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Le due facce del Fantasy: Hard&Soft magic

Abbiamo mai riflettuto a lungo sull'utilizzo della magia, delle creature sovrannaturali all'interno delle storie e giochi Fantasy (e a volte pure di SF, come Star Wars) e le loro vere conseguenze?

Perché molto spesso le arti magiche restano un mistero per noi che le guardiamo da fuori, e la presenza di mostri grandi come palazzi non sembrano influenzare più di tanto il mondo e le persone che lo abitano.
Come funziona? Quali sono le leggi che le governano? In che modo possono permettere a uno stregone di violare i principi basilari che governano il mondo (come leggi della fisica e della biologia, per esempio)?
Il regno dell'arcano… Bé, è arcano e ci sarà pure un motivo, direte voi. In fondo la magia è affascinante in parte anche per questo: per il mistero che essa rappresenta-
L'interrogativo che mi pongo, oggi, è: davvero è sempre una cosa positiva tutta questa nebulosità?
L'introdurre al pubblico le meccaniche che stanno dietro il funzionamento di un potere o di un incantesimo davvero sarebbe così negativo per la storia?
Non credo che ci sia una risposta univoca a questa domanda, se non: dipende da che sensazione si vorrebbe trasmettere al pubblico.
Per poter sviscerare meglio questa domanda credo che dovremo procedere con un approccio un po' analitico e per farlo mi appoggerò alla doppia definizione (utilizzata anche per definire la Fantascienza anche se con altro scopo) di Hard e Soft Fantasy introdotta dall'autore americano Brandon Sanderson
Iniziamo con il Soft, ok? Identificarlo è piuttosto semplice, in effetti, dato che ricopre la stragrande maggioranza della produzione di letteratura fantastica dall'inizio dei tempi a questa parte: in questo insieme possiamo annoverare tutte quelle opere che, al suo interno, possiedono magia e creature sovrannaturali, ma non approfondiscono in maniera "tecnica" questo aspetto dell'ambientazione.
In questo senso abbiamo opere che utilizzano la magia con lo scopo di arricchire la narrazione scatenando nel lettore il senso del meraviglioso e della scoperta. In molte di queste storie, infatti, le forze arcane sono molto più grandi e potenti dei protagonisti, i quali di solito ne comprendono solo una parte (proprio come il lettore) dando la sensazione che essi siano solo piccoli granelli di sabbia all'interno di un mondo vasto e misterioso. Instaurando un'atmosfera di questo tipo l'autore non pone nessun limite a ciò che può essere e non può esser fatto tramite azioni arcane e così ci troviamo sempre sulle spine, senza sapere quali forze possano essere scatenate contro i nostri beniamini (o a loro favore, ovviamente).
Immagino che nella vostra testa si sia già formato l'esempio più ovvio e calzante di questa branca del fantastico, ovvero Il Signore degli Anelli: all'interno dell'opera Tolkieniana, il lettore tende a identificarsi con gli hobbit, piccole creature gettate in un mondo di cui sanno poco, in un'avventura così grande da essere difficilmente compresa se vista dagli occhi di uno solo di loro.
Non sappiamo mai quale sia la vera portata del potere di Gandalf o di Sauron, o degli anelli del potere in mano a elfi nani e umani.
La magia, all'interno degli universi narrativi Soft Fantasy raramente è utilizzata per risolvere DAVVERO i problemi con cui i personaggi si devono misurare, ma di solito viene utilizzata per ostacolarli. (o produrre risultati inaspettati e controproducenti).
In questa sezione della nostra libreria troviamo anche svariati cliché che permeano il genere e che molto spesso sono dati per scontati, come l'assenza totale di una vera e propria progressione tecnologica (o magica) indipendentemente dall'arco di tempo in cui si svolgono le vicende: i mondi soft fantasy di solito sembrano essere congelati in un perenne medioevo, sia che si stia parlando di avvenimenti di cinquemila anni prima di quelli narrati, sia che nella storia si faccia un salto avanti di secoli. La presenza della magia non influisce davvero sul mondo in modo consequenziale, per esempio la presenza di incantesimi di levitazione (o guerrieri a cavallo di viverne e draghi) accanto a strutture difensive come castelli e mura, del tutto inutili contro minacce volanti.
