Site icon Orgoglionerd

Mr Robot, siete pronti per la rivoluzione?

Ha debuttato in Italia il 3 marzo su Mediaset Premium la serie Mr Robot, andata in onda negli Stati Uniti ormai nel giugno dell’anno scorso.
Senza tanti preamboli vi diciamo subito che Mr Robot è un’ottima serie, anzi quanto di meglio sia uscito (in particolare sul piccolo schermo) con una trama che si sviluppa intorno al tema del cyber terrorismo.
Elliot – la rivelazione Rami Malek – è un giovane ingegnere informatico, impiegato nell’azienda che si occupa di garantire la sicurezza informatica dei propri clienti, tra i quali c’è l’azienda Evil Corp.
La Evil Corp è stata responsabile di un disastro ambientale che ha provocato la morte di alcuni suoi dipendenti (tra cui il padre di Elliot), il tutto è però stato insabbiato anni prima, grazie al potere e al denaro che la E Corp ha e aveva a disposizione.
Elliot viene avvicinato da un certo Mr Robot – un eccellente Christian Slater -, il capo di una cellula di hacker che si fa chiamare fsociety, il cui obiettivo ultimo è quello di creare una società più equa; per fare ciò il primo giogo da cui vogliono liberare la società sono i debiti con le banche; vogliono inoltre togliere potere alle grandi multinazionali che spremono l’umanità e il pianeta per il profitto.
Elliot ha grossi problemi nel rapportarsi con gli altri, è dipendente dalla morfina e vive in un perenne stato di ansia e paranoia. Le sue brillanti abilità informatiche, legate a questo grave disagio psicologico, lo portano ad hackerare la vita digitale di tutti quelli che incontra, scoprendo tutti i loro segreti, i gusti e le stranezze, usando questi elementi come metro di giudizio della realtà che lo circonda, a volte riuscendo ad influire sulle loro vite secondo la sua personale concezione di giustizia.
I personaggi che ruotano attorno ad Elliot sono tutti di un’elevata complessità, ben inseriti all’interno di una trama la cui costruzione è magistrale.
La trama d’altra parte attinge a piene mani da fatti di cronaca odierna, è non è difficile capire quale organizzazione di hacktivisti abbia ispirato fsociety.
Nonostante la difficoltà delle vicende narrate non si crea mai confusione nello spettatore, che viene portato esattamente dove lo sceneggiatore vuole che sia.
Non si tratta di un telefilm leggero e piacevole con cui passare la serata con spensieratezza: non mancano i momenti in cui si ha la sensazione di aver ricevuto un improvviso e immeritato pugno nello stomaco, e nonostante ciò non possiamo fare a meno di tornare per riceverne altri.
Ma forse uno degli aspetti più meritevoli della serie è il modo in cui è stato trattato l’aspetto tecnologico, che si avvicina molto alla realtà.
I termini sono utilizzati in modo appropriato; è possibile infatti seguire il filo dei discorsi o dei comandi inseriti in una shell senza cadere in stereotipi, con termini buttati a caso, scritte inventate, technobabble assurdo che scorre velocemente sullo schermo o animazioni ridicole da cyberspazio fantascientifico anni 80-90.
Vi abbiamo da subito anticipato il nostro giudizio entusiasta perché da qui in poi non ci tratterremmo dal rivelare alcuni – più o meno rilevanti – spoiler.
Quanti di voi non hanno visto la serie nella sua interezza? Ecco da bravi, allora fermatevi qui, salvatevi il link a questo articolo, aspettate di aver finito di guardarvi la serie e poi – solo allora -tornate a leggere questo pezzo e commentate (sì, ci piace sempre sentire le vostre opinioni!).

O9l8pf

Fatto?
Una nota di merito va a chi si è occupato della colonna sonora, perché qui si è toccato la punta della genialità.
Se avete fatto i compiti e conoscete già tutta la vicenda, sapete quanto questo telefilm si collochi come erede diretto di Fight Club, sia per la dissociazione psichiatrica allucinatoria che vive il protagonista, sia per i toni di dissenso e disobbedienza sociale anche violenta.
Il sospetto che Mr Robot sia solo un’allucinazione e che sia una proiezione del padre di Elliot, serpeggia già dall’inizio, quando vediamo che i dialoghi sono tutti tra Elliot e Mr Robot; in presenza di altri nessuno si rivolge mai direttamente a MR R e quando sembrano farlo in realtà la direzione è la stessa in cui si trova Elliot.
Una volta instillato questo dubbio lo sceneggiatore Sam Esmail ha pensato bene di inserire un dialogo tra il solo Mr R e il manager psicotico e fuori di testa Tyrell Wellick.
(Ammettiamolo, in realtà il personaggio che fa più paura di tutti non sono tanto gli spacciatori, i manager assassini o gli hacker misteriosi ma la moglie di Tyrell Wellick).
In questo modo la rivelazione finale, per quanto suggerita, arriva in modo tale da riuscire a sorprendere pur senza sembrare una soluzione scelta semplicemente per stupire e confondere lo spettatore.
CI rendiamo conto della consapevolezza di questa scelta, e della citazione consapevole di Fight Club, quando nel momento del riconoscimento e accettazione da parte di Elliot, a suonare è il tema riarrangiato per pianoforte Where Is My Mind? (per chi non lo ricorda, canzone principale della colonna sonora di Fight Club appunto).
In questo senso vengono scelti brani del repertorio musicale classico con una vera e propria funzione narrativa come colonna sonora, con una scelta purtroppo molto poco utilizzata altrove (se non dai tempi di Kubrick).
Come il brano del Flauto Magico che si interrompe bruscamente proprio un attimo primo dell’inizio del gorgheggio virtuosistico dell’aria della Regina della Notte.
O altre finezze con cui giocare con gli spettatori.
Imperdibile.
Exit mobile version