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La Via della Seta dell’antica Cina, cos’è?

Parliamo della storia della via commerciale più importante del mondo antico

La via della seta è sorprendentemente diventata un argomento di attualità. Si tratta di una frase che non avremmo mai pensato di dover scrivere, ma eccoci qui: con la decisione del governo cinese di mettere in moto una poderosa operazione politica volta alla creazione di un corridoio commerciale fra la Cina e l’Europa, passando per il Medio Oriente, nelle ultime settimane abbiamo sentito spesso tirare in ballo nomi di antiche dinastie, acrobatici paralleli con i mondo antico e, naturalmente, il buon vecchio Marco Polo. Lungi da noi volerci impelagare in una discussione sui meriti di questa operazione, o sul significato politico dell’ambizione di Xi Jinping! Vogliamo però offrire un servizio che crediamo importante: una piccola analisi della via della seta del mondo antico, dalla sua creazione al suo declino, cercando di spiegare in modo semplice la sua incredibile importanza. In questo modo, doveste trovarvi in una discussione sulla nuova via della seta, potrete far vedere che sapete di cosa state parlando!

Prima della via della seta

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Come tutto, in storia, anche la via della seta non è comparsa nell’esistenza dal nulla. Si è trattato dell’evoluzione, del perfezionamento e dell’integrazione di tantissime vie di comunicazione e canali commerciali già esistenti nel mondo antico.

Una di queste, di fondamentale importanza, è la Via Reale di Persia, un percorso lungo 2699 chilometri che collegava Susa a Sardi. La Via Reale fu ideata e fatta costruire da Dario I il Grande nel V secolo a.C., principalmente per facilitare le comunicazioni nel suo enorme impero. La strada era costellata di stazioni di rifornimento, caravanserragli e oasi, tutte a un giorno di cavallo di distanza, ed era pensata perché i messaggeri reali, membri dell’Angarium, il corpo di inviati che faceva capo esclusivamente al re, potessero effettuare varie staffette per arrivare da un estremo all’altro in soli nove giorni (le fonti antiche attestano che il viaggio da Susa a Sardi normalmente di giorni ne durava novanta). Questi messaggeri erano leggendari: la loro velocità, la loro determinazione e la loro instancabilità li avevano resi famosi in tutto il mondo antico. Per forza: un impero così straordinariamente vasto come quello persiano doveva necessariamente disporre di metodi di comunicazione all’altezza. Infatti la Via Reale fu realizzata con tale cura e perizia da essere utilizzata ininterrottamente anche dopo l’arrivo di Roma nella regione e, com’è ovvio, una tale infrastruttura, per quanto fosse stata concepita principalmente come via di comunicazione, ha costituito una grandiosa spinta per i commerci nella regione. Un dettaglio interessante è che la strada non segue la via più breve, né la più facile per collegare le due città. Questo è probabilmente dovuto al fatto che la Via Reale potrebbe essere stata costruita sulle precedenti strade create dagli Assiri. Lo abbiamo detto: in storia, niente compare dal nulla!

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Il passaggio successivo si ebbe nel secolo successivo, quando Alessandro Magno, Re di Macedonia ed Egemone della Lega Ellenica, conquistò l’Anatolia e, in soli dieci anni, sottomise e conquistò l’intero Impero Persiano, integrando quindi la Via Reale e le sue numerose diramazioni con la fitta rete di infrastrutture commerciali e di comunicazione del mondo greco, che si dipanavano dalla Macedonia alle isole dell’Egeo fino, per via marittima, alle colonie in Italia, Africa e Spagna. Ma non solo! Non pago della sua già notevole collezione di titoli, Alessandro conquistò anche l’Egitto, dove ottenne la qualifica di Faraone e di figlio di Zeus Ammone (visto che Amon era identificato con Zeus), e si spinse là dove nessun europeo era giunto prima, tanto a est da raggiungere persino l’India, fondando città ovunque andasse (ad esempio Alessandria Eschate, “l’estrema”) e portando metropoli già esistenti (ad esempio, Samarcanda) all’interno di questa sempre crescente rete di contatti.

L’iniziativa cinese

The Last Han Dynasty Emperors

Anche in Cina, naturalmente, si era formato un intreccio di vie commerciali: per citare solo il più famoso e importante, vi era il cosiddetto Corridoio di Hexi, o Corridoio del Gansu, che collegava la Cina centrale alle provincie settentrionali, su una via di comunicazione che evitava sapientemente sia il Deserto dei Gobi, a nord, sia l’altopiano del Tibet.

