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Perché ci piacciono i film horror?

La psicologia dell’orrore: dall’intrattenimento alla neurologia

Ce lo siamo chiesti tutti almeno una volta: cosa porta una persona a dire che gli piacciono i film horror o, in generale, l’orrore in sé? Masochismo? Adrenalina? Curiositá? Oppure uno sofisticato hacking dei nostri stessi cervelli? Scopriamolo qui.

Perché ci piacciono gli horror
Bram Stoker’s Dracula (1992)

Non è la prima volta che vi parliamo di horror, dai racconti per tradizione orale alle nicchie dell’internet per amanti del brivido. Oggi, peró, vogliamo voltare lo sguardo più sull’aspetto psicologico della questione. Possiamo racchiudere la cosa in poche categorie: il bisogno di distrazione, la ricerca di stimoli e la regressione infantile. Analizzando questi aspetti, se vi piacciono i film horror, dovreste riuscire a riconoscervi in almeno una di queste, se, invece, non amate questo genere di intrattenimento, probabilmente capirete il perchè!

La distrazione e la ricerca di stimoli

Ok, è sera, siete tornati dall’ennesima giornata stancante di lavoro, avete preoccupazioni per la testa e necessitate di un qualcosa che vi levi quei pensieri di troppo. Vi mettete davanti allo schermo, mettete su una commedia a caso e vi rendete conto che, nonostante il film, gli ingranaggi neuronali di sottofondo continuano a macinare. Sera dopo sera, dopo aver fatto piazza pulita di qualsiasi proposta di intrattenimento leggero proposto da Netflix e dopo aver esaurito i video di gattini su YouTube, arrivate alla conclusione che la distrazione non è poi cosí semplice. Come si fa a zittire quel ronzío cerebrale che continua imperterrito nelle retrocamere della vostra testa? Ecco che entrano in campo i film horror.

Brains…brains…

Perché ci piacciono gli horror
Get Out (2017)

Le diverse parti del nostro cervello hanno funzioni specifiche e complementari e vengono ingaggiate in base alla situazione. La parte che principalmente ci distingue dal resto dell’Animalia di Linnaeus è il nostro Lobo Frontale, che si è sviluppato in modo gargantuesco anche rispetto ai nostri cugini primati.  È la parte che si dedica al pensiero complesso, risoluzione dei problemi, empatia, pianificazione futura per il raggiungimento degli obbiettivi, interpretazione delle espressioni facciali altrui e, insomma, tutto ciò che può essere descritto come molto Übermensch-oso.

L’amigdala, invece, assieme al resto del Diencefalo, sono le parti più primordiali del nostro sistema nervoso. Condividiamo gran parte di esso con la vasta maggioranza di mammiferi (e non solo). Questo piccolo organo a forma di mandorla si occupa dei campanelli d’allarme per le nostre necessitá più animali: dagli istinti sessuali, alle reazioni emotive come la rabbia e, avete indovinato, la paura. È lo stesso organo che fa scatenare le risposte corporee alle vostre emozioni, è quello che vi fa sudare i palmi delle mani e che vi fa tremare di paura. È una delle parti che, pleonasticamente, per ovvi motivi di sopravvivenza, si è evoluta per prima nel cervello umano, rimanendo dunque praticamente uguale a quella dei nostri antenati post-Australopithecus Afarensis.

Grazie per la lezione di Anatomia, ci date il quarto d’ora accademico o si torna a parlare di horror?

Perché ci piacciono gli horror
Il Silenzio degli Innocenti (1991)

Giusto, torniamo al quid: perché ci piacciono i film horror.

Quello che si intende con il paragrafo pseudo aulico qui sopra è che in noi coesiste la dicotomia di un cervello simultaneamente elevato e primordiale che in qualche modo riesce ad essere complementare a sé stesso.

I nostri problemi sociali, lavorativi, quotidiani, avrete capito, vengono gestiti dal lobo frontale. Quel ronzío di cui parlavamo giace proprio lí e, per acquietarlo, bisogna usare un brain hack.

Guardando un Horror, il nostro cervello da primate innesca i processi di base di risposta a una minaccia. Tra questi processi ne esistono vari che mettono in standby i processi del lobo frontale, poiché, in caso di pericolo, le sue funzioni passano in secondo piano. Questo avviene al fine di garantire una massima concentrazione sui sensi per consentire all’individuo di poter fuggire o difendersi. Il focus cerebrale passa, quindi, alle parti sensoriali e motorie del diencefalo e del cervelletto, lasciando “spento” il lobo frontale.

Perché ci piacciono gli horror
The Others (2001)

Brain Hack Horror versus Commedia

La bellezza di questo brain hack è che, una volta spento il film, il pericolo viene rimosso ma il lobo frontale non riparte immediatamente in quinta. Se non vi siete fatti condizionare dal film horror, è il momento migliore per andare a dormire! Non vi rigirerete nel sonno a causa di un subconscio invadente.

