Intrattenimento

Narcos: il protagonista non è Pablo Escobar

La spettacolarizzazione di eventi storici che hanno segnato il destino di intere nazioni ha permesso la creazione di prodotti televisivi o destinati al cinema, il cui compito è di far conoscere il passato senza però annoiare o allontanarsi troppo dalla realtà. Narcos è una di queste serie dove la storia diventa uno show misto a un documentario, il cui successo "netflixiano" è talmente rilevante che noi della redazione di Orgoglio Nerd non potevamo rimanere indifferenti.
Creata da Chris Brancato, Carlo Bernard e Doug Miro, la serie è impostata come una sorta di drama documentaristico. I fatti sono quasi tutti realmente accaduti, la maggior parte dei personaggi, soprattutto i criminali, sono realmente esistenti. 
Il traffico dei narcotrafficanti è sempre esistito anche prima degli eventi della serie, ma negli anni '80 vi fu l'apice del traffico della cocaina in Sudamerica, un avvelenamento così profondo che portò alla morte milioni di giovani statunitensi. Non a caso negli anni '80 molti cortometraggi, cartoni animati americani, perfino fumetti della DC e Marvel hanno affrontato come tematiche la droga. Giusto per fare un esempio, Harry Osborn, amico e nemico di Peter Parker, cadde nel tunnel della droga per affrontare in maniera errata la perdita del padre e dei suoi amici.
Il fulcro del narcotraffico in Colombia fu Pablo Emilio Escobar Gaviria, apparente protagonista di questa serie. Infatti la prima stagione si incentra sull'ascesa al potere di Pablo Escobar e della crescita straordinaria del cartello di Medellín, mentre la seconda stagione si concentra sulla pazzia, il declino e la morte del narcotrafficante e, di conseguenza, del suo commercio.
La situazione precipitò così tanto che vennero mandati agenti federali del Drug Enforcement Administration (DEA) in Colombia per combattere i narcotrafficanti. Steve Murphy (Boyd Holbrook), narratore di questa storia, era uno di quegli agenti assieme al suo collega e amico Javier Peña (Pedro Pascal), che dedicarono anni della loro carriera a combattere la guerra lanciata da Escobar fino alla sua cattura e uccisione. 
La terza stagione, totalmente inattesa da molti fan della serie, cambia tutte le regole delle prime due stagioni. Dalla divinazione di un personaggio si passa ad un intrigo politico e criminale del cartello di Cali, memore di tutti gli avvenimenti dovuti al loro rivale numero uno.
Gilberto (Damian Alcazar) e Miguel Rodríguez Orejuela (Francisco Denis), insieme ai loro compari José Santacruz Londoño (Pepe Rapazote) e Hélmer "Pacho" Herrera (Alberto Ammann) , decisero di accordarsi con il governo per una resa spontanea, così da potersi ritirare dalle loro attività criminali scontando una pena leggera. Gilberto Rodrìguez, infatti, a differenza di Escobar ha preferito occultare le sue attività criminali investendo (o riciclando) il denaro in attività legali, commerciali, edilizie, calcistiche. Ogni membro del cartello ha dei compiti precisi da svolgere e tutto sembra in apparente equilibrio, nonostante la dichiarazione di resa.
Il punto di rottura è la cattura di Gilberto Rodrìguez stesso da parte della squadra della DEA capitanata da Javier Peña, attuale narratore e protagonista "buono" della stagione; questo evento metterà in crisi il cartello scatenando una serie di eventi, tradimenti e colpi di scena che nessuno si aspetterebbe nella vita reale. 
Da tenere sott'occhio anche i tre nuovi personaggi, gli agenti Chris Feistl e Daniel Van Ness e Jorge Salcedo, curatore della sicurezza dei fratelli Rodrìguez, che hanno il loro spazio nella serie senza far perdere di valore ai protagonisti della storia.
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Netflix ha giocato molto con la promozione di Narcos. Poco prima dell'uscita della seconda stagione, aveva infisso ovunque sui social una foto di Escobar con su scritto PABLO MUORE, schernendo qualche utente poco informato sui fatti storici. Ha ripetuto lo stesso gioco a pochi giorni di distanza dall'uscita della seconda stagione, annunciando con un trailer l'imminente arrivo del Cartello di Calì per il 2017. 
Molti fan della serie hanno creduto che il protagonista della serie fosse Pablo Escobar, interpretato da un geniale Wagner Moura che ha ottenuto una nomination ai Golden Globe come miglior attore in una serie drammatica. L'annuncio di una terza stagione ha provocato reazioni estreme: vi era curiosità nel veder proseguire una serie dove l'antagonista era ormai stato ammazzato, ma vi è stato anche un rifiuto da chi riteneva inutile un seguito alla storia dei Narcotrafficanti; il cartello di Cali però dominerà il mercato della cocaina fino alla metà degli anni novanta, quando anche i suoi leader finiranno uccisi o catturati. Se lo considerate uno spoiler, Netflix l'anno scorso ci ha ricordato che è la storia ad essere uno spoiler della serie.
Il punto è questo, il protagonista non era la DEA, non era Pablo Escobar. La protagonista è la Colombia con la gente che ci vive, inclusi i narcotrafficanti e coloro che combattono l'illegalità con ogni mezzo necessario. Pablo Escobar è stata la miccia che ha permesso la ramificazione di una piaga che ancora oggi miete vittime in tutto il continente americano; il cartello di Cali si limitò a soppiantare il cartello di Medellin e rubargli la piazza, se non addirittura ad espandersi in tutto il territorio americano.
La terza stagione, insomma, riesce ad intrattenere e a lasciar con il fiato sospeso come le stagioni passate e riesce a soddisfare le aspettative altissime della maggior parte degli spettatori. E voi cosa ne pensate?

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Rita Romano

Una giovane nerd emigrante che continua a seguire le sue passioni nonostante le avversitá della vita. Libri e manga nella sua libreria non mancano mai, adesso anche in tedesco. Se volete tentare di corromperla, provate a metterle davanti un Charmender, un felino o un piatto di lasagna.

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