Nerd ha tante voci quanti sono i nostri lettori, quindi scatenatevi nei commenti, diteci la vostra, spiegateci (educatamente) perché non abbiamo capito nulla, o sperticatevi in complimenti e tifoserie!

Il commento di Gabriele: Una questione di regole

Tradizionalmente, tutte le volte che mi esprimo in prima persona in un articolo di Orgoglio Nerd mi esibisco in una sequela notevole di premesse, introduzioni, discorsi preliminari che mi sono necessari per l’argomentazione successiva. Questa volta… pure! Quindi eccovi, in sintesi, quello che dovete sapere prima di addentrarvi in questo mio rant. Primo: il film mi è piaciuto! Mi sono alzato dalla sala soddisfatto, esaltato, preso benissimo; considero Avengers: Endgame una conclusione più che degna di questo mastodontico esperimento senza precedenti. Tenetelo in mente, prima di digitarmi addosso la vostra indignazione (o le vostre lodi, non si sa mai). Secondo: le meccaniche dei viaggi del tempo nella fiction sono fra i miei temi preferiti. Sono un appassionato di fantascienza in tutte le salse, ma ho sempre trovato che le storie con viaggi nel passato, linee temporali attorcigliate e paradossi hanno su di me una presa molto superiore. Vi linko qui un mio articolo proveniente dalla preistoria di Orgoglio Nerd, nientemeno che la seconda puntata della gloriosa rubrica Università Invisibile, dove appunto parlo di viaggi nel tempo e della loro resa nella fiction. Terza premessa, che è pure contenuta nell’articolo che ho citato: quando guardo o leggo una storia di viaggi nel tempo non mi interessa tanto quali siano le regole che li governano. Mi interessa che la storia spieghi le regole che ha scelto, e soprattutto che le segua, senza abbandonarle quando risultano troppo difficili. Premesse finite, abbiamo fatto presto. Siete ancora con me? Benissimo. Allora iniziamo a parlare di Avengers: Endgame.

Le regole della natura non hanno eccezioni

Ci sono due punti cruciali nell’ultima fatica dei Russo Bros., che sono le due scene in cui i protagonisti affrontano proprio il discorso di cui parlavo nella mia terza premessa: le regole che governano i viaggi nel tempo di questo universo. La prima scena, la ricorderete, è quella in cui il Professor Hulk spiega a Rhodey e Scott il motivo per cui non sia possibile risolvere la situazione semplicemente tornando nel passato e strangolando Thanos nella culla: il loro presente è una conseguenza del passato in cui Thanos schiocca le dita; se tornassero indietro a cambiarlo, si creerebbe un paradosso per cui avrebbero rimosso la causa del loro viaggio nel passato…che quindi non avverrebbe, e Thanos schioccherebbe le dita, causando il loro viaggio per fermarlo…e così via. Hulk fa riferimento al classico “paradosso del nonno”, che sostiene che non sia possibile tornare nel passato e uccidere un proprio antenato, perchè così si preverrebbe la propria nascita, consentendo al proprio antenato di sopravvivere. Ora, questo significa che il passato non è modificabile: qualunque cosa sia successa, è successa, e non c’è nulla che si possa fare. Cosa succederebbe quindi se decidessimo comunque di provare ad uccidere il nostro nonno nel passato? La teoria dice che falliremmo, in un modo o nell’altro, per il semplice fatto che quello che per noi è un evento futuro, ancora non determinato, si svolge in realtà nel passato: visto che noi sappiamo che nostro nonno è sopravvissuto all’infanzia, sappiamo anche, prima ancora di partire, che il nostro tentativo è fallito. E’ fallito, capite? Non fallirà. Anche se dal nostro personale punto di vista si tratta di un evento nuovo, in realtà è già accaduto.

Benissimo. Quindi grazie al nostro professore verde preferito sappiamo che qualunque cosa i nostri eroi decidano di tentare viaggiando nel passato, o è già successa, ma noi come spettatori (e loro come personaggi) non lo sapevamo, oppure è destinata a fallire. Faccio di nuovo riferimento al mio articolo per dire che questo stile di viaggi nel tempo è quello che mi attrae di più, perchè narrativamente è molto più difficile far quadrare tutto, e molto più soddisfacente se alla fine tutto torna. Se avete visto il film Predestination, per dirne uno, o letto il racconto da cui è tratto, Tutti voi zombie, capite a cosa mi riferisco. Seduto in sala, a questo punto, mi sono esaltato: speravo davvero andassero in questa direzione, e mi fidavo abbastanza dei fratelli Russo per credere che avrebbero potuto riuscire in questa scelta ambiziosa.

