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Men in Black: International, i confini che (non) si allargano

Parliamo del nuovo capitolo della saga dedicata all'agenzia segreta...

Dopo un lungo intervallo, gli Uomini in Nero sono nuovamente nelle sale cinematografiche. Proprio oggi infatti debutta nel nostro Paese Men in Black: International, nuovo capitolo della saga sci-fi/comedy iniziata negli anni ’90. In realtà questo è il secondo rilancio di questo franchise, dopo un terzo film arrivato a distanza di circa dieci anni dai precedenti, senza riuscire a replicarne il successo. Com’è andata con questa nuova avventura? Scopriamolo insieme nella nostra recensione di Men in Black: International!

Di che cosa parla Men in Black: International?

men in black international recensione orgoglio nerd

La pellicola si apre con due sequenze ambientate in epoche passate. In una di queste assistiamo a una missione segreta degli agenti High T e H, alle prese con un misterioso portale sulla cima della Torre Eiffel. Dall’altra parte dell’Oceano invece assistiamo all’incontro tra la piccola Molly e un esemplare alieno. In questa occasione la bimba scopre l’esistenza di altre forme di vita e soprattutto di una misteriosa agenzia con uomini vestiti di nero…

Passano gli anni e Molly continua a essere ossessionata da quell’esperienza. Così si allena, studia e tenta ogni test possibile per entrare in quella misteriosa agenzia. I suoi tentativi rocamboleschi vanno a buon fine e finalmente riesce a diventare membro (in prova) dei Men in Black. Il suo primo incarico è alla sede londinese del gruppo dove incontra il leggendario agente H, uno degli eroi dell’agenzia. Insieme a lui si troverà invischiata in un caso estremamente complesso, che li porterà in giro per il mondo a caccia di alieni.

La storia di Men in Black: International tutto sommato funziona. Sia chiaro, non c’è da aspettarsi scelte particolarmente originali o innovative. Se già conoscete il genere, difficilmente resterete particolarmente sorpresi in seguito ai diversi colpi di scena. Alcune scelte anzi avrebbero potuto essere molto più coraggiose ma (forse addirittura in corso d’opera) il film opta per strade più facili. Ma non è necessariamente un problema.

Dopotutto, chi va a vedere Men in Black: International non si aspetta un thriller mozzafiato o una spy story dalla trama intricata. Quello che si cerca è una nuova avventura all’interno di quell’universo narrativo popolato da alieni, uomini (e donne) in completo nero, tanta azione e tanta ironia. Ed è proprio su questo che il film non funziona: sembra essere sempre con un piede sul freno.

Un nuovo capitolo senza convinzione

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Sin dal titolo Men in Black: International ci promette un’ambientazione nuova e soprattutto un’espansione dell’universo narrativo. Se i primi capitoli ci mostravano solo gli Stati Uniti, qui finalmente possiamo esplorare tutta questa Terra in cui sono nascosti alieni in ogni angolo. Il film mantiene questa promessa, ma solo fino a un certo punto.

Vediamo in effetti gli agenti M e H in diverse location sparse per il mondo, ma a conti fatti, i luoghi proposti sono relativamente pochi e soprattutto piuttosto anonimi. Non basta dire di essere in un Paese per fare sentire al pubblico che i personaggi sono in quel Paese. Fatta eccezione per pochissime sequenze, il film potrebbe tranquillamente essere ambientato in America. E questa poca caratterizzazione delle ambientazioni è un ottimo esempio della scarsa energia che trasmette il film.

Per quanto, come abbiamo detto, nel complesso le cose riescano a funzionare, non c’è mai quel salto di qualità che renda Men in Black: International davvero interessante. Chris Hemsworth e Tessa Thompson ad esempio offrono una buona performance e si trovano bene sulla scena insieme. Ma la chimica tra i due è ben lontana da quella che abbiamo visto nel Marvel Cinematic Universe (peraltro omaggiato brevemente in almeno una scena).

Lo stesso vale per l’azione e per la comicità. Se i film passati (soprattutto i primi due) calcavano davvero la mano sull’ironia e sull’esagerazione, qui lo vediamo molto meno. Ci sono dei tentativi, dei richiami a quelle atmosfere, come in uno dei primi veri scontri a fuoco della pellicola, ma sono solo un antipasto, quando sarebbe servito un piatto di portata (e anche bello abbondante).

Men in Black: International è più adatto come pilot che come nuovo capitolo

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Tirando quindi le fila del discorso, Men in Black: International è un film che pur raggiungendo la sufficienza non si sforza di andare oltre. La sensazione che lascia, più che un vero e proprio nuovo film della saga è quella di un episodio pilota di un adattamento televisivo. Un’occasione mancata per una saga che poteva davvero tornare in auge e tornare a farci sognare di sparaflashare le persone. Sarà per la prossima occasione, sempre che ci sia…

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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