Il grosso problema della Cina di duemila anni fa era l’isolamento: erano molto poche le notizie certe riguardanti i regni e i territori che si estendevano al di là dei confini della nazione. Per ovviare a questo problema, durante i primi anni del dominio della Dinastia Han, una delle più importanti della storia imperiale cinese, si scelse di inviare missioni di esplorazione ed ambascerie in direzione dell’Asia centrale, dove si sapevano esistere delle civiltà sofisticate, “piene di cose rare” e che “tengono in gran conto i ricchi prodotti della Cina”, come si legge nella Storia degli Han posteriori. Nel 138 a.C. fu quindi inviato un diplomatico esperto di nome Zhang Qian, con una missione duplice: oltre ad accumulare informazioni per l’Imperatore, avrebbe anche dovuto cercare alleati per la guerra contro le tribù mongole degli Xiongnu. Zhang trascorse più di dieci anni in Asia centrale, vivendo rocambolesche avventure (fu catturato, gettato in prigione, riuscì a fuggire, sposò una donna Xiongnu, ebbe un figlio…). Tornò dall’imperatore nel 125 a.C., non avendo ottenuto alcun alleato militare, ma riportando notizie dettagliate sulle civiltà che aveva incontrato nei suoi viaggi. Questa missione fu il punto di partenza di un poderoso sforzo diplomatico dell’Impero cinese, che da lì in avanti creò una fittissima rete di ambasciatori, che venivano inviati verso l’India, verso la Persia, verso la Siria e la Partia con una frequenza sempre maggiore. A loro volta, queste ambascerie permisero di stringere rapporti sempre più stretti e incoraggiarono uno scambio di prodotti fra l’Occidente e l’Oriente come mai prima di allora: era nata la “via della seta” (anche se bisognerà attendere il 1877 e l’opera di un geografo tedesco, Ferdinand von Richtofen, per la prima apparizione di questo nickname).

La seta, Roma e Buddha

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Ecco che quindi, grazie a una spinta verso est proveniente dall’Occidente, e una spinta verso ovest proveniente dall’Oriente, si venne a creare una rete di comunicazione che toccava i due più grandi imperi del mondo antico: quello cinese e quello romano. I primi contatti avvennero nel primo secolo d.C., con una spedizione militare cinese, guidata dal generale Ban Chao, che arrivò fino alla Partia. Dal canto loro, i romani inviarono il primo ambasciatore alla corte imperiale cinese nel 166 d.C. Nel frattempo, i mercanti delle due civiltà avevano ormai stabilito dei rapporti strettissimi: la seta cinese, sconosciuta nel Mediterraneo, era apprezzatissima a Roma, al punto che il Senato dovette arrivare a proibirla, per limitare la fuoriuscita di enormi quantità d’oro dalla città; allo stesso modo, i cinesi adoravano gli oggetti di artigianato, in particolare in vetro, provenienti da Roma.

Ma i prodotti, di lusso o meno, non sono le uniche cose che hanno viaggiato lungo la via della seta e che hanno raggiunto civiltà lontane. Di importanza probabilmente maggiore è la diffusione delle idee, che hanno potuto viaggiare da una parte all’altra del mondo: religioni, influenze artistiche, cultura nel senso più lato del termine. Un esempio eclatante è l’arrivo del Buddhismo, che era nato in India, e che grazie ai nuovi collegamenti è arrivato in Cina, e poi da lì in Corea e in Giappone, ma non solo: addirittura la figura dell’Eracle greco si ritrova nell’arte e nell’architettura dell’antico Pakistan, in cui viene spesso identificata con il Vajrapani, una delle divinità protettrici del Buddha, che ne rappresenta la potenza, mentre il dio greco del vento, Borea, ha influenzato le rappresentazioni artistiche persino del dio shintoista del Giappone, Fuujin.

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Forse, più importante ancora è stata la diffusione della tecnologia, in entrambe le direzioni, favorita dalla via della seta: carta, polvere da sparo, balestre, lavorazione del tessuto e dei metalli, lavorazione del vetro. E inoltre, diverse specie di ortaggi e frutti furono introdotti in Cina, come il frumento, il sesamo, cetrioli e carote, l’uva, le pesche, le angurie, il grano. Tutto questo ebbe un fondamentale ruolo nello sviluppo dell’agricoltura e dell’economia cinese, e migliorò grandemente la dieta della popolazione. Viceversa, dalla cina arrivarono in Europa il riso e il miglio.

Insomma: speriamo che questo breve riassunto delle origini della più importante via commerciale della storia vi sia piaciuto e vi abbia aiutato a chiarirvi le idee su quello che è successo in passato e sta nuovamente succedendo oggi. Vi lasciamo con un consiglio di lettura: Armi, Acciaio e Malattie, dell’antropologo Jared Diamond, è un testo affascinante che, pur non occupandosi nello specifico della via della seta, illustra e sviscera in modo insuperabile l’importanza fondamentale dei contatti, commerciali, politici e sì, anche militari, delle civiltà. Se vi siete mai chiesti come mai il progresso tecnologico in Eurasia ha proceduto in modo così drammaticamente più veloce rispetto a quello delle civiltà americane ed africane, be’…dateci retta, leggete questo libro. La via della seta vi apparirà ancora più affascinante.

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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