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Marvel: alcune serie potrebbero essere posticipate al 2024

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I considerevoli licenziamenti alla Disney alla fine di questo mese, hanno costretto i Marvel Studios a riorganizzare i suoi sforzi di produzione. Durante il fine settimana, è stato rivelato che Victoria Alonso, dirigente di lunga data della Marvel, ha lasciato la compagnia dopo quasi due decenni a supervisionare gli sforzi di post-produzione del gruppo. In settimana è stato riferito che Alonso è stata licenziata dal co-presidente dei Disney Studios Alan Bergman. Ora, alcuni dei progetti della casa di produzione potrebbero essere ritardati.

In un rapporto di Variety c’è una menzione della lista 2023 della Marvel che è stata modificata. Invece di cinque spettacoli in uscita quest’anno, ora si prevede che solo tre o quattro usciranno, mentre i rimanenti verranno spostati al prossimo anno o “forse oltre”.

Gli spettacoli previsti per l’uscita nel 2023

Indipendentemente da ciò che viene ritardato, suggerisce il rapporto, non influirà su Guardiani della Galassia Vol. 3, che uscirà il prossimo anno. I cinque spettacoli precedentemente previsti per il rilascio nel 2023 erano Secret Invasion, Loki 2, Ironheart, Echo e Agatha: Coven of Chaos. Questo si aggiunge a progetti animati come X-Men ’97 e What If…? 2, anche se nessuno di questi ha mai ricevuto finestre di rilascio ufficiali dal gruppo guidato da Kevin Feige.

Lo stesso Feige ha anche notato che il ritmo del rilascio della Marvel sarebbe cambiato, data la quantità di contenuti che lo studio aveva sfornato. Ricordiamo infine che Victoria Alonso è entrata a far parte dello studio nel 2006 come capo degli effetti visivi e della postproduzione, e ha contribuito a lanciare il Marvel Cinematic Universe come co-produttore di Iron Man del 2008. È stata anche coproduttrice di Iron Man 2 (2010), Thor (2011) e Captain America: The First Avenger (2011). Alonso è nominata produttore esecutivo di The Avengers (2012), il film storico che ha incassato 1,5 miliardi di dollari e ha portato la Marvel a nuovi livelli, dimostrando che il concetto di un universo cinematografico condiviso potrebbe davvero funzionare.

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