Intrattenimento

Jason Isaacs: un capitano Serpeverde

Alla Starcon 2018 Jason Isaacs è stata una delle star di punta della manifestazione. Durante il panel dedicato all’incontro con la stampa e con i fan l’attore si è prestato a un fuoco di fila di domande. Eccone alcune! 
Vuol raccontarci qualcosa della sua esperienza sul set di Star Trek Discovery?
Beh avete visto quei costumi? Non avete idea di cosa voglia dire indossarli. Non puoi respirare, mangiare, non puoi neanche andare in bagno e soprattutto: non sai dove mettere le mani. Non so se avete presente Jonathan Frakes [Numero Uno di ST Next Generation] che adesso fa il regista e ha diretto un episodio di Discovery e la prima cosa che ci ha chiesto è stata: “chi ha qualche problema con le mani?”’ e tutti noi: “sì sì io!” Non si sa dove metterle! Nello spazio non ci sono tasche.
La miglior posizione da prendere sul set di Discovery è a braccia conserte. Tutti odiano quello che ci si mette per primo, perché poi tu non puoi più farlo, devi inventarti qualcos’altro. Mani sui fianchi o che so io. Quindi quando guardate gli episodi ricordatevi: quello che ha le braccia conserte in quel momento lo stanno odiando tutti.
Ma adesso ve la faccio io una domanda. Avevate indovinato da dove veniva Lorca? Ah e poi Ash Tyler. Si era capito?
Beh ecco…insomma abbastanza…
 
Ah, allora hanno proprio fatto casino, troppa gente l’ha capito. E invece che l’imperatore era Philippa Georgiou?
[Si alzano un sacco di mani]
Ma senta perché non ci parla un po’ della sua storia con Star Trek, lo conosceva, le piaceva?
 
Crescendo ero un grande fan della serie originale di Star Trek. Kirk era il mio ideale maschile di uomo adulto: macho, sexy, tenero ma mai spaventato. Quando mi hanno chiesto di lavorare in ST la mia risposta è stata: no! Non ci penso neanche a reggere il confronto con dei giganti!
Ma poi ho letto lo script e la storia, ed era del tutto diversa: Lorca non c’entrava assolutamente nulla con Kirk. E soprattutto lo show non era su di me.
E i miei amici, il mio agente, mia moglie tutti mi dicevano che avrei dovuto farlo ma io pensavo che Star Trek è troppo bello – e i fan sono troppo matti, ossessionati – e non voglio essere proprio nello Star Trek peggiore che magari ha ucciso il franchising per sempre. Ma non è andata così e sono contento che sia piaciuto ad abbastanza persone da fare andare avanti lo show.
Le facciamo un’altra domanda…
Facciamo così, visto che ci sono delle domande che mi fanno sempre, vi anticipo le risposte, così vi risparmio la fatica di farmi domande noiose.
… ok?
 
Mi si chiede sempre se preferisco i ruoli dei cattivi o dei buoni. E la risposta è che in una storia scritta bene non esiste questa differenza. Proprio come nella vita, nessuno pensa di star facendo una cosa sbagliata.
Anche Lorca viene da un mondo dove i più forti sopravvivono e crede decisamente nella purezza della razza. Io non ci credo ma sfortunatamente ci sono politici che la pensano così. La storia ci dice che persone che la pensavano così sono esistite eccome.
Pensano di vedere il mondo chiaramente e credono che tutti gli altri siano dei sentimentalisti o parte di un esperimento sociale. Lorca pensa che il suo equipaggio non capisca il mondo vero, che è una giungla, e la vita è una lotta e che i deboli sono destinati a soccombere.
La stessa cosa succede in Harry Potter, ci sono maghi che credono nella purezza del sangue e sono convinti che non dovrebbero mescolarsi con i babbani.
E nel mondo purtroppo ci sono persone che ragionano in questo modo. Pensate al parlamento inglese o alla Casa Bianca.
Per me una delle grandi gioie di essere un attore è che il fatto di potersi mettere nei panni degli altri. È fin troppo facile dire: quelle persone sono diverse, non sono come noi, sono alieni. Ma sono esseri umani e questi sono pensieri deviati a cui però molti credono per tutta la vita.
Quello che amo di ST fin dalla serie originale è che ha sempre toccato i tasti dei problemi sociali più controversi oltre ai problemi politici del momento. Uno dei primi baci interraziali è stato in Star Trek infatti. Avevano poi un russo sul ponte in piena guerra fredda.
ST è sempre stata una storia ambientata nel futuro che però parlava dell’oggi e negli USA di oggi mi sento incredibilmente privilegiato nel farne parte, con una donna asiatica capitano e una coppia gay nell’equipaggio.
E il messaggio è che dovremmo ignorare le cose che ci separano: genere, sesso, etnia.
Anche il personaggio che ho interpretato nel Patriota, uccide un po’ di donne e bambini ma sta cercando di vincere una guerra e mandiamo giovani a vincere le guerre per noi ma non vogliamo vedere foto di quello che succede. Vogliamo solo sapere che abbiamo vinto e che “i cattivi” sono stati sconfitti.
Non chiedetemi se preferisco le parti da cattivo, preferisco le parti scritte bene. Le storie sono incredibilmente potenti e certe storie magari di fantascienza, spesso sono su temi troppo difficili da affrontare e abbiamo bisogno di spostarle di universo e di contesto per poterle affrontare.
 
