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I segreti de Il Signore degli Anelli nascosti nei libri

Una selezione di scene, personaggi e segreti del libro Il Signore degli Anelli che sono andati perduti nella trasposizione cinematografica di Peter Jackson.

Concentrare circa 1200 pagine in 3 film non è un lavoro semplice. Sebbene quello di Jackson sia stato a dir poco sorprendente, avendo creato una trilogia cinematografica che difficilmente potrà essere superata, abbiamo assistito ad alcune modifiche. Tanti elementi, più e meno importanti, presenti all’interno dei libri che per i motivi più svariati sono stati omessi, alterati o poco approfonditi all’interno dei film.

Le differenze tra i film e il libro de Il Signore degli Anelli

Per la natura stessa dei due strumenti, libro e pellicola, regalare la stessa quantità di informazioni è praticamente impossibile e scrivere le mancanti all’interno dei film richiederebbe una quantità di tempo e battute esagerata (nonché una tastiera nuova!). Pertanto, in questo articolo, vogliamo porre l’attenzione a quelle piccole grandi differenze o mancanze che potreste esservi persi nel caso non abbiate mai letto Il Signore degli Anelli (attività che vi consigliamo caldamente di fare!).

Tom Bombadil

Tom Bombadil

Il bizzarro personaggio di Tom Bombadil è probabilmente la mancanza più grande all’interno dei film che gli appassionati del libro lamentano da sempre. Tom appare nel VI capitolo de La Compagnia dell’Anello e rientra in uno dei quattro capitoli del libro che separano l’inizio del viaggio di Frodo al suo arrivo a Brea, mai rappresentati nel film. In uno di questi capitoli, Frodo, Sam, Merry e Pipino finiscono prigionieri del Vecchio Uomo Salice, un essere antico simile ad un Ent. Qui vengono salvati da Tom Bombadil la cui storia, all’interno della Terra di Mezzo, è ancora avvolta nel mistero, il che contribuisce al suo fascino.

Tom abita nel cuore della Vecchia Foresta, situata tra la Contea e Brea, insieme alla sua sposa Baccador. Vive in armonia con la natura, rispettando le piante e gli animali che abitano la foresta. Gli hobbit rimangono in sua compagnia per pochi giorni prima di raggiungere Brea ma in così poco tempo, non abbiamo modo di conoscere a fondo il personaggio. Sappiamo però che è caratterizzato da una grande potenza e forza di volontà. Tom, infatti, non solo prende in mano l’Unico Anello ma lo indossa, senza però diventare invisibile e senza subirne la malvagia influenza. Più avanti, alcune parti del libro lasciano pensare che Tom possa essere la creatura più antica di tutta la Terra di Mezzo, nonché una delle più potenti. Durante il consiglio di Granburrone, per decidere sul destino dell’Anello, alcuni personaggi suggeriscono addirittura di affidarlo proprio a lui, ipotesi poi scartata.

La presenza di Tom Bombadil ai fini della trama non è fondamentale ma contribuisce a dare anima allo straordinario mondo creato da Tolkien. Forse una sua apparizione all’interno dei film sarebbe stata superflua, ma una citazione o un piccolo easter-egg avrebbe sicuramente fatto piacere agli amanti del libro, noi compresi!

Tom Bombadil scoppiò a ridere. ‘Ebbene, miei piccoli amici!’, disse, curvandosi per guardarli bene in faccia. ‘Dovete venire a casa mia! La tavola è apparecchiata con crema gialla, miele dorato, pane bianco e burro. Baccador ci aspetta. Avremo tempo per le domande più tardi intorno alla tavola. Seguitemi camminando più presto che potete!’.

Il ruolo di Arwen ne Il Signore degli Anelli

Arwen Undómiel è forse il personaggio che presenta più differenze tra la versione letteraria e quella cinematografica. In quest’ultima, infatti, la figlia di Re Elrond, interpretata dalla favolosa Liv Tyler, appare in numerose occasioni e flashback che ribadiscono il forte sentimento che la lega al ramingo Aragorn. È lei che salva Frodo e Colle Vento cavalcando lontano dai Nazgul e salvando l’Hobbit ferito con un potente incantesimo ed è sempre lei che convince il padre a riforgiare la leggendaria spada Narsil brandita da Isildur nella lotta contro Sauron. Nulla di ciò che abbiamo appena letto però succede nel libro.

Nell’opera letteraria è Glorfindel, un valoroso guerriero Elfo, a salvare Frodo dai Nazgul caricandolo sul proprio cavallo e facendolo scappare; Narsil, invece, viene forgiata prima che la Compagnia dell’Anello lasci Gran Burrone. A conti fatti, la povera Arwen appare nel libro solo in quattro rapide occasioni. Questo però non deve distrarci dalla sua importanza all’interno della storia. Il sentimento che Aragorn prova per lei lo spingerà infatti a compiere le valorose azioni che porteranno alla sconfitta degli eserciti di Sauron. Tra queste, da citare la scena dei Sentieri dei Morti ne Il Ritorno del Re, in cui Aragorn, Legolas e Gimli si addentrano per cercare il supporto dell’esercito di non morti rimasti intrappolati tra la vita e la morte.

