Intrattenimento

Quando Roddenberry inventò Star Trek e ad Asimov non piacque

Sapete che giorno è oggi? E' l'OTTO SETTEMBRE! Sapete cosa succede oggi? Bè, neanche noi. Che discorsi, mica vediamo nel futuro. Va bene che siamo Orgoglio Nerd, ma anche noi abbiamo dei limiti. Pochi, e siamo d'accordo. Ma ne abbiamo. 
Però sappiamo cos'è successo l'8 settembre di quarantasei anni fa: l'8 settembre del 1966 andava in onda un certo primo episodio di una certa prima stagione di una certa prima serie (anzi, serie originale!) di un certo telefilm di fantascienza. Magari ne avete anche sentito parlare, si intitola Passeggiata Stellare. Anche se fortunatamente in Italia è stato commercializzato lasciando il nome in lingua originale, Star Trek. A noi suona un pochino meglio, in effetti, voi che dite?
Volendo, potremmo festeggiare questa ricorrenza storica con lunghe dissertazioni sull'importanza culturale che Star Trek ha avuto sulla civiltà americana e occidentale in generale, o sul ruolo che Star Trek ha assunto nel trasformare la fantascienza da sotto-genere di pochissimo preferibile alla pornografia a qualcosa di piacevole e rispettabile per le masse, o su quanto dovremmo essere tutti grati a Star Trek per aver ispirato scienziati, ingegneri ed astronauti ad intraprendere le loro carriere, cosa di cui oggi probabilmente stiamo beneficiando tutti. Potremmo, ma preferiamo, come nostro solito, proporvi qualcosa di un pochino più ricercato. Che gusto c'è nell'essere Nerd se poi finiamo ad essere banali? 
Quello di cui vi raccontiamo oggi è di uno spettacolare scambio di missive fra Gene Roddenberry, il leggendario creatore di Star Trek, e nientemeno che Isaac Asimov, l'altrettanto leggendario scrittore di fantascienza, scrittore di gialli, dottore in biochimica, storico, esegeta biblico…e ci fermiamo, altrimenti occuperemmo tutto l'articolo ad elencare le sue qualifiche.
La premessa, tanto affascinante quanto il carteggio stesso, è che ad Asimov Star Trek non era affatto piaciuto. Nel novembre del '66, poco dopo la messa in onda della serie, Asimov scrisse un articolo per TV Guide (che, ci arriverete, è una guida televisiva statunitense) in cui, con il suo mitico piglio deliziosamente ironico, faceva le pulci alle serie televisive di fantascienza che iniziavano a riempire i palinsesti, criticandole senza pietà per la dose di fesserie scientifiche che vi si poteva trovare. “Badate bene”, diceva Asimov, “non sono un puritano. Non mi dà alcun fastidio piegare un pochino le sacre leggi della scienza per aiutare la trama o per aggiungere suspence o per aiutare l'eroe a conquistare la ragazza all'ultimo minuto. L'ho fatto anch'io. Sono le assurdità scientifiche, che possono emergere solo dall'ignoranza a 18-carati e che non hanno nulla a che fare con le esigenze di trama che mi fanno venire i brividi come un'unghia che stride su una lavagna”. E a seguire, una serie di castronerie scientifiche rintracciate in tutti gli spettacoli del momento, da Lost in Space a, appunto, Star Trek, a cui comunque Asimov riconosceva di possedere “il migliore comparto tecnico dell'attuale raccolto”.
Insomma, Asimov non aveva alcuna simpatia per lo show. Eppure Asimov compare come consulente in diversi episodi della serie classica nonché in The Motion Picture…e allora, cos'è cambiato? Semplice! Gene Roddenberry, letto l'articolo di Asimov, ha scritto una lunga, cordiale, amichevole ma precisissima lettera in cui spiegava al gigante il perchè e il percome il suo articolo conteneva inesattezze, in cui contestava ad Asimov la sua scarsa conoscenza del mondo della televisione, e lo invitava nientemeno che ad informarsi prima di aprir bocca, proseguendo poi a descrivere nel dettaglio tutta la procedura di vaglio che le sceneggiatore degli episodi di Star Trek attraversavano prima di essere approvati, una procedura che, orgogliosamente, Roddenberry sottolineava essere senza precedenti, e anzi, che “Star Trek ha rischiato di non essere mandato in onda proprio perchè si rifiutava di fare fantascienza infantile, perchè si rifiutava di mettere una mascotte per bambini sull'Enterprise e perchè insisteva a far scrivere le sceneggiature da Dick Matheson, Harlan Ellison, A.E. Van Vogt, Phil Farmer eccetera”.
Lungi dall'attirare una risposta piccata e incattivita di Asimov, che notoriamente aveva un'altissima opinione delle sue capacità ed era spesso piuttosto permaloso a riguardo, Roddenberry riuscì a convincere lo scrittore della bontà delle sue intenzioni, e così Asimov si decise ad offrirsi come consulente per la serie, cioè di mettere a disposizione la sua vasta conoscenza della narrativa, e della narrativa fantascientifica in particolare. Il risultato straordinario di Star Trek è quindi, e in maniera anche sorprendentemente diretta, merito di Asimov: in uno scambio epistolare strepitoso fra lui e Roddenberry (i due, nei mesi successivi, avevano poi finito per diventare grandi amici) Gene chiede ad Isaac di aiutarlo a risolvere il problema di come “tirar fuori” il personaggio di Kirk, che nei primi tempi veniva piuttosto oscurato da personaggi come Spock e McCoy che, non essendo la locomotiva dello spettacolo potevano permettersi di essere più bizzarri, e quindi più amabili, ed Isaac se ne esce con l'idea di rendere molto più stretto il legame fra Kirk e Spock, di farne una squadra che non può fare a meno di alcuna delle sue parti, insomma di creare quel rapporto fra l'emotivamente umano e il razionalmente vulcaniano che è diventata non meno che la colonna portante della Serie Classica per come la storia la ricorda (addirittura in questo scambio c'è spazio per una frase che, letta oggi, suona più fantascientifica della serie stessa: “il problema, quindi, è convincere il mondo, e il signor Shatner, che il signor Shatner è il protagonista”).
Abbiamo un'adorazione prossima al religioso sia per Star Trek che per Isaac Asimov, e siamo ben lieti di raccontare questo retroscena poco conosciuto. Naturalmente, detto questo, diventa obbligatorio per tutti festeggiare l'anniversario con una visione (si spera non la prima!) di “The Man Trap”, il primo episodio trasmesso proprio oggi, quasi cinquant'anni fa!

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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