Quando arriva il tuo turno, cambiano le regole

Questa regola viene rispettata più o meno sempre, durante il film, cementando ancora di più le mie impressioni. In tutta la sequenza di New York, le situazioni ambigue o incompatibili vengono risolte per lo più con eleganza. Hulk parla con l’Antico, e questo significa che l’Antico, durante gli eventi di Doctor Strange, è già al corrente di tutto quello che sarebbe successo successivamente. Riguardare quel film in questa ottica è interessantissimo, e per nulla problematico: aggiunge spessore, mistero e intrigo alla figura già grandiosa dell’Antico stesso. Cap combatte contro sé stesso del futuro, sì…ma è convinto di combattere contro Loki, e comunque subisce gli effetti della pietra della mente dello scettro; L’agente Sitwell è convinto che Captain America sia affiliato all’Hydra, e questo getta una luce nuova e inquietantissima sugli eventi di The Winter Soldier. Qualche anomalia c’è senz’altro, ma in fondo gli agenti dell’Hydra non sono abituati a mettere in discussione i comportamenti degli altri agenti: sanno benissimo che ognuno di loro è messo a parte esclusivamente di una minima parte del “grande disegno”, e quindi Sitwell sarà sicuramente rimasto sorpreso di essere malmenato da Cap durante The Winter Soldier…ma non gli dev’essere sembrato più strano di chissà quanti altri momenti simili. E infine, per quanto riguarda gli eventi di New York, abbiamo che…Loki fugge con il Tesseract. Ecco. Questo momento mi ha iniziato a far preoccupare. Noi sappiamo che Loki non fugge con il Tesseract, giusto? Alla fine del primo Avengers Thor lo impacchetta e utilizza il Tesseract per riportarlo ad Asgard. La fuga di Loki è compatibile con questo finale soltanto se ci immaginiamo un intero altro film avvenuto fra il primo evento e l’altro, in cui i nostri eroi danno la caccia a Loki, lo ri-catturano, lo ri-portano sulla Terra, e da lì Thor lo riporta a casa. Molto poco plausibile.

Quello che succede su Asgard è del tutto compatibile con quello che abbiamo visto in The Dark World: l’unico dettaglio nuovo è che Frigga conosce dettagli sul lontano futuro…un futuro che comunque non vedrà, perchè sappiamo che morirà di lì a pochi istanti (e anzi, è ben attenta a non ottenere alcuna informazione sulla sua morte, che sarebbe stata potenzialmente anomala).

Passiamo ora alle interazioni con Thanos, Nebula e Gamora. Con la fuga di informazioni attraverso i circuiti di Nebula, succede qualcosa di straordinario: Thanos scopre come andrà a finire. Il Thanos del 2014 vede la sua vittoria, vede un futuro in cui il suo piano è riuscito. E poi vede la sua decapitazione da parte di Thor. Pensate a quello che significa per il personaggio: la calma ponderosa, l’intrinseca tristezza esistenziale, l’ineluttabilità di Thanos…abbiamo sempre pensato derivassero da un’enorme arroganza o fiducia, e invece no: il Thanos di Infinity War attraversa tutte le sfide che gli si parano davanti con la consapevolezza di come sarebbe andata a finire. E’ per questo che si comporta come se sapesse per certo che vincerà…perchè è proprio così! Questa luce nuova gettata sul personaggio mi ha esaltato a dismisura. L’ho trovato un colpo da maestro, e un omaggio fantastico alla concezione iniziale del personaggio dei fumetti di Jim Starlin, che viene sconfitto perchè è lui stesso a fornire agli eroi la chiave per la sua sconfitta. Tuttavia…nella scena c’era qualcosa di anomalo: non è solo Thanos a sapere come andrà a finire. Anche Nebula del 2014 è presente, e anche Gamora. Ora, se non è difficile immaginarsi un qualunque pretesto per cui queste informazioni possano essere rimosse dalla memoria di Nebula (alla fine è un cyborg), trovo estremamente difficile immaginarmi che la Gamora di Guardiani della Galassia 1 e 2, e soprattutto la Gamora di Infinity War possa aver posseduto e tenuto nascoste queste informazioni. L’ho registrata subito come un’incompatibilità profonda, qualcosa che mi aspettavo che il film arrivasse a risolvere.

