Intrattenimento

Mary e il fiore della strega: una bella fiaba

Poco dopo aver terminato la produzione del lungometraggio Quando c'era MarnieYonebayashi  Hiromasa Nishimura  Yoshiaki hanno deciso di lasciare il leggendario Studio Ghibli, per provare a lanciarsi in un'avventura in proprio. Nasce così lo Studio Ponoc con i due animatori a capo e tanti collaboratori provenienti dall'azienda precedente. Due anni dopo arriva nelle sale Mary e il fiore della strega, opera prima in campo cinematografico di questo nuovo team, diretto dallo stesso Yonebayashi Hiromasa che proprio in questi giorni sarà disponibile anche nelle sale italiane. Come sarà andato questo debutto?

Partiamo subito con il dire che l'influenza delle esperienze passate degli animatori si sente e parecchio, non solo per tanti alcuni piccoli riferimenti visivi, ma soprattutto per la qualità dei disegni. Ogni ambientazione è un'esplosione di colori unica, che sa conquistare l'occhio di uno spettatore e impressionare. Altrettanto meritevole è la creatività dietro certe idee dell'opera, principalmente viste nelle sequenze ambientate all'Endors College: impossibile non rimanere ad occhi spalancati durante il tour che Madama Mumblechook offre alla giovane protagonista, tra ascensori, bolle volanti e tornado all'interno delle classi.
È molto divertente l'idea di rendere le scope simili a dei veri cavalli più che a un semplice mezzo di trasporto, con la piccola scopa di Mary dotata di un'identità come personaggio, che ricorda altri esempi positivi del genere fatti in passato. Questo offre spazio a varie scene comiche (soprattutto con il coinvolgimento del simpaticissimo custode Mr. Flanagan) e ad alcuni momenti più toccanti ed emozionanti. Altra nota di merito riguarda i "fallimenti" delle ricerche del Dottor Dee, che colpiscono per l'originalità del design, studiato attentamente per stupire lo spettatore.
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Tuttavia, nonostante tutti questi aspetti interessanti, Mary e il fiore della strega risulta davvero troppo semplice e lineare per risultare interessante, almeno per un pubblico adulto. Alla fine dei conti si tratta di una bella fiaba, piuttosto classica, che non offre molto di più. Le possibilità di realizzare qualcosa di più complesso c'erano, sono diversi gli spunti per un discorso più ampio. I "cattivi" avrebbero potuto essere problematizzati maggiormente, ad esempio, analizzando i loro motivi e aprendo una riflessione sul rapporto tra scienza ed etica, ma vengono purtroppo appiattiti su figure stereotipate, incapaci di lasciare un segno convincente.
Ovviamente questo non significa che Mary e il fiore della strega sia da bocciare in toto, anzi siamo sicuri che i più piccoli, evidente target di riferimento dell'opera, potranno apprezzarlo molto. Tuttavia in un momento in cui vengono realizzati tantissimi prodotti animati con chiavi di lettura sempre più complesse ed elaborate, che conquistano pubblico di ogni età, vedere un team con una certa esperienza nel campo realizzare un film così semplice lascia un po' di amaro in bocca. In ogni caso i sopracitati aspetti positivi fanno ben sperare per il futuro del progetto dello Studio Ponoc e attenderemo con ansia la loro prossima opera!

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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