Le testimonianze di torture e violenze sessuali subite dalle donne in Ucraina sono all’ordine del giorno.
Proprio in queste ore il Kyiv Indipendent, citando la commissaria ai Diritti umani nel parlamento ucraino Lyudmyla Denisova, afferma che sono oltre 400 le denunce contro soldati russi per violenze sessuale a donne e bambini.
Le denunce sono arrivate all’apposito numero istituito dal Parlamento ucraino per presentare segnalazioni e ricevere assistenza psicologica.
Secondo la commissaria questi inquietanti numeri sono emersi soltanto grazie al numero messo a disposizione dei cittadini per denunciare le violenze subite.
È di questo mese ad esempio la denuncia raccolta da Human Rights Watch e che riporta la drammatica storia di una donna che, rifugiatasi in una scuola nella regione di Kharkiv con la sua famiglia, è stata seviziata e stuprata più volte da un soldato russo. I fatti risalgono al mese di marzo.
Testimonianze simili sono giunte da diverse città dell’Ucraina, come ad esempio Bucha, Irpin, Borodianka. In queste città i cadaveri delle donne rinvenuti nelle fosse comuni, presentavano segni di stupro secondo le autopsie effettuate sui corpi.
Secondo l’ambasciatrice dell’UK in Ucraina, Melinda Simmons, la violenza sessuale in questi casi è da considerare una vera e propria “arma di guerra”.
Nella giornata di ieri i media ucraini hanno battuto la notizia della cattura del soldato russo Roman.
Di Roman avevano fatto inorridire le intercettazioni che riportavano le comunicazioni con la sua consorte. Oltre a ridere insieme degli stupri subiti dalle donne in Ucraina, la giovane sposa incitava il marito ad usare la violenza contro le donne ucraine.
