Scienza e Tecnologia

La scienza di Doctor Who

In occasione dell’uscita in Italia dell'ottimo dvd della quarta stagione completa, affronteremo un grosso interrogativo che si pongono i fan sfegatati di Doctor Who (altrimenti noti come whovians): cosa c’è di scientificamente verosimile nell’universo del Dottore?
Sono plausibili l’invisibilità, i viaggi nel tempo, la rigenerazione e i cyborg? Insomma…un giorno anche noi potremo viaggiare nel tempo e nello spazio?
La BBC ha provato a dare qualche risposta, girando lo speciale The Science of Doctor Who, con la partecipazioni di famosi scienziati che potessero dare delucidazioni in materia.
Il dottor Michio Kaku, fisico teoretico, dichiara in tutta tranquillità: “io credo che con il tempo necessario, quasi tutto quello che vediamo in DW potrebbe diventare realtà”.
Le risposte sono state senza dubbio interessanti e piuttosto sorprendenti: abbiamo scoperto che in laboratorio si sono già poste le basi per queste possibili future conquiste.
Come sta accadendo al laboratorio dell’Imperial College di Londra, dove il professor Chris Phillips ha approntato un raggio che permette, emettendo impulsi luminosi, di rendere invisibile minuscoli cristalli.
 “Si tratta di un laser che produce impulsi di luce molto molto intensi e se si dirigono su dei cristalli ( si tratta di nanostrutture, quindi estremamente piccoli), questi impulsi fermano il movimento degli elettroni dei cristalli, rendendoli invisibili. Fisicamente sono ancora lì ma non li si può più vedere. Lo capiamo perché la luce ci passa attraverso e sull’oscilloscopio possiamo vederne il picco”.
Il dottor Kaku afferma che di certo “tra qualche decennio avremo a disposizione l’invisibilità, che non sarà più solo materia da racconti fantastici”, poi da lì a un dispositivo di occultamente in stile TARDIS sarà da vedere…
Il nostro tema preferito: i viaggi nel tempo. Il prof. Jim Al-Khalili spiega che secondo Einstein più un razzo spaziale si muove velocemente avvicinandosi alla velocità della luce, più il tempo all’interno del nostro razzo rallenta, quindi in linea teorica è possibile viaggiare nel futuro. Ed è quello che accade agli astronauti, quando vengono sparati nello spazio, che viaggiano di qualche frazione di secondo nel futuro rispetto a noi. Se ci si avvicinasse a sufficienza alla velocità della luce, il tempo rallenterebbe fino a fermarsi quasi del tutto. Se immaginiamo una tecnologia di millenni più avanzata della nostra, quanto il livello di sviluppo tecnologico di un Timelord, possiamo ipotizzare che viaggiare alla velocità della luce possa essere un gioco da ragazzi.
Quindi in viaggio, all’interno del TARDIS il tempo rallenta drasticamente, così come per spostarsi da un pianeta all’altro ci vorrebbero quattro anni luce, dentro un TARDIS per i passeggeri ci possono volere quattro secondi.
Una delle più importanti caratteristiche del dottore è la sua capacità di rigenerazione, facoltà che (oltre ad essere un ottimo espediente per i cambi di cast) gli ha consentito di raggiungere i 900 anni di età rigenerando completamente il proprio corpo in punto di morte, diventando un’altra persona. 
Sempre il professor Kaku ci ricorda come qualcosa di simile stia già avvenendo in laboratorio. Da quando si è iniziato a sperimentare sulle cellule staminali, si sono fatte scoperte sensazionali sulla capacità di rigenerazione dei tessuti di queste cellule, che possono crescere ed evolversi in diversi tipi. Un domani gli scienziati saranno in grado di far crescere interi organi in laboratorio, fornendo veri e propri pezzi di ricambio. E chissà… un domani perché non un intero corpo umano.
I cyborg. Ci sono due tipologie di cyborg particolarmente rinomate nell’universo whoviano. I Dalek e i Cybermen. Quando parliamo di cyborg parliamo di organismi ibridi, in parte organici e in parte meccanici.
In un certo senso già utilizziamo parti meccaniche, protesi, per persone che hanno perso arti o hanno disabilità di vario tipo, ma non sappiamo dove potremo spingerci in futuro. Questione sempre spinosa è fin dove dovremmo o non dovremmo spingerci.
Il professor Kevin Warwick dell’Università di Edimburgo si è impiantato nel sistema nervoso un minuscolo chip che gli ha però permesso di collegare il proprio sistema nervoso a diverse macchine. Nel corso degli esperimenti ha mostrato come muovendo la sua mano un’altra mano meccanica a distanza compiva lo stesso movimento grazie a questo collegamento, perché i segnali del suo cervello erano inviati anche alle macchine. “Finché l’impianto è nel punto giusto del cervello, c’è tutta una serie di cose a cui si può pensare che sono in grado di azionare delle macchine, che possono accenderle o spegnerle, che possono praticamente fare qualunque cosa. Anche controllare veicoli ad esempio, direttamente dalla propria testa.” racconta Warwick.
E per quanto riguarda cervelli organici in corpi meccanici, un altro esperimento ha visto l’impianto di cellule neuronali vive prelevate da embrioni di ratto all’interno di robot con successo. Sono gli inizi, esperimenti che condurranno verso risultati ancor più stupefacenti o verso grosse delusioni.
La dottoressa Maggie Aderin-Pocock ha sottolineato come guardare Doctor Who da bambina l’ha resa la scienziata spaziale che è oggi, le ha aperto la mente verso possibilità infinite e nuovi mondi. D’altra parte è quello che fa e ha sempre fatto la fantascienza: immaginare l’impossibile, anticipando la realtà nel bene e nel male.
Il cofanetto nasconde, tra le altre cose, una serie infinita di contenuti speciali, nessun vero fan della serie può farselo sfuggire!

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Francesca Giulia La Rosa

Trekker, whovian. Non amo le etichette (a parte queste?). Traduttrice, editor a caccia di errori come punti neri nel tessuto della realtà. Essere me è un’esperienza profondamente imbarazzante.

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Commenti

  1. Intendi lo speciale The Science of Doctor Who? C’è da sperarlo, a patto che non rendano le parti di spiegazioni scientifiche incomprensibili con traduzioni sbagliate o confuse.

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