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Pirati dei Caraibi: La vendetta di Salazar, un tesoro già scovato

La saga di Pirati dei Caraibi è ormai diventata uno dei franchise più redditizi di Hollywood e, nello specifico, della Disney. La formula vincente composta da pirati, avventure incredibili, magia e miti del mare, unita all’interpretazione fatta da Johnny Depp del grande capitano Jack Sparrow, e a quelle degli altri grandi attori che si sono susseguiti, ha posto le fondamenta per costruire una nave colma di tesori.
La saga sembrava giungere alla sua naturale conclusione dopo la prima trilogia, ma il successo le ha permesso di andare avanti, creando anche un quarto capitolo uscito nell’ormai lontano 2011. Il quarto episodio viene però ricordato per essere stata una delusione un po’ per tutti, ricevendo parecchie critiche su tutti i fronti. Effettivamente sembrava quasi una storia “filler”, realizzata più per cavalcare l’onda del successo che per altro.

Il 24 maggio arriva nelle sale il quinto capitolo della saga, intitolato Pirati dei Caraibi: la vendetta di Salazar. Con questo nuovo episodio si è voluti tornare alle origini, alla grande trilogia diretta da Gore Verbinski. Ritroviamo, infatti, sin dalla prima scena, Orlando Bloom nei panni di Will Turner, ancora sotto l’effetto della maledizione. La palla però stavolta passa a una nuova generazione, ovvero a Henry Turner, figlio di Will ed Elizabeth, ormai sulla ventina d’anni e mosso dal desiderio di liberare il padre dal maleficio che lo vede costretto a restare a bordo dell’Olandese Volante. Henry sa che l’unico modo per sciogliere la maledizione è quella di entrare in possesso del leggendario Tridente di Poseidone, artefatto che nessuno è mai riuscito a trovare, e di cui si dice sia in grado di controllare i mari. Ovviamente, per riuscire in un’impresa folle come questa, può solo affidarsi a un pirata altrettanto folle, ossia il nostro Jack Sparrow, che ritroviamo in mezzo ai guai come sempre. A completare il nuovo trio di protagonisti manca una presenza femminile, ruolo in precedenza affidato a Keira Knightley, nei panni di Elizabeth Swan. Questa volta tocca alla giovane e bella Kaya Scodelario interpretare Carina Smyth, fanciulla amante degli studi scientifici e per questo ostracizzata da un mondo, all’epoca, troppo maschilista per apprezzarne le doti. Non poteva mancare poi il caro Barbossa (Geoffrey Rush), personaggio presente in tutte le pellicole della saga. Gli antagonisti, questa volta, prendono le fattezze di una ciurma di pirati fantasma capitanati da Armando Salazar (Javier Bardem), ufficiale spagnolo intrappolato in questa forma da una maledizione, proprio a causa del nostro Jack, e che, ovviamente, non vede l’ora di vendicarsi di quest’ultimo.

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La storia nella prima mezz’ora ci ha incuriosito e ha risvegliato in noi un sentimento di nostalgia relativo ai primi film. Purtroppo, pian piano la sensazione è andata scemando, perdendosi in un bicchiere d’acqua salata. Intendiamoci, La vendetta di Salazar non è un brutto film, ma prende troppo dal passato tentando quasi di fare un reboot de La Maledizione della Prima Luna. Il problema principale, dunque, è che tutto sa troppo di già visto. Durante le due ore di durata del film sentirete questa sensazione di déjà vu quasi costante e spesso intuirete le azioni dei personaggi prima che si verifichino. Per usare una metafora assurda, prendete come esempio vostra madre che fa le lasagne per Natale; ne fa sempre in abbondanza, tanto da doverle mangiare anche nei giorni successivi pur di finirle. Il primo giorno sono ottime, ma al terzo giorno, nonostante siano sempre buone, inizierete a essere stufi di mangiare sempre e solo lasagne. La sensazione dominante, almeno per noi, è stata questa.
Soltanto un paio di colpi di scena si sono rivelati interessanti.

I due nuovi comprimari, Henry e Carina, risultano piuttosto piatti, nonostante avessero dell’ottimo potenziale in partenza, restando nell’ombra dei protagonisti storici della saga. Jack Sparrow resta sempre Jack Sparrow, farà divertire il pubblico come sempre, ma dopo cinque film non sembra che il personaggio portato in vita da Johnny Depp abbia ancora molto di nuovo da raccontare. Si riconferma un grande personaggio invece Barbossa, che in questo film dà il meglio di sé.
A livello narrativo si poteva fare di più. La storia è interessante, ma, avanzando verso la parte finale, si perde molto di quell’epicità promessa dall’incipit. Le scene d’azione risultano infatti sempre ben fatte, con effetti speciali d’alto livello, specie nel raffigurare la ciurma non morta. Non essendo, però, supportate da una narrazione all’altezza, gran parte del loro impatto emotivo viene perso. Anche Salazar, il villain del film, non brilla come caratterizzazione, avendo un ruolo più da “cattivo macchietta”, senza un grande carisma a sostenere i suoi intenti di vendetta.

La vendetta di Salazar è un film che fa il suo dovere, diverte e mostra quello che la gente vuole vedere da Jack Sparrow e dai suoi comprimari, ma preferisce navigare in acque sicure piuttosto che lanciarsi in mari tempestosi, restando un buon film, ma senza quel qualcosa in più che poteva farlo approdare dove era arrivata la prima trilogia. Ai fan più incalliti della saga probabilmente piacerà, se invece vi aspettate qualcosa in più rispetto a quanto visto nei precedenti capitoli, resterete un po’ insoddisfatti.

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Silvio Mazzitelli

Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).

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