Se rispetti tutte le regole, ti perdi tutto il divertimento

Quel che succede poi lo sappiamo: Thanos e tutto il suo esercito partono dal 2014 e arrivano fino al 2023, per la gloriosa battaglia finale. Ed ecco il problema: da quel che sappiamo delle regole dei viaggi nel tempo, quel che è successo è successo. Quindi, secondo questa regola, non c’è che una alternativa perchè le cose tornino: Thanos dovrà tornare al suo tempo, per potersi dedicare alla caccia delle gemme ed arrivare fino al 2018 e schioccare le dita. Altrimenti, qualora dovesse venire sconfitto qui, nel futuro, vorrebbe dire che non esiste (e non è mai esistito) nessun Thanos nell’arco temporale 2014-2023, nessuno schiocco di dita e quindi, a cascata, nessuna macchina del tempo, nessun viaggio nel passato, nessuna informazione sull’esito del piano di Thanos, e nessuna invasione del futuro da parte del titano del 2014, che quindi può collezionare le gemme, schioccare le dita, causando il viaggio nel passato degli eroi…ovvero un esempio del classico paradosso del nonno di cui abbiamo parlato più sopra.

Questo, io credo, è un grosso problema. Thanos non può essere polverizzato nel 2023; deve tornare al 2014, perchè solo così potrà collezionare le gemme e schioccare le dita. L’unica concatenazione di eventi compatibile con le regole dei viaggi nel tempo di Hulk è questa, e non succede. Quindi le regole di Hulk non sono rispettate.

Dobbiamo imparare bene le regole, per infrangerle nel modo giusto.

Parliamo allora del secondo set di regole, quello descritto dall’Antico. Forse qui troveremo la soluzione a questo paradosso? Le gemme dell’infinito sono responsabili di quello che noi percepiamo come lo scorrere del tempo. Se ne estraiamo una dalla realtà, apriamo le porte a tutta una serie di possibili anomalie, che porterebbero a una biforcazione della linea temporale. Sulla base di questa obiezione, l’Antico è restio a consegnare la gemma del tempo a Hulk: forse salverebbe la linea temporale da cui proviene lui, ma condannerebbe quella in cui l’Antico continuerebbe ad esistere. Questo ci viene mostrato visivamente, ricordate? L’Antico srotola una lunga linea luminosa, arancione, poi estrae da essa la gemma del tempo e in quel punto un altro braccio, nero, ha origine. Hulk, però, ha la soluzione: agli eroi non serve tenersi le gemme, solo utilizzarle. Una volta fatto ciò, potranno riportarle indietro nell’esatto istante in cui vengono prelevate, in maniera tale da prevenire lo sdoppiamento della linea temporale. Anche questo viene visualizzato: Hulk rimette a posto la gemma nello stesso punto in cui l’Antico l’ha estratta, e la biforcazione nera scompare.

Questo significa che, secondo le regole dell’Antico, verrebbe a formarsi una nuova linea temporale se e solo se una gemma venisse estratta dalla realtà e non rimessa a posto, ma sappiamo che non è quello che succede: Captain America, sconfitto Thanos, si arma di valigetta e particelle Pym e viaggia nuovamente indietro per riportare le gemme al loro posto, prevenendo qualsiasi sdoppiamento di linea temporale. La regola dell’Antico, insomma, è presente nel film per spiegarci che gli eroi hanno avuto successo senza sdoppiare la linea del tempo, quindi mantenendosi nell’unica da cui partono, dove vigono le regole descritte da Hulk. Purtroppo, quindi, torniamo al “peccato originale” di Thanos che scompare dalla linea temporale prima di aver schioccato le dita.

La più testarda delle regole è che ci debba essere una regola

Recentemente i fratelli Russo hanno rilasciato un’intervista in cui ci spiegano quale sia la soluzione. E la soluzione è questa: ogni azione compiuta dagli eroi nel passato causa la creazione di una linea del tempo divergente. Quindi questo significa che esiste una linea temporale in cui Thanos effettivamente non ha schioccato le dita, perchè nel 2014 di quella linea temporale (che è quella che si crea con il viaggio nel passato degli Avengers) Thanos viaggia nel 2023 della linea temporale primaria, e qui viene polverizzato. Inoltre, evidentemente, in quella stessa linea temporale Loki non viene mai riportato ad Asgard nel 2012, quindi non è presente per gli eventi di The Dark World, nè per Ragnarok, e così via.