Le piacciono proprio i biscotti della fortuna?
Ah sì! Ma il sound department li odiava perché si sentiva solo un gran rumore di scrocchiamenti quindi abbiamo smesso di aprirli!
Film preferito a cui ha lavorato?
 
Forse il mio film preferito è stato Peter Pan. È la storia di Wendy, questa ragazzina di 12 anni che ha una stanza in comune con i fratelli, è abituata a giocare e a fare la sua via da bambina e all’improvviso le dicono “adesso sei una donna e ti devi sposare”. In quei tempi non c’erano pomeriggi di shopping ai grandi magazzini o Instagram. Eri una bambina e poi di colpo eri una donna, saresti diventata una madre e avresti dovuto fare sesso e avere una famiglia, di punto in bianco. Wendy è una ragazzina ed è terrorizzata, e in quella notte sogna un mondo dove non sarebbe mai diventata grande.
Io ho due figlie una di 16 e una di 13 anni e questo lo sento particolarmente vicino. Spesso alle convention vedo queste ragazze che arrivano al tavolo e vedono le foto di Capitan Uncino e quasi come se si vergognassero chiedono: “Mi firmi quella?”. Questo perché ha un messaggio molto forte ed è davvero importante per me e per le ragazze.
Con Harry Potter continuo ad incontrare persone che mi dicono che i libri di JK Rowling hanno cambiato loro la vita e che li ha salvati. E lei ha scritto quei libri proprio per persone che non hanno trovato il loro posto nel mondo o che si sentono vittime; dà conforto a così tanti. Alla fine l’amicizia, la lealtà sono le soluzioni ed è per questo che sono così popolari. Certo è una storia meravigliosa, c’è la magia ma davvero il tema è che ogni individuo conta.
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La sua esperienza sul set di HP?
 
Quando sono arrivato sul set mi hanno parlato del personaggio di Draco, un ragazzino che è un bullo. E io ho chiesto, qual è il suo problema, perché è così? Perché è un bullo?
E così ho deciso di essere un padre mostruoso, un padre che sapeva solo incutere paura a suo figlio, e conosce solo questo modo perché è così che Lucius è stato cresciuto e così il nonno, fino al bisnonno e così via.
Se guardi i film e leggi tutti i libri della saga di HP secondo me il personaggio che è la vittima principale ma anche il più eroico di tutti è Draco. Sì va bene, d’accordo Harry Potter bla bla bla… Ma Draco, nella sua vita tutto ciò che lo circonda lo porta a prendere sempre la decisione sbagliata, ad essere egoista, ma alla fine lui spezza le catene e salva Harry, salva tutti dai mangiamorte.
Il mio ruolo è essere un padre non amorevole e mostrare alle persone come nascono i bulli.
Quanto pensa di avere in comune con Lorca?
A casa mia comanda il cane, poi in ordine le mie figlie e poi mia moglie e alla fine io. A volte i ruoli si invertono. Ma non sono un leader naturale, ho recitato molti personaggi forti, capi, ma è così lontano da come sono nella vita reale. Alla fine per me è solo terapia a buon mercato!
Qual è stato il suo contributo alla creazione del costume di Lucius Malfoy?
 
HP è stato fantastico ma il costume che avete visto non era l’idea originale. Mi hanno mostrato i disegni ed era semplicemente un vestito, un abito maschile da uomo d’affari. La conversazione con gli addetti ai costumi è andata più o meno in questo modo:
Pensavo mi sarei vestito in modo molto diverso.
 
Il regista li ha visti e pensa siano fantastici.
Ma è un mago e odia i babbani, perché dovrebbe vestirsi come loro?
 
Ok senti, parla col regista.
Allora sono andato a prepararmi e mi hanno fatto indossare il vestito.
E io: posso mettermi un mantello? 
 
Non ce l’abbiamo il mantello.
 
Quella è una tenda, posso prenderla?
Ho preso una tenda e poi sono andato al trucco.
Vorrei una parrucca lunga.
 
Ma perché?
 
È un mago e odia i babbani, perché dovrebbe avere un taglio da babbano?
 
Non avevano una parrucca, a parte una di quelle che trovi in un negozio da carnevale.
Va benissimo! Posso andare dal regista con quella?
Allora l’ho messa sul set.
Il regista mi vede:
Cosa ti sei messo in testa?
 
Oh è una parrucca. Se ti piace vorrei avere capelli lunghi biondi.
 
Ah ahn. Ed è una tenda quella?
 
Sì. Ma se ti piace potrebbe essere un mantello.
 
Ok… altro che vuoi aggiungere?
 
Sì vorrei un bastone da passeggio!
 
Ma no come si fa, hai già la bacchetta.
 
Potremmo fargliene una che si estrae dal bastone da passeggio!
Un ruolo che non reciterebbe mai e poi?
Peter Pan era girato in Australia e non c’era l’aria condizionata e avevo strati e strati di velluto con 40 gradi fuori, e già così è stata una sofferenza. Ma non farei mai il klingon. Quei poveracci vanno alle 3 del mattino e subiscono 4 o 5 ore di trucco, con costumi giganteschi; non si possono nemmeno sedere. Non possono mangiare, hanno dei frullati speciali nutritivi che devono bere con la cannuccia. È un lavoro di merda.
[Se la ride prima di sparire lanciandosi in uno shuttle alle sue spalle]
Foto di Francesco Ferrario

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Francesca Giulia La Rosa

Trekker, whovian. Non amo le etichette (a parte queste?). Traduttrice, editor a caccia di errori come punti neri nel tessuto della realtà. Essere me è un’esperienza profondamente imbarazzante.

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