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Passiamo all'Hard Fantasy, ora. A questo punto sarà piuttosto semplice capire cosa lo differenzia dal fratello soft, ovvero l'attenta ponderazione dei sistemi magici e delle conseguenze della presenza di elementi fantastici all'interno del mondo della narrazione.
Non solo: il lettore (o spettatore, o chessò io) viene reso partecipe del funzionamento della magia o del potere, in modo che esso diventi parte della caratterizzazione di personaggi e ambienti. In più, dato che l'autore è praticamente di casa nel mondo di sua creazione, può mostrare colpi di scena, trucchi ed espedienti inaspettati e stupefacenti.
Questo effetto funziona a patto che l'autore della storia rimanga sempre fedele alle regole e al sistema da esso imposto, altrimenti si perde l'effetto desiderato e la tensione che esso crea.
Esatto, anche se il lettore è a conoscenza di come funzionano le capacità magiche dei personaggi, la tensione può essere costruita comunque: sacrificando in parte il sense of wonder si rende l'abilità arcana qualcosa di simile a uno strumento in mano ai protagonisti, non diverso da una spada o una pistola: in questo modo non sarà la magia in sé a risolvere i loro problemi (o a crearli, come ho detto prima) ma sarà l'esperienza delle persone con essa a dare la possibilità di risoluzione dei conflitti.
La spiegazione delle "leggi della magia" non deve necessariamente arrivare al punto di spiegare ogni cosa ai fruitori dell'opera, ma deve rendere chiaro cosa possa e non possa essere fatto (e attenervisi).
Allo stesso modo la presenza della magia o di strani poteri, accanto a creature soprannaturali, plasma il mondo in modo logico e consequenziale: la presenza e la certezza dell'esistenza di divinità, per esempio, darebbe un grandissimo potere ai sacerdoti, mentre lo studio della magia potrebbe sostituire il progresso scientifico (o affiancarvisi in modo sorprendente) per produrre comodità e rendere diversa la vita da un medioevo eterno.
Nonostante i romanzi di Sanderson, autore di questa distinzione, possano essere delle ottime dimostrazioni di Hard Fantasy, per rendere bene l'idea voglio usare un esempio più conosciuto al grande pubblico: i supereroi.
Sì, lo so che nella maggioranza dei casi non si tratta di Fantasy in senso stretto, voglio solo esemplificare quanto detto fin'ora. Sappiamo bene quali siano i poteri degli X-Men, giusto? Sono ben definiti e ognuno di essi ha una mutazione diversa e, nella maggior parte dei casi, invariabile: sappiamo bene che Magneto può controllare i metalli e Tempesta il tempo atmosferico, e tutto quello che vediamo loro fare è entro i limiti della loro mutazione, infatti non vediamo mai Erik lanciare raggi di energia dagli occhi oppure Ororo utilizzare telecinesi o telepatia. Le loro abilità sono ben determinate e il lettore le comprende e apprezza i modi intelligenti e astuti che il personaggio idea per utilizzarle.
Per concludere voglio ben specificare che non ho voluto parlare di Hard&Soft per determinare quale delle due sia "migliore" in senso assoluto, anzi il mio scopo è aiutare gli autori a capire quale sia più appropriato per le loro storie, poiché come abbiamo visto queste due vie di gestire gli elementi fantastici portano in direzioni piuttosto diverse. Ma di una cosa sono sicuro: se gestiti con sapienza entrambi questi approcci possono creare l'unica vera magia del nostro mondo, ossia il far volare il pubblico in mondi lontani e stupendi.
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