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Lucca Comics & Games, la nostra intervista a Robert Kirkman

Fra le decine di ospiti presenti durante l’ultima edizione di Lucca Comics & Games, Robert Kirkman è stato indubbiamente uno fra i più desiderati dai fan. Nonostante sia alla seconda presenza in soli due anni, entrambe merito del lavoro di saldaPress, numerosi sono stati gli incontri in cui lo sceneggiatore è stato protagonista, così come le affollate sessioni di dediche.

Tornato in Italia per celebrare la conclusione di Invincible, Kirkman è stato accompagnato dall’intero Invincible Team composto dai disegnatori Cory Walker, co-creatore della serie, e da Ryan Ottley; insieme a loro Kirkman ha raggiunto gli italianissimi Lorenzo De Felici e Annalisa Leoni, rispettivamente disegnatore e colorista di Oblivion Song, ultima creazione dell’autore americano.

Durante la nostra partecipazione all’evento toscano abbiamo avuto l’opportunità di parlare direttamente con Robert Kirkman per capire i segreti del suo lavoro e cosa ci aspetta nel futuro di The Walking Dead, Oblivion Song e dello stesso Invincible.

Kirkman Invincible Team

Questa è la sua seconda partecipazione a Lucca Comics & Games. Quale rapporto ha con la città e la manifestazione?

L’anno scorso è stato il mio primo anno a Lucca ed è stupendo essere nuovamente in una stupenda città come questa. E’ magnifico vedere una storica città fare da cornice ad una convention come Lucca Comics & Games, negli Stati Uniti le convention sono completamente diverse.
Lo scorso anno mi sono trovato molto bene in città, ho mangiato molta pizza e penso di farlo ancora anche quest’anno. Scusate se parlo per stereotipi ma sono stato in un alimentari e c’erano quattro sezioni diverse dedicate alla pasta. Non è colpa mia, siete voi che state facendo tutto. Quattro! (ride)

Qual’è secondo lei il ruolo del fumetto nella società moderna?

Una delle cose che il fumetto sa fare molto bene è quello di plasmare nuove idee e concetti, i bassi budget danno massima libertà alla sperimentazione, ecco perché i fumetti portano avanti così tante pazze idee che negli altri media non riescono a trovare spazio. È responsabilità dei fumetti farsi portatori di queste idee.

Quest’anno ha lanciato due serie: Oblivion Song Vs Die! Die! Die!
Mentre la prima è stata preceduta da una grande campagna di marketing, la seconda è stata resa pubblica solamente il giorno prima del suo arrivo nei negozi. Cos’è cambiato fra le due?

Sentivo la responsabilità di fare qualcosa di nuovo.
Con Oblibvion Song abbiamo fatto un grande lavoro, una cosa mai fatta prima per far conoscere la serie, anche qui a Lucca lo scorso anno. Un lancio straordinario che ha goduto di un fantastico supporto sin dall’uscita della serie ma anche nel periodo precedente.
Dall’altra parte mi sono chiesto come tutto questo hype possa modificare la percezione del pubblico.
Per questo con Die! Die! Die! abbiamo deciso di fare una cosa completamente diversa sia a livello comunicativo che distributivo. La risposta è stata eccezionale, con una copertura del lancio dal giorno stesso della sua uscita fino alle settimane successive.

Sono stati due esperimenti molto interessanti grazie ai quali capire come gestire le aspettative dei lettori. È meglio generare hype prima del lancio oppure nel periodo successivo?
Al momento non posso giudicare quale dei due metodi sia migliore, sono però molto contento di sapere che l’intera industria del fumetto, a livello globale, sia interessata in ogni mio lavoro.

