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Il corvo: tra follia e disperazione

Erano gli anni '80, ma non quelli dai colori vivaci di Cyndi Lauper o dei film come Sixteen candles. Erano gli anni '80 dark, foschi e malinconici dei The Cure, dei Bauhaus e dei Joy Division. 
James O'Barr disegnava Il corvo non sapendo ancora che la sua opera sarebbe diventata un cult negli anni a venire.
Tutta la rabbia, la folle disperazione, la sofferenza che si possono provare, tutte concentrate in un racconto, incarnate in un essere né vivo né morto, ormai svuotato del suo cuore palpitante, nel momento in cui la sua amata è stata stuprata e uccisa. 
Il corvo è il traghettatore di anime, la guida che accompagna Eric nel suo calvario, perché l'immortalità che gli ha concesso non lo protegge dal dolore. Come non lo protegge dalla follia, cammina sul filo sottile che separa la sanità dalla pazzia, pendendo pericolosamente da entrambe le parti per poi, infine, lasciarsi cadere.
Un fumetto il cui inchiostro sono le ombre, in cui la luce è solo quella dei ricordi che illuminano con un alone opaco la crudeltà della vita presente.
Il protagonista non è un eroe, è un'anima dannata che si nutre della vendetta, l'unico modo che ha per ritrovare una pace perduta, dopo che la brutalità della realtà senza pietà ha bussato alla sua porta. Eppure non si può fare a meno che amare il personaggio per quanto distorto e oscuro è più puro di tutti coloro che appaiono ancora vivi. 
Ha un romanticismo contorto e incancrenito, come le poesie di Baudelaire. Allo stesso modo è affascinante e inquietante, le suo ombre ci inghiottono e ci si incollano addosso, rimanendo con noi anche molto dopo aver finito di leggere.
Quanto e quando una persona può definirsi effettivamente viva? Forse, in certi casi, siamo solo morti che si aggirano per il mondo, ignari della propria “inesistenza”.
Quindi, nel 1994, è arrivato il film di Alex Proyas, con la sua colonna sonora da mozzare il fiato sposa perfetta dell'atmosfera cupa: Pantera, Stone temple pilots, e quegli stessi The cure che hanno influenzato l'autore nella stesura della sua opera. 
La storia è stata leggermente modificata, come spesso avviene in una trasposizione dal cartaceo,  ma non perde nulla della sua conturbante bellezza. Il racconto di  anime marce punite dalla disperazione di un folle. 
Una pellicola che al cinema ha fatto venire i brividi a tutti gli spettatori, che con i suoi artigli ha scavato nell'anima delle persone depositandovi un ricordo indelebile. 
Diventato un cult, così come il fumetto, con tutta una schiera di fedelissimi pronti a elogiarne ogni fotogramma.
Un Brandon Lee inimitabile nella parte del protagonista in cerca della sua vendetta, boia dei suoi aguzzini e fantasma perseguitato dai suoi stessi fantasmi.
Tutta la serie di film che sono seguiti al primo non hanno avuto lo stesso successo in quanto pallide e malriuscite imitazioni dell'idea originale. Ora che intendono fare il remake ci guardiamo l'un l'altro con scetticismo, chiedendoci chi sceglieranno per la parte principale. Si sono imbarcati in una sfida non da poco, i fan rizzano il pelo aspettando il momento giusto per azzannare il responsabile. Auguriamo loro di fare davvero qualcosa di sopraffino o la critica sarà spietata.
Intorno alla fine degli anni '90 ne è stata fatta anche una serie televisiva: The Crow: Stairway to heaven con protagonista Marc Dacascos (Il patto dei lupi), ma pochi ne sono a conoscenza poiché è stato un fiasco.
Nessuna è stata in grado di catturare, altrettanto bene, l'atmosfera del fumetto.
Per chi non avesse ancora avuto occasione di leggerlo, Edizioni BD (in collaborazione con (Etna Comics) ne ha preparato una nuova edizione e proprio in questo periodo accompagna James O'Barr in giro per l'Italia. Quale occasione migliore di questa? Qui  potete controllare le tappe e prepararvi, anche con la giusta musica in sottofondo. Domani O'Barr sarà a Milano e noi con lui!
Siete ancora in tempo  per assistere ad un'ultima danza con la morte, per addentrarvi tra le ombre di una mente umana che è ha perso i suoi punti fermi, di un corpo svuotato riempito di collera. 
Ancora in tempo per farvi guidare dal corvo.

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