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Lukas, il nuovo urban fantasy targato Bonelli

Da qualche giorno potete trovare in edicola e in fumetteria il primo numero della nuova serie targata Bonelli: Lukas. Si tratta di una storia che fa continuamente avanti e indietro fra il noir, con atmosfere notturne, malinconiche, in cui si muovono personaggi depressi, stanchi, sconfitti e tormentati, e l'horror più spinto, che tracima spesso e volentieri nello splatter: colpi a sangue freddo, corpi sbranati, depravazioni di ogni genere, deturpazione di cadaveri non vengono in alcun modo risparmiati, per la gioia degli amanti del genere e per l'orripilata sorpresa di tutti gli altri.
Lukas è una miniserie: sono previsti ventiquattro episodi mensili, divisi in due stagioni da dodici. Lukas è stato creato da Michele Medda, già sceneggiatore Bonelli per Nathan Never e Caravan, di cui è ideatore, e Michele Benevento, disegnatore di Dampyr e anche lui coinvolto in Caravan. Il primo episodio, dal titolo Deathropolis, narra la storia del protagonista eponimo, risvegliatosi privo di memoria in una città sconosciuta. Il nostro Lukas appare possedere poteri notevoli: è del tutto immune al dolore fisico, ed apparentemente immortale. Siamo pian piano introdotti allo scenario inquietante in cui le sue vicende avranno luogo: la città, abbastanza anonima da poter essere una qualunque grande metropoli e piagata dai prevedibili problemi “mondani”, dalla criminalità alla prostituzione alla crisi economica e sociale, è anche teatro di avvenimenti grotteschi che hanno come protagonisti quelli che impariamo a conoscere come i ridestati: persone che risorgono dopo la propria morte, conservando tracce della propria personalità ma ottenendo una forza fisica notevole e una insaziabile fame di carne umana. 
Lukas, scopriamo, è uno di loro, tuttavia, per qualche ignota ragione, è in grado di tenere sotto controllo la propria fame, e non ha perso la compassione e il senso di giustizia. Nella storia lo vediamo dedicarsi alla ricerca di un lavoro, di un'abitazione, di una vita normale, ma le circostanze lo costringono a sporcarsi -letteralmente- le mani, nonostante il nostro sia quanto mai disinteressato a giocare il ruolo dell'eroe.
Il fumetto, parliamoci chiaro, ci è piaciuto: Medda mescola gli elementi di una storia potenzialmente interessante in maniera capace, ispirando la propria narrazione ai ritmi e alla struttura di un serial televisivo: la storia segue diversi personaggi, alternando i fili narrativi e presentando avvenimenti apparentemente scollegati, che lentamente si intrecciano in modi non sempre prevedibili, l'azione ha un ottimo ritmo, rallentando mai più del necessario, solo quando effettivamente serve. Il fatto che Lukas sia una miniserie con una conclusione già prevista, poi, è sicuramente un punto a favore: sappiamo che Medda vuole andare a parare da qualche parte, e questo rende la lettura decisamente più coinvolgente.
Per quanto riguarda l'impostazione grafica, ci troviamo di fronte al più classico degli albi bonelliani: una suddivisione delle tavole impeccabilmente pulita, il formato tipico delle produzioni della Bonelli, i disegni in bianco e nero con un tratto deciso ed un uso consistente di luci e ombre, che faranno sentire a casa chiunque abbia preso in mano un Dylan Dog o un Nathan Never (e che, in questo caso, sono assolutamente perfetti per dare al fumetto il tono voluto). Insomma, da questo punto di vista non ci troviamo di fronte a qualcosa di terribilmente innovativo. E potrebbe non essere un male: la struttura classica del fumetto ci ha permesso di immergerci nel mondo di Lukas e di appassionarci ai personaggi (e ci sono già motivi per pensare che questo sia stato un grave errore da parte nostra!) e alla storia, che si preannuncia interessante e piena di potenzialità. 
Lukas è un ottimo fumetto, che consigliamo a tutti, in particolare agli affezionati della Bonelli. Le atmosfere malinconiche e depresse sono riuscitissime, il protagonista passa tutta la vicenda con un'espressione totalmente indifferente e svogliata, ma nonostante questo riesce ad essere carismatico, e un paio di riusciti colpi di scena verso il finale ci fanno davvero ben sperare per il futuro di questa serie, da cui ci aspettiamo davvero molto.

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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