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Saint Seiya Legend of Sanctuary: il cosmo brucia

Scottati dall'esperienza con Capitan Harlock, abbiamo cominciato a vedere il film dei Cavalieri con un misto di apprensione e interesse.
Un altro classico della nostra infanzia rimaneggiato e portato al presente attraverso tecnologie avanzate e luci accattivanti. “Sarà un flop?” con questa domanda ci addentriamo tra le scene di questo lungometraggio. 
Le prime scene, come promesso anche dal trailer, ci dicono di aspettarci il meglio delle scene kitsch (in senso positivo), la CG infastidisce leggermente, ma non troppo – quegli occhi sono troppo grandi tanto da essere inquietanti a tratti-, e veniamo colpiti da una pioggia di flashback.
Quindi cominciano le esplosioni.
La prima entrata in scena dei Cavalieri è assolutamente d'effetto. 
Seya è forse un po' troppo macchietta, Hyoga è snob quanto ce lo ricordavamo, Shiryu è sempre Shiryu serio e compassato, Shun è gioioso e un po' meno timido rispetto al passato..
E come sempre Ikki ruba la scena.
Le armature non sono statiche, si modificano leggermente durante i combattimenti, e hanno gli inserti luminosi, quasi come le suit dei piloti di robottoni, così da rendere tutto più appariscente. Non per nulla Sato, il regista, è un mecha designer.
La storia è più o meno quella che conosciamo, Athena arrivata sulla terra e tenuta al sicuro fino al compimento dei 16 anni, i cavalieri di bronzo addestrati sin da piccoli per proteggerla, il tutto che porta ai combattimenti nelle 12 case dei saint d'oro.
Mu e Aldebaran tengono fede alle aspettative, anche se il cavaliere dell'Ariete indossa inspiegabilmente gli occhiali, particolare aggiunto non necessario, ma non ci fossilizziamo su queste cose. 
Il problema arriva con Cancer… Cancer, che passa metà del tempo a cantare e a fare il pagliaccio! Dove sono la disperazione delle anime intrappolate, l'atmosfera cupa che tanto ci aveva impressionati da piccoli? Ad un certo punto Shiryu gli chiederà “Hai perso la dignità di un cavaliere?” e noi vorremmo urlare di Sì a gran voce.
Leo e Aquarius fortunatamente riequilibrano i livelli di decenza che erano crollati.
Mutnqh
Scorpio diventa una donna per motivi a noi ignoti e Shaka rimane sempre un livello sopra tutti (ma qui forse ci facciamo prendere dalle preferenze personali). Aphrodite non viene praticamente preso in considerazione, e anche se nessuno l'aveva mai particolarmente amato è comunque un po' un peccato perché si potevano sfruttare spunti interessanti per valorizzarlo e dargli nuova linfa.
L'ambientazione esterna è un po' differente dalla Grecia che eravamo abituati a vedere, è un po' più moderno, fantasy. L'interno delle case invece è molto simile. Ogni tanto sembra di essere nel bel mezzo di un videogioco, ma è una sensazione che non infastidisce.
Naturalmente le mosse vengono chiamate a gran voce, le animazioni degli stessi sono di dubbio gusto ma personalmente non ci sono dispiaciute.
Gli scontri sono piacevoli ma non epici, d'altronde comprimere 12 case in un solo film non era lavoro da poco. Infatti ad un certo punto le scene cominciano a velocizzarsi, andando forse un po' troppo di corsa, per poter arrivare alla fine.
Il film che era cominciato con presupposti se non buoni almeno interessanti, si perde decisamente nel finale caotico, affrettato e un po' arrabattato.  Si raggiungono livelli di kitsch che, a differenza dell'inizio, pendono verso l'accezione più negativa del termine, e l'impressione di essere in un videogioco viene confermata a pieno. Hanno voluto strafare e, come spesso accade, hanno esagerato.
Non diciamo che nel complesso sia una totale delusione ma non è neanche da considerarsi una vittoria; la prima metà del film passa i test, la seconda proprio no. Manca di pathos e perde tutta la carica che aveva, lasciando insoddisfatti. Un esperimento tenuto in piedi dalla nostalgia (aumentata ancora dal doppiaggio italiano storico, ovviamente, ben fatto) che poteva esplodere ma si accontenta di far sorridere, ricordare. 
Un cosmo che prima ha bruciato intenso e poi si è piano piano affievolito. La cosa che ci è piaciuta è che sarà proiettato al cinema, che una pellicola come questa sia finalmente presa in considerazione anche nel nostro paese. Non perdetevi la scena dopo i titoli di coda.
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