Questo risolve i problemi? Sì, senza dubbio. Però, e questo è il punto centrale, la spiegazione dei fratelli Russo non è quella che viene fornita in Avengers: Endgame. In Avengers: Endgame, come abbiamo visto, viene detto che il passato di ciascuna linea temporale non si può cambiare, e le nuove linee temporali si formano quando si rimuovono le gemme dell’infinito (cosa che abbiamo visto essere prevenuta dal viaggio di Cap) non ogni volta che si viaggia nel passato. Insomma, quello che non mi va giù di questa storia è che la spiegazione è arrivata dopo, per aggiustare una serie di problemi derivati dall’intrinseca difficoltà del gestire i viaggi nel tempo. Questo, lo ammetto a malincuore, mi lascia il sapore dell’inganno, perchè il film si presenta come qualcosa che non è: allo spettatore è offerto un sensazionale punto di vista: “vi ricordate i film che avete visto negli ultimi dieci anni? Eccovi delle rivelazioni incredibili su cosa pensavate di aver visto: Ant-Man era in Avengers! Rocket era in The Dark World! War Machine era in Guardiani! L’Antico sapeva tutto fin da subito! L’ineluttabilità di Thanos non era arroganza! Fin dagli anni Quaranta c’era un altro Steve Rogers che è invecchiato felicemente con l’amore della sua vita!” Ma alla fine del film scopriamo che non è così, stando alle regole non c’è modo che sia così. E solo dopo il film scopriamo la soluzione dell’enigma: delle regole diverse, forse chiare per gli autori, ma del tutto assenti nel film stesso.

Cedo ora la parola a Mattia, che cercherà di convincervi che tutto funzionava fin dall’inizio. Con me non ci è riuscito.

Il commento di Mattia: A qualunque costo

I viaggi nel tempo di Avengers: Endgame funzionano. Circa. Diciamo che qualcosa ancora non mi torna, ma c’è spazio per ulteriori spiegazioni che chiarifichino la situazione. Nonostante le tre visioni (a cui probabilmente se ne aggiungeranno altre nei prossimi giorni), ci sono ancora aspetti che mi sono poco chiari o meglio, a cui non ho ancora trovato una spiegazione soddisfacente. Proviamo a dipanare la matassa e giungere a qualche conclusione.

“Stiamo parlando di viaggi nel tempo, o tutto è uno scherzo o nulla lo è!” dice Hulk in Avengers: Endgame

Bisogna partire da un concetto: le concezioni che abbiamo dei viaggi nel tempo non sono necessariamente le uniche possibili. Al di là di ipotesi scientifiche (in cui non mi addentrerò, non avendo le competenze necessarie), quello che sappiamo sui viaggi nel tempo proviene da racconti, film, serie TV e in generale prodotti d’intrattenimento. Che per quanto possiamo esserci affezionati, non sono la verità assoluta. Insomma, come sottolinea Ant-Man nel film: “Ritorno al Futuro è tutto una presa in giro”.

Nell’analisi quindi dobbiamo tenere conto solo delle regole fissate direttamente in Avengers: Endgame. L’obiettivo è verificare che sia coerente con sé stesso, senza fare riferimento ad altre versioni del viaggio nel tempo. In realtà dovrebbe essere pratica comune per questo tipo di ‘ricerche’, ma qui è il film stesso a ricordarcelo esplicitamente.

Detto questo, entriamo nel vivo della discussione. L’idea alla base, spiegata da Joe Russo in un’intervista, è che viaggiare nel tempo e modificare qualcosa da origine a una nuova timeline, separata da quella che abbiamo visto finora (per comodità definita “principale” nel resto del pezzo). Per questo motivo non è possibile risolvere tutto uccidendo Thanos da bambino: si creerebbe una nuova linea, dove il Titano non potrebbe dare il via alla Decimazione, ma non riporterebbe in vita le vittime di Avengers: Infinity War.

Tutti viaggi nel tempo di Avengers: Endgame

Ognuno dei diversi viaggi nel tempo che gli eroi effettuano nel film quindi crea una diversa timeline, più o meno positiva per l’universo. Nascono quindi tanti differenti universi paralleli leggermente differenti l’uno dall’altro. A questo punto però va inserito il viaggio finale di Capitan America.