E perché non funziona con le commedie? Banalmente, nel caso di lobi frontali particolarmente attivi, un film “leggero” non è sufficientemente ingaggiante o complesso per richiedere tutta la nostra attenzione. Siamo creature ampiamente capaci di multitasking e multithinking, per quanto nel retroscena, se abbiamo preoccupazioni il nostro cervello continuerá ad elaborarle.

Perché ci piacciono gli horror
The Conjuring 2 (2016)

La ricerca di stimoli

Ci sono persone che si danno al bungee jumping, al paracadutismo, o qualsiasi sport estremo alla ricerca di sensazioni forti di tipo principalmente fisico. Altre, invece, preferiscono la ricerca di sensazioni estreme di tipo psicologico. Puó essere il piacere di andare a passare la notte nella Winchester Mansion, visitare le catacombe di Parigi oppure, semplicemente, il piacere di guardare un bel film horror da soli, al buio, di notte.

Questa voglia di auto-suggestione è, banalmente, uno dei svariati modi in cui utilizzare le secrezioni naturali di sostanze del nostro stesso cervello e godersi gli effetti.

Adrenalina, Dopamina e Endorfina, il mix perfetto ottenuto dai thrill seekers, e i film horror ci regalano tutte e tre. Purtroppo, per alcuni, la reazione dell’amigdala puó essere eccessiva e, quindi, è per questo che non amano la sensazione.

E, infine, regressione infantile

Ci sono due tipi di regressione per quel che riguarda il piacere di guardare i film horror, entrambi sono connessi al ritrovamento di sensazioni che si avevano solo in infanzia, oramai svanite nell’etá adulta.

Perché ci piacciono gli horror
Il Sesto Senso (1999)

Sembrerá strano pensare che qualcuno voglia cercare attivamente una sensazione negativa del proprio passato, eppure secondo Freud è proprio cosí. Sia Freud che Melanie Klein hanno studiato a lungo il fenomeno e hanno notato la tendenza di ogni adulto a voler cercare un qualche tipo di regressione, anche se non è direttamente correlata ad eventi ricchi in serotonina. Come una sorta di Madeleine Proustiana, i film horror possono piacere perché ci ricordano i tempi in cui il mondo era per noi un vasto ignoto.

La paura del buio, di ció che non si conosce o che non si comprende, il timore del non sapere e, conseguentemente, del non avere controllo su una situazione, sono tutte paure fortemente radicate nell’infanzia di chiunque (non è un caso che i film horror siano tutti tendenzialmente bui).

La curiositá

Perché ci piacciono gli horror
The Shining (1980)

Ma non quella curiositá che ci porta a Googlare “perchè ai gatti piacciono le scatole di cartone”, quella curiositá infantile con la quale chi chiedevamo “cosa succederebbe se facessi questo?”, portandoci inevitabilmente in situazioni pericolosissime agli occhi dei nostri genitori. In etá più adulta andiamo alla ricerca di questo stesso tipo di curiositá, chiedendoci “e se esistessero i fantasmi” “e se domani arrivasse il primo paziente zero col virus zombie?” “e se il mio vicino fosse un serial killer?”. Questo tipo di domande sono simili a quelle infantili perchè sono domande alle quali non abbiamo davvero una risposta. Esattamente come il nostro lobo frontale, per i primi anni di vita, non aveva abbastanza informazioni per usare il suo superpotere di predizione probabilistica degli eventi, le nostre conoscenze logiche adulte non hanno risposte verso paure illogiche. L’unico modo che avevamo da bambini per verificare le nostre ipotesi era tramite la sperimentazione diretta. L’idea di sperimentare direttamente una delle nostre fobie radicate nell’occulto, esoterismo o nella fantascienza ha un che di terrificante, perché è terrificante prendere in considerazione la loro esistenza stessa.

Perché ci piacciono gli horror
El Orfanato (2007)

Belli i discorsi esistenziali e quelli biochimici ma non può essere tutto qua.

No, in effetti, manca la parte più prevalente: l’intrattenimento. Mettendo da parte quei film basati sul semplice fattore shock, i film horror che davvero ci piacciono hanno delle trame avvincenti, contorte, interessanti. Purtroppo, troppo spesso, abbiamo ridotto il genere horror al mero obiettivo di spaventare, in modo fine a sé stesso. Col tempo abbiamo peró potuto apprezzare innumerevoli capolavori ricchi di trama, colpi di scena, personaggi notevoli e storie segnanti.

Insomma, i film horror ci piacciono soprattutto perchè sanno intrattenerci, nel bene o nel male.

E voi? Vi siete riconosciuti in qualcuna di queste parti? Fateci sapere se avete altre ragioni per le quali vi piacciono i film Horror!

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Caroline Ribi Zappi

È qua perchè ha sbagliato coordinate dimensionali. Nella vita reale è una persona seria, qui dà libero sfogo al suo nerdismo represso. Sogna invano di diventare il prossimo Piero Angela.

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