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Inferno: questo film vale 10 Picarati

Siamo arrivati alla terza pellicola ispirata ai libri del famoso Dan Brown. Dopo Il Codice Da Vinci e Angeli e Demoni, Ron Howard, di nuovo alla regia, propone l’adattamento di un terzo romanzo dello scrittore appassionato di enigmi storici, Inferno, romanzo che trae ispirazione dalla Divina Commedia del sommo poeta Dante Alighieri. Tom Hanks torna nel ruolo del professor Robert Langdon, impegnato in una nuova avventura densa di misteri e intrighi internazionali. La storia inizia quando il protagonista si risveglia in un letto d’ospedale nella nostra bella Firenze.
Con una profonda ferita alla testa, subito si rende conto di non ricordare assolutamente nulla dei giorni precedenti e di come sia finito in quella città; non ha nemmeno il tempo di capacitarsi della cosa che subito un sicario, mandato apposta per lui, tenta di assassinarlo. Una volta fuggito, con l’aiuto della dottoressa Sienna, interpretata da Felicity Jones, Langdon inizia ad avere delle visioni che richiamano l’Inferno dantesco e scopre di avere con sé un codice che risulta essere quello inserito da Botticelli nella sua rappresentazione proprio dell’Inferno di Dante. Braccato da diverse organizzazioni internazionali, il professore, insieme alla dottoressa Sienna, si ritrova a dover risolvere il mistero contenuto nel codice, e stavolta sembra non possa fare affidamento su nessuno, nemmeno sulla sua memoria. Questo l’incipit del film, che parte subito in quarta coinvolgendo lo spettatore soprattutto per il fatto che in questo caso lo stesso Langdon si trova, a causa della sua amnesia, a brancolare nel buio di fronte ai misteri da svelare. Soprattutto per noi Italiani, la pellicola ha una marcia in più, dovuta alla bellissima cornice di Firenze, che con i suoi scorci dona un’atmosfera speciale alle scene lì ambientate; non manca inoltre qualche scorcio di Venezia. Molto d’impatto anche la rappresentazione visiva dell’Inferno dantesco, proposto, tramite le visioni del professore, in un contesto più moderno ma di sicuro fascino.

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Abbiamo tuttavia riscontrato come, man mano che l’avventura va avanti, l’interesse vada scemando nello spettatore a causa di alcune scelte relative alla trama non molto condivisibili. Innanzitutto, dei film ispirati alla trilogia di Dan Brown, questo è quello in cui si dà meno importanza agli enigmi, e anche i pochi presenti sono piuttosto blandi e risolti in modo sbrigativo, insomma non valgono molti “picarati”. Anche il coinvolgimento della Divina Commedia non è così centrale come si può pensare; il film appare dunque basato molto di più su intrighi e tradimenti. Certo non è un difetto, ma si poteva sfruttare di più questo elemento, che fa da filo conduttore, così come si erano sfruttati di più gli elementi storici inseriti nei precedenti film. Arrivati al finale, la prima cosa che si prova è un senso di smarrimento, perdendosi nei mille ragionamenti e tentando di ricollegare tutti i pezzi del puzzle in bilico tra passato e presente; si arriva così a scoprire diversi buchi nella sceneggiatura. Come se, per condensare il tutto nelle due ore di film, alcune parti siano state dimenticate e quindi lasciate fuori. I personaggi, poi, risultano piuttosto anonimi e non coinvolgono lo spettatore come dovrebbero. Anche Tom Hanks, nonostante la sua bravura nella parte del professor Langdon, non viene valorizzato a sufficienza dalla sceneggiatura, anche perchè il contributo del suo personaggio alle vicende non è così fondamentale come dovrebbe essere. Un solo personaggio, (non vi diciamo quale per evitare spoiler ma lo capirete guardando), risulta più riuscito degli altri, ma viene sfruttato male durante la parte finale della pellicola. A completare la cornice troviamo anche alcune scene più o meno divertenti, ma poco credibili, come i due protagonisti che conoscono ogni passaggio segreto di qualunque antico palazzo di Firenze, o che violano il codice etico di comportamento in tutti i musei visitati.

Aggiungiamoci poi delle dubbie battute sullo stereotipo dell’Italia all’estero e un paio di scene ai limiti del trash e il quadro è completo.
Inferno è un film che mischia nel calderone troppi elementi e ne perde alcuni quando deve tirare le somme. Gli amanti del genere e dei precedenti film probabilmente ci passeranno sopra e se lo godranno comunque, ma noi troviamo che, della trilogia dedicata ai romanzi di Dan Brown, questo sia il meno riuscito.

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