Nel libro, prima di intraprendere il sentiero, Aragorn incontra Elledan e Elrohir, i fratelli di Arwen, che gli consegnano un vessillo in tessuto nero realizzato dalla stessa elfa. Questo simbolo lo convincerà a intraprendere quel pericoloso viaggio.

Ma la Regina Arwen disse: “Io ti farò un dono. Perché io sono la figlia di Elrond: non partirò con lui quando si recherà ai Porti, perché la mia scelta è quella di Lúthien, e anch’io ho scelto come lei allo stesso tempo il dolce e l’amaro. Ma in vece mia partirai tu, Portatore dell’Anello, quando giungerà l’ora, e se lo vorrai. Se la tua ferita sarà ancora dolorante e il ricordo del tuo fardello sarà pesante sul tuo cuore, allora potrai recarti a ovest, finché tutte le tue ferite e stanchezze non siano sanate. Ma ora prendi questo in memoria di Gemma Elfica e di Stella del Vespro, i fili che si sono intrecciati con te nel tessuto della tua vita!”.

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Le emozioni di Éowyn

Éowyn, la principessa di Rohan, è un altro personaggio ampiamente apprezzato da parte del pubblico. A differenza di Arwen, la figura di Éowyn, tutto sommato, non è stata alterata dal passaggio dalla carta alla pellicola ma una fondamentale caratteristica è andata perduta. Nei film, Éowyn, interpretata da Miranda Otto, è rappresentata come una nobile donna fiera, orgogliosa del suo casato e disposta a tutto pur di riportarlo all’antico splendore, persino imbracciare le armi e combattere in prima linea. Questa rappresentazione è fedele a quella che leggiamo nel libro ma ci nasconde un’importante informazione: Éowyn desidera morire.

Il lungo periodo in cui Re Théoden, suo zio, è rimasto soggiogato dal malefico influsso di Saruman e di Grima Vermilinguo, le hanno infatti causato un forte senso di sconforto e disperazione. A ciò si aggiunge la morte del cugino, nonché erede al trono, Théodred e il rifiuto sentimentale di Aragorn, di cui la principessa si innamora. Questi elementi non fanno altro che aumentare il disagio psicologico che Éowyn sta affrontando e che la spingerà a combattere nei campi del Pelennor e a fronteggiare addirittura il Re dei Nazgul. Fortunatamente la sua storia ha un lieto fine in entrambe le versioni, trovando l’amore e sposandosi con Faramir.

Non lo fraintendere, sire”, disse Éowyn. “Non è la mancanza di cure che mi affligge. Nessuna dimora potrebbe essere più adatta a chi desidera guarire. Ma io non sono capace di vivere nell’inerzia, nella pigrizia, in gabbia. Desideravo la morte in battaglia. Ma io non sono morta, e la battaglia continua.

Nel libro de Il Signore degli Anelli, Saruman è un personaggio dalle mille sfaccettature caratterizzato da una complessa psicologia e sconfinata intelligenza. Il più potente di tutti gli Stregoni (o Istari) ha un piano ben preciso per la Terra di Mezzo e per il destino dei suoi abitanti già da molto tempo prima della Guerra dell’Anello. Tutte queste affascinanti sottigliezze vengono purtroppo limate all’interno del film che riduce lo Stregone bianco a mero ‘cattivo’ della storia insieme a Sauron, l’oscuro signore. La verità, che traspare nei libri, è che Saruman è molto più di questo.

Sebbene il suo modo di fare non sia certamente dei più nobili e leali, il Saruman del libro non ha mai desiderato un’alleanza con Sauron. Il supporto che fornisce al signore di Mordor è solo una facciata per i suoi reali intenti. Saruman il bianco desidera infatti impossessarsi egli stesso dell’Anello del Potere per prendere il posto di Sauron e comandare su tutte le forme di vita. I suoi piani prevedono infatti l’avvento di un nuovo ordine degli stregoni basato sul puro utilizzo della ragione e della scienza che avrebbe guidato le popolazioni abbandonando le superstizioni e l’antica tradizione. Perciò finge di allearsi con Sauron.

Tutto ciò è ovviamente inaccettabile per Gandalf, poiché i Saggi Stregoni sono stati inviati per guidare le popolazioni della Terra di Mezzo e supportarle alla lotta contro le forze del male, senza soggiogarle o imporre loro il proprio punto di vista. Come sappiamo i piani di Saruman vengono sventati dopo che il suo esercito viene sconfitto al fosso di Helm e gli Ent attaccano Isengard.

Credo di capire adesso che cosa stia combinando. Sta progettando di diventare una Potenza. Ha un cervello fatto di metallo e d’ingranaggi: nulla gl’importa di ciò che cresce, se non gli serve in un’occasione immediata. E ora vedo chiaramente ch’egli è un traditore nero. Complotta con gente immonda, con gli Orchi. Brm, huum! Peggio ancora: sta facendo loro qualcosa, qualcosa di pericoloso.

