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La casa di carta: un (pen)ultimo ballo | Recensione

Pronti per la conclusione delle avventure del Professore e dei suoi compagni?

Oggi è il giorno, o quasi. Su Netflix sono infatti disponibili gli episodi della quinta e ultima stagione de La casa di carta, fenomeno mondiale che si avvia a terminare. In realtà per il finale effettivo bisognerà attendere ancora qualche settimana, dato che quella pubblicata oggi è solo la prima tranche dell’avventura conclusiva della banda del Professore. Noi abbiamo già visto le prime due puntate e siamo pronti a raccontarvi, senza spoiler, cosa ne pensiamo.

La casa di carta ritorna con i volumi al massimo

Non è mai facile affrontare l’ultimo giro di giostra. Ci sono tantissimi casi di finali di serie che hanno lasciato i fan delusi, se non direttamente infuriati. Quando poi si tratta di un fenomeno mondiale come La casa di carta, che a prescindere dal giudizio di ciascuno ha indubbiamente ottenuto un successo travolgente come pochi altri show negli ultimi anni, è chiaro che l’obiettivo vada portato a casa con determinazione. Bisogna entrare in questa ultima stagione con la sicurezza che avrebbe la banda del Professore.

Questo si traduce, per questo ‘inizio della fine’ per La casa di carta, in un credere fino in fondo in tutti gli elementi che hanno caratterizzato finora lo show. Non solo riproponendoli quindi, ma alzandoli al massimo livello, dando loro un’intensità superiore a quanto visto finora. Dopotutto la partita che Tokyo e compagni stanno affrontando è più difficile che mai e le cose, come abbiamo visto nel finale della scorsa stagione, non si stanno mettendo benissimo.

E così dopo un momento introduttivo, necessario a riorganizzare le idee, torniamo a rivedere tutto quello che ha conquistato il pubblico negli ultimi anni. La fredda abilità calcolatrice del Professore, i suoi piani intricati da scacchista, la rappresentazione delle tensioni all’interno del gruppo, la sfida continua con i negoziatori fuori dal luogo del colpo, la poetica della lotta per la libertà nel rapporto con il pubblico…

Non solo, ma ritornano anche elementi che da un punto di vista critico sono più difficili da digerire. I dialoghi esagerati, i conflitti e le difficoltà che esplodono nei momenti sbagliati, sequenze (soprattutto nei flashback) che lasciano perplessi e tutto il pacchetto di aspetti che i detrattori dello show hanno contestato negli anni. C’è tutto quello a cui La casa di carta ci ha abituati, elevato al massimo livello. E, ancora una volta, funziona.

La casa di carta è la storia di un nonsoché

la casa di carta 5a recensione
TAMARA ARRANZ/NETFLIX © 2020

Nel tempo, soprattutto dopo che il fenomeno è esploso, sono state tante le opinioni discordanti su questo show. Dai suoi esordi sulla TV spagnola al suo approdo su Netflix in tutto e per tutto, La casa di carta ha attratto numerose critiche. Non si tratta di osservazioni campate per aria: una parte consistente di queste sono assolutamente fondate e legittime. Eppure, nonostante tutto, siamo ancora qui pronti a seguire le avventure del Professore e dei suoi.

C’è un particolare fascino in questo show, che svetta sopra i suoi aspetti contestabili, rendendolo più della somma delle sue parti. Un nonsoché che ci spinge a guardare oltre i difetti e ad affezionarci ai suoi protagonisti, anche quando ci fanno arrabbiare. E così siamo lì, telecomando o mouse alla mano, pronti a schiacciare su “Prossimo episodio“, perché non vogliamo attendere neanche quella manciata di secondi dell’autoplay, per scoprire subito come prosegue la storia.

A questo punto quindi l’unica cosa importante per questa stagione finale è capire se quel nonsoché c’è ancora e la risposta è sì. Gli episodi che abbiamo potuto visionare scorrono tra le dita con una velocità impressionante, obbligandoci al binge watching con gli occhi incollati allo schermo. Forse, complice la fine che si avvicina con ancora più intensità del solito.

Anche le sequenze che ci hanno lasciati più confusi, che spezzano il ritmo e facciamo fatica a comprendere dove vogliano andare a parare esercitano comunque un’attrattiva fortissima. La curiosità di scoprire di più su ciò che accadrà, quali imprevisti si porranno sulla strada traina tutto, più che mai. Siamo quindi pronti a essere al fianco del Professore e dei suoi anche in questo (pen)ultimo ballo, in attesa del gran finale fra qualche mese.

Insomma, se vi è piaciuto finora, vi piacerà

la casa di carta 5a recensione
MANOLO PAVÓN/NETFLIX © 2020

Non si può chiaramente dare un giudizio su un finale avendone visto solo l’inizio. Quello che però è evidente è che La casa di carta ha approcciato la sua conclusione con lo spirito migliore possibile. I fan dello show ritroveranno tutto ciò che glielo ha fatto amare fino a questo punto, elevato alla massima potenza. I suoi detrattori continueranno a notarne i problemi già evidenziati in passato. Ma con tutta probabilità neanche loro riusciranno a interromperne la visione.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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