Steve Rogers infatti negli ultimi minuti del film si lancia in un’ultima missione attraverso le epoche, tornando a portare le diverse Gemme dell’Infinito (oltre che Mjolnir) negli istanti in cui sono state prelevate dagli eroi. Così facendo riporta l’ordine negli universi, cancellando le varie timeline alternative create durante il film.

Una volta raggiunto l’obiettivo però sceglie di non ritornare al suo presente. L’eroe sfrutta infatti l’ultima boccetta di Particelle Pym per viaggiare nel passato, ricongiungendosi con Peggy Carter, l’amore della sua vita, e fare finalmente quel ballo che i due si erano promessi prima che Steve si gettasse nei ghiacci alla fine del suo primo film. Così facendo crea ovviamente una nuova timeline, come spiegava Joe Russo.

Si tratta con tutta probabilità di una decisione consapevole, maturata lungo il corso della pellicola. È anche probabile che abbia avvisato l’amico di sempre Bucky del suo piano, che in effetti non sembra particolarmente sorpreso dell’apparizione di Steve sulla panchina.

Ma come ci è arrivato lì? La prima impressione è che sia invecchiato nella timeline principale, ma abbiamo visto che in realtà non è così. Steve, una volta anziano, ha viaggiato attraverso le linee temporali tornando a quella che conosciamo. Questo è possibile perché il viaggio nel tempo di Avengers: Endgame non è un ‘semplice’ spostarsi tra le epoche, ma tra gli universi grazie alle regole bizzarre del Regno Quantico.

Le storie che tornano…

A questo punto ci sono un po’ di questioni aperte. La prima riguarda ovviamente Thanos. In molti infatti si sono chiesti se la morte del Titano per mano di Iron Man non dovesse cancellare anche le azioni passate. In realtà questo impedirà la Decimazione solo nella timeline da cui proviene, che viene cancellata da Capitan America nel finale.

Questo dovrebbe comportare la sparizione della ‘nuova’ Gamora che Star-Lord sta cercando sulla sua nave, giusto? Tecnicamente no. Possiamo infatti ipotizzare che il fatto di essere nella timeline principale al momento del viaggio di Capitan America l’abbia in qualche modo protetta. Non potrà più tornare nel suo passato, ma non sparirà come accadeva in Ritorno al Futuro (vedi sopra).

E Loki? Qui la situazione è un po’ più scivolosa, lo ammetto. Non c’è una risposta precisa al suo destino dopo che lo vediamo fuggire con il Tesseract, ma possiamo fare qualche ipotesi accettabile. La prima è che anche questa timeline sia stata cancellata dal viaggio di Capitan America. È leggermente forzata, dato che tecnicamente non ci sono Gemme che hanno influito direttamente su questo evento, ma si può far passare.

In alternativa potrebbe essere che si sia creata un’altra timeline. In questa potrebbero essere andati a recuperare Loki poco dopo la sua fuga, senza che questo abbia modificato troppo il corso degli eventi. Oppure potrebbe essere che il villain sia effettivamente scampato alla cattura e scopriremo cosa gli è successo nella futura serie a lui dedicata su Disney+. Qualunque sia la risposta non va a smontare tutto il ragionamento precedente sui viaggi nel tempo.

…e quelle che hanno qualche problema

Come dicevo in apertura, non è tutto perfetto. I ragionamenti qui sopra fanno effettivamente tornare i viaggi temporali in sé, ma ho ancora (almeno) un paio di problemi ‘collaterali’ da citare. Il primo riguarda i portali per il Regno Quantico che gli eroi costruiscono nel film.

Non è infatti ben chiaro lo scopo di questi strumenti. In teoria servono a entrare nella realtà microscopica (che è a tutti gli effetti un altro universo) e navigarla per viaggiare nel tempo e nello spazio. Tuttavia non sono apparentemente indispensabili per il viaggio nel tempo.

Vediamo infatti Iron Man e Capitan America tornare dal 2012 agli anni ’70 senza ‘passare dal VIA!’. Allo stesso modo Steve ritorna alla timeline principale nel finale senza sfruttare il portale che Hulk, Sam e Bucky stanno osservando. Una spiegazione più chiara potrebbe arrivare in futuro, dato che il funzionamento del Regno Quantico è molto complesso, ma al momento sembra esserci un po’ di confusione. Forse un ripasso di Ant-Man and the Wasp, dove il tema viene presentato in maniera estesa, potrebbe essere d’aiuto a capire meglio il tutto.