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La follia di Denethor

Denethor è un altro personaggio che perde un po’ del suo smalto nella trasposizione cinematografica. Il sovrintendente di Gondor appare come un uomo ossessionato dal potere e disposto a tutto pur di mantenerlo, anche a costo di sacrificare la vita del figlio Faramir, fratello di Boromir. La sua indegna ‘guida’ del popolo porterà la sua casata e la città di Minas Tirith sull’orlo della distruzione nonché alla sua stessa morte.

La sua personalità, in fondo, è ben rappresentata nella pellicola ma mancano però alcune importanti spiegazioni che spiegano la follia di Denethor. Quello che viene omesso, all’interno del film, è la presenza di un Palantir che Denethor stesso ha utilizzato per scoprire i piani di Sauron. I Palantir, infatti, sono delle antiche pietre di grande potenza che permettono ai possessori di comunicare a grande distanza. Uno di essi è posseduto da Sauron stesso che, attraverso il suo potere, influenza negativamente chiunque si avvicini o tocchi altri Palantir.

Nonostante ciò, Denethor inizia ad utilizzare il Palantir dopo la morte della moglie, avvenuta molti anni prima. Questo evento gettò Denethor nello sconforto, portandolo a trascorrere lunghe ore da solo nella Torre Bianca di Minas Tirith. Il pensiero, poi diventato realtà, che Sauron avrebbe attaccato sotto la sua sovrintendenza lo assalì e si servì del Palantir per scoprire i piani del nemico e tentare di prevederne le mosse. Tuttavia la lotta contro il volere di Sauron lo indebolì facendolo invecchiare precocemente ed alimentando in lui l’orgoglio e lo sconforto che lo spinsero a compiere le insane gesta che conosciamo.

Dopo la sua morte, Denethor divenne più tetro e silenzioso, e soleva trascorrere lunghe ore sedute in solitudine nella sua torre, immerso nei pensieri, prevedendo che l’assalto di Mordor sarebbe avvenuto durante la sua Sovrintendenza. Più tardi si apprese che, avendo bisogno di conoscere gli eventi futuri, ed essendo uomo fiero e sicuro della propria forza di volontà, egli aveva osato leggere nel Palantír della Torre Bianca.

Torniamo a parlare di Saruman e di un altro evento a cui è legato che, purtroppo, non viene rappresentato all’interno del film. Dopo che lo stregone bianco viene sconfitto a Isengard, assediato dagli Ent e in seguito confrontatosi con Gandalf, egli viene liberato dagli Ent stessi mossi da pietà. Di lui e del suo fidato servitore Grima Vermilinguo, non si hanno più notizie fino alla fine dell’avventura. L’Unico Anello è stato distrutto e con lui anche Sauron. Frodo, Sam, Merry e Pipino, guidati da Gandalf, fanno così ritorno alla Contea.

La terra degli Hobbit appare però molto diversa da come la ricordavano. Nuovi personaggi hanno preso il potere privando gli abitanti della propria libertà. Gli usurpatori sono guidati da una losca figura, chiamata Sharkey, che altri non è che Saruman stesso. Una volta smascherato, Frodo e gli altri aizzano la folla contro Saruman e Grima, che lo ha seguito fin qui, ma decidono di non ucciderlo. Saruman, preso da un impeto di orgoglio, inizia ad inveire contro tutti e contro lo stesso Grima che, accecato dalla frustrazione dell’ennesima vessazione, colpisce alle spalle Saruman eliminandolo. A quel punto Grima viene ucciso dagli stessi Hobbit colpito da frecce.

La scena della morte di Saruman e Grima è ripresa nella pellicola ma non avviene alla Contea bensì ad Isengard nel libro Le Due Torri, ed è Legolas a colpire Grima dopo che questi ha attaccato il suo padrone. Si tratta di un espediente ben riuscito, presente solo nella versione estesa, che è riuscito ad accorciare i tempi cinematografici eliminando una sequenza, tutto sommato interessante.

Saruman rise. “Tu fai quello che dice Sharkey, vero, Verme? Ebbene ora ti dice: seguimi!”. Gli sferrò un calcio in pieno viso e Vermilinguo si voltò e lo seguì. Ma improvvisamente qualcosa scattò in lui; si rizzò a un tratto, estraendo un pugnale nascosto e ringhiando come un cane saltò sulla schiena di Saruman, gli tirò indietro la testa, gli tagliò la gola e corse giù per il viale con un grido. Prima che Frodo potesse riprendersi e pronunciare una parola, tre frecce hobbit sibilarono e Vermilinguo cadde morto.

Il Signore degli Anelli: ancora molto da scoprire

Questi che abbiamo letto sono solo alcuni dei segreti nascosti nei libri. Molti altri affascinanti dettagli si celano tra le pagine de Il Signore degli Anelli ma anche degli altri volumi scritti da Tolkien che non vediamo l’ora di farvi scoprire!

Quali sono i vostri preferiti?

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