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Maleficent: che imbarazzante situazione

Non si tratta di orticaria dovuta a troppi reboot, remake e nuove edizioni, non si tratta di quello perchè noi ci credevamo in questo caso. Credevamo in Angelina Jolie, nell'eleganza del suo vestito nero e del fatto che, diciamocelo, è perfetta per fare Malefica.
Credevamo nello stile della Bella Addormentata nel Bosco, il classico Disney, dal tratto spigoloso, dai colori al Neon, dalla sua forza insomma.
Vedevamo quel possente carisma (meno vintage di quello che sembra) e ci dicevamo: mi va bene un "remake" se avrà le stesse pennellate di colore dell'originale.
Davvero signori, questa volta potete fare tutto quello che volete, avete una tavolozza bianca e le vostre tempere avanzate da quel capolavoro del 59.
Qualcuno prenda in mano quel viola fosforescente, quel verde, e ci faccia di nuovo vedere Malefica al suo splendore e quel drago che ha fatto storia, crediamo in voi.
Maleficent ha tradito le nostre aspettative, certo intrattiene, fa anche ridere, ma fa sognare? No di certo, e i problemi di produzione non contano, (parte della pellicola è stata rigirata).
Siamo scivolati sotto le coperte, era tardi, aspettavamo che qualcuno ci raccontasse la fiaba della buona notte, non importava se più oscura e dark, volevamo solo sentire come era andata a finire.
Niente, non è arrivato nessuno. Dalla cucina un genitore qualsiasi ci ha lanciato una rivista di moda urlando “leggi questa”, niente di più.
Maleficent, il film, non ha carisma, non ha uno stile peculiare, non è riconoscibile, è un prodotto come decine di altri, come Alice in Wonderland, come Il Grande e potente OZ, come Biancaneve.
La Bella Addormentata era arte, Maleficent un prodotto. Potrà piacervi, non lo mettiamo in dubbio, ma vi sfidiamo a trovarci uno stile unico, quel qualcosa che doveva esserci ma nessuno ha sentito il dovere di usare.
Un esempio calzante per farvi comprendere ciò che intendiamo è il drago, quello che avete visto anche nel Trailer per intenderci. Ecco.
Il drago è ben realizzato, il budget e alto, ma è un drago qualsiasi. Un drago che avrebbe potuto essere di sfondo a un combattimento di Harry Potter, di una puntata di Game of Thrones, uno dei tanti lucertoloni di un esercito.
No, no, il drago di Maleficent deve essere “il Drago”, deve fare scuola, entrarti dentro, deve trascinarti fuori dal cinema e farti pensare “wow, voglio un drago” per tutto il tempo a casa. Non puoi creare una belva cromatica come quella del cinquantanove e poi lasciare tutto alla mediocrità.
Di questo drago ce ne saremmo scordati fra qualche giorno, ma di quel Drago, quel Drago, farà scuola per le ere a venire e con questo lignaggio, tu, tu regista, non puoi ignorare quel bambino nel letto che aspetta solo la tua fiaba.
Ap72gp
Questo ragionamento si applica a tutta la pellicola, ai suoi animaletti in computer grafica talmente inutilmente particolareggiati da risultare anonimi, da scene di volo acrobatico inserite solamente per il 3D e da sequenze di battaglia totalmente avulse.
Dalla fotografia, alla regia, ai costumi, perfino la recitazione sanno di già visto, di mediocrità.
Gli enormi sforzi di Angelina Jolie, perfetta nel ruolo, non bastano a salvare la pellicola. A lei infatti vengono lasciate le uniche scene degne di nota, le uniche scene che ci regalano un sorriso e un po' di trasporto.
Il suo rapportarsi alla “piccola bestiolinaAurora è dolcissimo, lei alta e nera con una minuscola bimba bionda attaccata alle gambe, coinvolgente, ma non sufficiente.
Maleficent ci ha fatto sperare, ci ha incantato con una perfetta scelta di Casting ma poi siamo caduti in un profondo sonno dal quale nessuno ci ha risvegliato.
Un sonno ricolmo di imprecisioni, di personaggi abbozzati, di scelte contraddittorie, di centinaia di uomini impiegati giorno e notte per anni per fabbricare un cancello nel quale puoi camminare attraverso e una decina di scudi. Domande? Capirete.
Capirete perché molti andranno a vederlo, perché va visto. Va visto perché è un simbolo di quello che ci stiamo perdendo rispetto al classico, lo stile.
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