Il secondo riguarda il viaggio di Steve Rogers per riportare le Gemme nel passato. Per esigenze narrative viene gestito molto rapidamente: sappiamo che è andato tutto bene, ma non viene mostrato cosa sia successo nel dettaglio. Un modo un po’ semplicistico di spiegare la cancellazione delle timeline, che forse poteva essere sfruttato meglio sebbene aggiungere ulteriore minutaggio alle tre ore di Avengers: Endgame forse non era stato possibile. Anche qui comunque c’è spazio per un chiarimento futuro, come suggerito da Joe Russo.

La natura della discussione

A mio parere quindi i viaggi nel tempo di Avengers: Endgame, pur con qualche punto interrogativo, funzionano nel complesso e spero di aver chiarito il mio punto di vista. C’è un’ultima cosa però che mi preme sottolineare, ovvero il senso di discutere di questi aspetti.

Andare ad analizzare in profondità il film, alla ricerca delle ragioni delle azioni del personaggio è un divertimento, non troppo diverso dalle chiacchierate di qualche mese fa sugli errori di Star-Lord e Thor nel primo scontro con Thanos. Ci fa sentire ancora più legati a quell’universo, immaginandolo come un vero mondo parallelo con tutte le sue regole, ed è piacevole farlo con gli amici e gli altri appassionati.

Tuttavia, alla fine dei conti, non deve influire (non pesantemente almeno) sulla valutazione complessiva del film. Perché un’opera cinematografica non è fatta solo dalla sua sceneggiatura (meglio ancora dalla sua trama) e Avengers: Endgame è un film spettacolare, che ha già un posto nella storia del cinema popolare, che i viaggi nel tempo funzionino alla perfezione o meno.

Negli ultimi anni, il trend crescente tra gli appassionati di qualsiasi franchise sembra essere la ricerca spasmodica di un errore nel racconto. Un aspetto che, a meno che non si tratti di problemi davvero catastrofici, non dovrebbe influire sull’apprezzamento o meno del film e soprattutto non dovrebbe essere l’unico fattore da tenere in considerazione, come invece molto spesso accade.

Dal canto mio, continuerò a passare serate a discutere del perché Indiana Jones non sia stato inutile ne I predatori dell’arca perduta, del perché a Metropolis nessuno si accorga del fatto che Clark Kent è Superman o delle ragioni per cui i mutanti sono discriminati e i supereroi no. Ma i risultati a cui giungerò non mi impediranno di godere delle opere da cui sono nate queste discussioni.

Passo ora la palla a Caroline, per un terzo punto di vista, oltre il sì e il no. Come? Lo vedrete.

Il commento di Caroline: Avete rotto le Gemme dell’Infinito.

Ora avvertirete un tremito nella forza, uno shift del punto focale della discussione dal “quel che ci è stato mostrato sugli schermi” alla “reazione della fandom” (tra cui noi stessi). Ora, noi abbiamo appena potuto apprezzare due punti di vista che, per quanto polari, sono stati levigati e temperati prima di metterci la faccia sulla nostra amata magazine. Allo stesso tempo, sul resto dell’internet e, in particolar modo, sui social, ho visto cose che voi umani

Ridimensioniamoci, è un film di fantascienza

Appena uscito Avengers: Endgame nelle sale cinematografiche, è bastato quel minimo di tempo necessario affinchè le persone finissero di googlare la definizione di “ineluttabile” per fiondarsi direttamente a commentare con veemenza sia contro che a favore del film. Abbiamo visto in giro prese di posizione diametralmente opposte, difese con una ferocia che non si vedeva dai tempi di Hulk in Ragnarok. Dai “questo film mi ha rovinato tutta la frachise del MCU” alle difese cieche e disperate, come se gli si fosse appena insultata la madre. Ridimensioniamoci un attimo.

Avengers: Endgame è un film di fantascienza, come tale, ci possiamo aspettare della pseudo-scienza. Se i viaggi nel tempo fossero plausibili esisterebbero o, almeno, avremmo idea del perchè non possiamo ancora farli funzionare. All’interno del film ci hanno dato delle regole sufficientemente vaghe da concedere ai Russos una discreta libertá di azione e, allo stesso tempo, dare un minimo di forma a loro approccio ai viaggi temporali. Questo ci sarebbe dovuto bastare e una volta ci sarebbe ampiamente bastato.