Qual’è la sua giornata lavorativa tipo?
Solitamente rimango in ufficio dalle 9 alle 18, poi torno a casa perché ho una famiglia che mi attende, indipendentemente da quello che sono riuscito a completare.
Ci sono giorni in cui prendo moltissimi appunti senza scrivere nulla, sebbene il mio obiettivo sia quello di scrivere dalle 3 alle 8 pagine al giorno. Ci sono però momenti in cui un passaggio non funziona e mi tiene impegnato per molto più del previsto, oppure altre in cui non scrivo nulla per via di riunioni o chiamate per Skybound.

Festeggiare la fine di Invincible

Quando hai realizzato che Invincible avrebbe avuto una fine?

Ho iniziato a pensarci intorno al numero 100, ho concluso la storyline di Big Dinosaur, poi ho pensato a Thragg e la Guerra Viltrumita e a tutto quello che sarebbe arrivato dopo. Non mi rendevo conto di avere in mente tutte queste idee, volevo trovare qualcosa che fosse esaltante per me ma che potesse esserlo anche per i lettori. Ho iniziato a pensare a come avrei potuto concludere Invincible e ho scritto una fine, che portava ad un’altra fine e ad altri filoni narrativi.

Ero davvero esaltato di queste evoluzioni ma, consapevole che le serie sono come le montagne russe in cui i diversi team creativi portano a risultati molto diversi fra loro, ho voluto fare qualcosa nel tipico stile di Invincible, un fumetto in cui nulla è scontato i cui protagonisti sempre in bilico: ho quindi deciso di dargli una degna conclusione.

C’è stata parecchia soddisfazione, sono fiero e orgoglioso di questi 15 anni di vita della serie.
Ho provato un sentimento dolce amaro, c’era qualcosa che dovevo fare senza concentrarmi su altro, però mi ha un po’ turbato perché arrivato alla fine continuavo ad avere in mente trame che avrei potuto portare avanti, c’era molto altro materiale per future storie.
Dover chiudere Invincible è stato frustrante ma ora va benissimo così.

Sono attualmente in lavorazione sia un film che una serie animata ispirati a Invincible, cosa stanno procedendo le produzioni?

Stiamo facendo una cosa straordinaria e folle allo stesso tempo: stiamo realizzando una serie animata per Amazon di cui non posso dirvi nulla, ed è molto frustrante, a cui farà seguito un film a cui sto lavorando con Seth Rogen e Evan Goldberg. Spero possa fargli seguito una serie di pellicole attraverso le quali raccontare alcuni filoni narrativi di Invincible, è impossibile comprimere 144 capitoli in un unico film, a cui spero possano far seguito altri 7, 10, 12 o 20 film in cui mettere molto materiale. Oppure saremo davvero fortunati e ce ne saranno solo 5 (ride).
Entrambe le produzioni saranno fedeli al fumetto, potranno essere anche più violente di quanto avete già letto.

Kirkman e la TV

Possiamo aspettarci che anche Oblivion Song diventerà un film?

C’è sempre la possibilità, non posso dirvi altro. (ride)
Ogni mio progetto è tenuto sotto controllo per vedere se possa trasformarsi in una nuova produzione. Potrebbe esserci un annuncio fra un mese come fra due anni.

Può raccontarci il motivo della cancellazione serie tv di Outcast?

Outcast è stata una serie tv di successo, è stato molto frustrante vederla chiudere. Non voglio incolpare Cinemax ma c’è stata una ristrutturazione del network e dopo due anni dall’ultima stagione avevamo perso molti membri del cast. Non è stato possibile ricomporre il cast originale e questo è stato davvero frustrante.

In The Walking Dead il personaggio di Rick Grimes lascerà lo show, ha mai pensato la stessa cosa per il fumetto?

Certo. Rick potrebbe morire anche nel fumetto, è nei piani fin dall’inizio. Sarà diverso rispetto alla serie tv, non posso dirvi altro, ma penso che sebbene Rick Grimes sia stato il fulcro di The Walking Dead sin dall’inizio, è mia intenzione continuare la storia del fumetto anche senza di lui.
E’ successo semplicemente prima nella serie tv, il che è frustrante, ma anche soddisfacente (ride).

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