Intrattenimento

L’Amore ai tempi del trash

La primavera è arrivata e con sé porta una brezza nuova, le giornate sono più piacevoli, il sole ricompare dopo mesi di latitanza, sbocciano i fiori e gli amori… insomma è un bel periodo.
Ma non sono qui a discutere del tempo e delle stagioni. 
Oggi voglio parlarvi di amore, ma non quello dei poeti e degli scrittori, quello romantico di cui in molti hanno provato a dare una definizione ma che in pochissimi sono stati in grado di celebrare in maniera esaustiva. Qui vi racconto di un altro amore, quello che fa sorridere, ridere o rabbrividire, l'amore senza la A maiuscola, quello che potrebbe essere amore o un calesse senza differenza, perché non vediamo quel che si nasconde sotto la superficie, perché la superficie è troppo trash, troppo spessa per essere scalfita.
L'argomento è vastissimo, pur guardandolo con un occhio particolare, quindi per non perdersi in elucubrazioni su cosa sia o non sia indispensabile sapere a riguardo, seguiremo un percorso dall'inizio di un amore alla realizzazione del sogno.
Banalizzando, affermiamo che l'amore comincia quando due persone si incontrano e scatta qualcosa. 
Ma come è possibile che questo qualcosa scatti? Chi può renderlo possibile? Un colpo di fulmine? Cupido? Chi ci pensa a fare incontrare queste due persone? 
La risposta italiana più adeguata al tema che vi ricordo essere trash, è inevitabilmente Maria De Filippi, nelle sue declinazioni di Uomini e Donne eccetera, ma sarebbe davvero un accanimento inutile, da fruitori di questa rubrica vi immagino già ferrati sull'argomento.
La televisione italiana però ci ha regalato delle perle che non vanno dimenticate e nonostante continuino a proliferare reality show in cui sconosciuti si incontrano e sulla base di domande superficiali si innamorano, vorrei ricordare un programma che ha avuto poca vita ma faceva così ridere che quasi mi spiace non ci allieti più. Parlo di Mammoni, quella meravigliosa trasmissione in cui alcuni ragazzi lasciavano scegliere alla propria madre la loro potenziale compagna di vita.
Vi ho promesso solo trash quindi non farò un'analisi sociologica di quanto fosse preoccupante il tutto, ma vi rammento l'inquietudine che suscitavano alcune scene, seppure costruite, in cui per esempio la madre voleva dormire “nel lettone” col figlio oppure il pargolo trentenne entrava in crisi perché non sapeva che giacca indossare.
Ma liberiamoci dallo stereotipo del trash italiano, ampliamo i nostri orizzonti e miriamo in alto. 
Negli Stati Uniti nel 2014 è andato in onda anche se per poco, un reality dal titolo I wanna marry Harry, nel quale un gruppo di ragazze veniva mandato in Inghilterra a fronteggiarsi per ottenere le attenzioni del Principe Harry, che successivamente scoprivano essere solo un suo sosia (e qui non so se causino più disagio le ragazze credulone o l'inganno perpetrato). 
C'è da dire che gli inglesi dal canto loro hanno partorito notevoli serie televisive e film che trattano dell'amore regale in maniera così sognante da risultare ridicola, soprattutto durante gli anni Ottanta coinvolgendo Lady Diana Spencer e il principe Charles.
Ma passiamo alla fase successiva dell'amore, ormai tra i candidati dei vari show è scattata la scintilla, le cose funzionano ed è giusto convolare a nozze. Naturalmente la richiesta di matrimonio deve avvenire in un certo modo e l'Internet è un luogo meraviglioso da cui trarre ispirazione e dove si possono leggere racconti di proposal leggendari, che meriterebbero un approfondimento a sé stante. Il mio preferito è "Quanto riusciresti a dimagrire per settembre visto che vorrei sposarti in quella data?", ma ce ne sono a centinaia.
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Siamo al gran giorno, il matrimonio. 
Qui si apre un ventaglio di opzioni da televisione a realtà che trascende ogni immaginazione.
Tralasciando (a fatica) i matrimoni da Boss delle cerimonie in cui si fa a gara a chi ha più materiale kitsch in una sola stanza dove però è davvero tutta tv verità, ci sono alcuni trend incomprensibili come il matrimonio subacqueo o a tema rurale nelle fattorie di cui non mi capacito.
E per la serie "la realtà supera la fantasia", ma soprattutto perché adoro leggere storie raccapriccianti, ci sono moltissimi post in giro per il web che narrano di allestimenti di sale "a tema", per esempio il matrimonio di un idraulico in cui ogni centrotavola era uno sturalavadino e gli invitati indossavano nel taschino della giacca un mini-gabinetto contenente fiori.
Vogliamo parlare però degli abiti da sposa? Forse è meglio di no, ma alcune chicche come l'abito fatto interamente di palloncini o di plastica e carta igienica proprio non posso non menzionarli.
Infine c'è la non-ultima meravigliosa abitudine che viene dall'Europa dell'est di abominevoli fotomontaggi che ritraggono sposo e sposa in spettacolari vicende surreali, come "sposo che solleva sposa in auto" oppure "sposi centauri (mitologici, non motociclisti)" o anche "sposo che suona sposa a mo' di violino" e infine "sposo aquila che rapisce sposa".
Tuttavia visto che il trash  non è mai abbastanza, chiudo la panoramica con qualcosa che si spinge oltre e raggiunge il cringe grazie al cosiddetto Movimento degli Unicorni Poliamorosi.
Sembra solo il nome di una malattia ma è molto peggio; trattasi di una cricca londinese di persone che si sentono artisticamente “unicorni” e condividono il loro amore tra più “unicorni”. 
Credo che per il momento non esista nulla di più trash tuttavia se avete racconti da condividere non esitate a commentare!

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Commenti

  1. Ma tu lo sai almeno cos’è il poliamore prima di parlarne?
    Sai cosa significa il termine unicorno nel poliamore?
    Qui l’unica cosa trash è il tuo prendere in giro qualcosa che non capisci e su cui non ti sei documentata.

  2. Non ho preso in giro il poliamore, né l’ideale di “unicorno” in questo ambito. Infatti, ho usato i termini meno maliziosamente possibile, ma non posso prevenire la malizia nell’occhio di chi legge. Posso garantirti che il modo in cui ho scritto voleva solo portare all’attenzione una sezione particolare che, a detta di chi pratica il poliamore, è esattamente ciò che ne danneggia l’immagine. 

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