Quello che mi sarei aspettata era una reazione psicologicamente stabile, per quanto utopica, degli spettatori. Ovvero una sana dose di Dissonanza Cognitiva, osservando la poca plausibilitá scientifica ma, al contempo, scegliendo di farla passare in secondo piano a favore della godibilitá del film.

Fortunatamente, entrambi i miei predecessori in questo Voci dell’Idra sono riusciti ad apprezzare ampiamente il viaggio, i colpi di scena e i feels che che ci sono stati regalati in quasi tre ore di visione (anche se mi immagino Gabriele che esce dalla sala proferendo come prime parole “Si, peró…” con l’indice alzato al primo passante incrociato). Purtroppo molti altri sono rimasti con l’amaro in bocca, a tal punto di consigliare addirittura di “non perdere il proprio tempo andando a vedere Avengers: Endgame”.

Eh ma come faccio a farmi andare giù la pseudo scienza?

Parliamone, di cose assurde ce ne sarebbero a bizzeffe. Se vogliamo salire sul treno del nitpicking, si potrebbe cominciare da Mjolnir. Come fa a decidere chi è degno? È un materiale che è diventato self-aware (Asimov scansati)? È magico? È stato creato in collaborazione con Eiichiro Oda ed è l’equivalente MCU di Fujitora con il Juryoku Juryoku no Mi e usa la forza di gravitá arbitrariamente?

Oppure vogliamo parlare della nazione “segreta” di Wakanda? E il Vibranio? E quelle tute per i viaggi nel regno quantico, quando si tolgono automaticamente, dove finiscono? E Captain Marvel come vola? Cosa usa come propulsore? E come freni? Per non parlare di Hulk. Se esiste la legge di conservazione di massa, da dove la prende tutta la sua massa per diventare grosso?

Insomma, ragazzi, sulla maggioranza degli elementi Marvelistici abbiamo sempre chiuso un occhio. Perché? Perché è figo. Perchè per tre ore della nostra esistenza ci fa sognare, ci fa vedere un mondo in cui c’è un senso logico esistenziale nonché una giustizia divina. E come mai non riusciamo a farlo per i viaggi nel tempo? La mia ipotesi? È che siamo diventati viziati. Ci siamo oramai abituati a vedere delle produzioni di livello elvatissimo sui grandi schermi e ora le diamo per scontate. Con ogni miglioramento del mondo nerd cinematografico emergono delle critiche uguali e opposte. Viste le recenti vicissitudini come, per esempio, il cambio di aspetto di Sonic a seguito delle lamentele del pubblico (Deo gratias), dobbiamo obbligatoriamente iniziare a renderci conto che il nostro feedback ha potere. Se sovraccarichiamo l’industria con lamentele gratuite, rischiamo di perdere gli attuali investimenti in un determinato tipo di produzione. Rischiamo che, un domani, non ci sia il MCU che conosciamo oggi, perché non avranno più idea di come poterci accontentare. Ergo, critiche si ma cum grano salis.

Non spegniamo il cervello, impieghiamolo meglio

In un taglio prettamente edonistico non mi ci rivedo. Non voglio arrivare a un estremo in cui vi possa dire “fregatevene e godetevelo” e che, se non siete usciti dal cinema in visibilio e lacrime di gioia come Chiappani, è perché vi siete rovinati il film da soli. È cosa buona e guista interrogarsi e disquisire sui dettagli. È parte del divertimento dibattere sui perché e i per come (e il Time travel si presta particolarmente bene a tali dibattiti). Ma non a tal punto da rovinarsi un film e, tantomeno, rovinarlo agli altri. Mi perdonerete una chiusura poco caratteristica, tendente al volemmosebenismo. Condividiamo una passione (a volte smisurata) per questo ambito, sfruttiamola per supportarlo. Non dissuadete le persone dal provare questa esperienza in prima persona e non insultateli dopo se hanno apprezzato una cosa che a voi non è andata giù. Attendiamo con ansia la prossima saga (magari Secret Wars?) e accogliamola a braccia aperte. Viaggi nel tempo a parte, buon futuro al MCU e Hail Hydra.

Da parte di tutti e tre (e di Stan Lee) vi salutiamo con un: ‘Nuff Said.

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