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La Scelta ‘Difficile’

Tra le scelte ricorrenti che vengono poste a noi gamers una è sicuramente questa: la Difficoltà.

Non parlo delle difficoltà delle nostre complesse vite da videogiocatori, ma della DIFFICOLTA’, l’elemento che caratterizzerà tutta la nostra esperienza ludica con il nostro giochino del momento, sia esso una versione evoluta del Gioco dell’Oca, o il più furibondo sparatutto. Parlando con amici ho avuto modo di ritrovarmi di fronte a questi criteri di selezione, che in alcuni casi oserei definire “naturale”.

Il PRO – a lui “non gliene frega una beneamata”, e va diretto verso DIFFICILE. Il livello più estremo. Ed è già frustrato di suo, perché non è ancora partito per il livello più complesso, che è già a rosicare perché in realtà non vuole giocare a DIFFICILE, lui vuole l’ULTRA HARDCORE, ma per averlo deve prima finire il gioco almeno una volta a DIFFICILE. Questo lo corrode da dentro. Ma lui può farcela, è il PRO, è quello che ha finito Dark Souls scegliendo il personaggio in mutande con la randa di legno. Detto così, è chiaro che fosse la scelta da evitare. Ma lui l’ha fatta lo stesso. E’ PRO, e può.

Il P e r f e z i o n i s t a – Lui è quello che esplora. L’indagatore del game design più profondo, quello che non sta giocando, ma sta eseguendo un’autopsia ludica. Ogni stanza, ogni scatola, ogni scaffale. L’ultima volta perse cinquanta minuti con quella dannata porta con l’icona del “apri” sbarrata. No, quella non si apriva e basta. Faceva parte dello sfondo (glielo ha detto il PRO, il mese dopo, tanto per vederlo scervellarsi su come aprirla). Il P e r f e z i o n i s t a  non parte per giocare, ma per un corso vero e proprio, armato di penna e taccuino per annotarsi se ha realmente fatto tutto, è quello che deve partire da FACILE, per poi rigiocare MEDIO, per poi rigiocare DIFFICILE. Forse darà un'occhiata a ULTRA HARDCORE, ma tanto lì non c’è nulla da prendere, quindi lo lascerà al PRO (e andrà a cambiare le impostazioni dei tasti del Noob, mentre l’altro si accapiglia a trovare un modo di superare quel maledetto boss che se non lo batti in 6 minuti incendia tutto e tutti muoiono).

Il Cacciatore-di-Achievements – l’anello di congiunzione tra l’essere umano, e il P e r f e z i o n i s t a. E’ tra i pochi che sanno pronunciare la parola Achievements (\ə-ˈchēv-mənt\ )senza inventarne ogni volta una nuova, tipo archiviements, a-ciftens, arkeefmants. A lui ovviamente interessa a che Difficoltà giocare, perché ci sono cose che può fare solo in determinati allineamenti cosmici, ma finirà prima il gioco per vedere come e cosa succede. Poi si aprirà la caccia, e come il cugino P e r f e z i o n i s t a dovrà percorrere il gioco FACILE, MEDIO, DIFFICILE aggiungendo anche ULTRA HARDOCORE, perché c’è una medaglietta anche per finirlo a quella difficoltà folle, per la quale pare che ancora oggi nel mondo ci siano persone che ritengono i videogiochi responsabili della violenza sui civili.

Il Noob – Lui non è che volesse giocare, ma la sua fidanzata/fidanzato/amico/parente gli ha mollato sto gioco in mano dicendo “è un capolavoro, devi giocarlo”. Lui in effetti voleva uscire questa domenica (e lo ha fatto) quindi si trova lunedì sera dopo lavoro, con un joypad in mano ed “è un capolavoro, devi giocarlo”. FACILE, questa è la via. Il gioco è come un film, da vedere tutto, con i pop-corn e il joypad. Lo avrebbe anche goduto a pieno se lo avesse visto giocare dalla fidanzata/fidanzato/amico/parente, ma  “è un capolavoro, devi giocarlo”, e chi sarebbe lui, lo scemo del villaggio globale? Deve affrontare questa sfida, almeno per poter rispondere a “tu come hai buildato alla fine? Io full a 2 mani” e non rimanere isolato mentre si esce tutti insieme. Ma lui andrà sicuro e sceglierà quello che il cuore gli comanda, tanto martedì arriverà la fidanzata/fidanzato/amico/parente P e r f e z i o n i s t a e gli cambierà le impostazioni “no che te le metto così, perché almeno vai meglio, ok?” … e come dire di no.

Lo ZEN – Se il Tao ci insegna che in ULTRA HARDCORE c’è un po’ di FACILE, e in FACILE un po’ di ULTRA HARDCORE, lui è quello che si posiziona esattamente a cavallo delle due facce. Proprio sulla linea. Se ci fosse un livello di difficoltà ancora più centrale di quello centrale, lo sceglierebbe. FACILE è da NOOB, DIFFICILE è da PRO, NORMALE è da normale. Ma lui non è normale, è ZEN, la sua scelta è un’azione consapevole, una presa serena e seria del suo Io, nel rapportarsi alle regole del game design. Normale “è come hanno scritto il gioco”, FACILE manco per idea, DIFFICILE sono cavoli vostri perché devo anche giocare ad altro (o cambiare la bambina che chiama dall’altra stanza mentre mamma/papà cucina). Finirà il gioco solo dopo aver pensato “beh ma qui è easy”, “beh allora qui se devo crepare tanto valeva ULTRA HARDCORE”, ma arriverà alla fine anche lui, appagato come gli altri, e soddisfatto, con quel sorriso sul volto che permette, dopo la morte, di reincarnarsi in qualcosa di migliore.

Personalmente, il mio sorriso (anche al pronto-soccorso) la dice lunga sulla modalità che scelgo quando mi accingo ad affrontare una sfida ludica (tranne Dark Souls, ok, lì ho multiclassato in tutti gli archetipi, come sicuramente tutti voi, e se dovessimo incontrarci ci abbracceremmo tutti, come unici sopravvissuti a un qualche tipo di cataclisma. Ludico nel nostro caso).
E voi ??? Come vi stagliate di fronte al panorama del gioco? Abbaglianti PRO, o sfuggenti Noobs? Diteci la vostra, coraggio !

Un abbraccio da sopravvissuto, a tutti voi.

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Commenti

  1. Scusate ma non ho capito la differenza tra Il Perfezionista e Il Cacciatore-di-Achievements. Il secondo è come il primo ma in più gioca la modalità ultra hardcore? Direi che in ogni caso sono uno dei 2…

  2. Di base sono lo ZEN.
    In alcuni casi sono perfezionista e cacciatore di archievements, diciamo in un profilo ibrido fra i due. Però solo per qualche gioco, “stimolante” nel modo giusto.

  3. Decisamente un perfezionista – cacciatore di achievements… Uno dei miei obiettivi primari di Skyrim è quello di possedere una copia di ogni libro e ogni oggetto del gioco (e una casa abbastanza grande da esporre tutto). Mi sembra di aver detto abbastanza…

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