Site icon Orgoglionerd

Old Boy: il remake di un film riuscito

Questa non è propriamente una recensione, parleremo della nuova pellicola di Spike Lee attraverso una domanda che avevamo stampata in mente durante la visione del film in questione ovvero: perché fare il remake di una pellicola riuscita?
La risposta, scartata “per soldi”, potrebbe essere un semplice: non si tratta di un remake ma di una nuova versione estrapolata dall'opera originale, un nuovo riadattamento insomma.
Questo risposta è assolutamente legittima e fondata, senza contare che esistono remake riusciti, anche migliori, qualitativamente parlando, delle pellicole originali che vogliono “omaggiare”.
Un esempio soprattutto è “The Thing” di John Carpenter, ma non divaghiamo.
Ci risulta difficile però, in questo caso, dare validità alla facile risposta sopracitata, in particolare perchè il buon regista Spike Lee cita più volte direttamente la versione di Park Chan-wook inserendo perfino richiami orientali fuori tema visto il nuovo contesto.
Se ci troviamo di fronte a una tua intima versione di una storia perchè citare il film originale dal quale dovresti distanziarti?
Insomma la versione di Spike Lee non ci ha convinto, anzi ci ha riempito di dubbi. Era dai tempi del remake shot-for-shot diretto da Gus Van Sant di Psycho che non ci ponevamo tante domande sull'utilità di una pellicola.
Spike Lee è un bravo regista, lo dimostra più volte anche in Old Boy, tuttavia non ci fa dimenticare l'opera di Chan-wook nemmeno durante la proiezione e non possiamo fare a meno di considerarlo un errore.
Guardare un film mentre si pensa a un altro non è proprio quello che identifica un'opera ben riuscita.
Il riadattamento della trama per un pubblico americano ha praticamente svuotato Old Boy di ogni significato che andasse lievemente oltre “la mera vendetta”, l'approfondimento sull'incesto, la ricerca di una risposta, il trauma, l'indagine, vengono ignorati o appena accennati.
In un certo qual modo perfino la violenza, linguaggio cardine del manga e dell'Old Boy made in Sud Corea qui viene edulcorata, livellata per palati diversi.
E qui si potrebbe pensare che trasporre una storia per due culture diverse ammette, anzi obbliga, a porre pesanti cambiamenti di registro, ma non è necessariamente così.
Questo Old Boy non prende di petto la difficile situazione nel quale nasce, ovvero la difficoltà di rivaleggiare con un film qualitativamente superiore.
Invece di osare e imporsi distanziandosi dal lavoro di Chan-Wook Spike Lee decide di affiancarsi cercando di non far arrabbiare i fan più accaniti, non riesce a fare sua l'opera a e sbocciare. Tutto ciò che può fare è la versione americana di un film sud coreano.
Ci ha stupito in positivo invece l'interpretazione di Josh Brolin, veramente intenso. Il suo impegno è costante e racchiude tutto ciò che ce di buono in questa versione, veramente ricercato.
In conclusione chi ha amato la pellicola del 2003 non riuscirà a godersi questa nuova “edizione” senza rimpiangere la vecchia, vi sfidiamo a farlo.
Quello che vogliamo fare  nel caso non conosciate Old Boy è consigliarvi di correre a procurarvi l'opera originale omonima di Nobuaki Minegishi e Garon Tsuchiya (edita da J-Pop in Italia) e poi, gustarvi la versione del regista sud-coreano, una perla.
Buona Visione!
Exit mobile version