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Samurai Jack: dove eravamo rimasti?

Dicono che uno dei primi sintomi della vecchiaia sia ricordare con nostalgia i bei vecchi tempi andati,con tutto ciò che comportano. Forse, dunque, nonostante le nostre età anagrafiche, il fatto di attendere con tanta ansia e tanta aspettativa il ritorno di un cartone animato di oltre dieci anni fa potrebbe essere segno di una senilità precoce. Ma, dato che quel determinato cartone animato è stato uno dei prodotti migliori partoriti dalla Cartoon Network “old school”, tutto sommato ci sta bene. Stiamo parlando di Samurai Jack.
Essendo passata la bellezza di dodici anni dal termine della messa in onda, ed essendo sicuri che una discreta parte dei lettori non abbia idea di cosa stiamo dicendo, abbiamo ritenuto opportuno fare un piccolo recap, visto l’arrivo della quinta stagione. Quindi, basta con le chiacchiere: cominciamo.

Samurai Jack è un cartone animato andato in onda su Cartoon Network dall’agosto del 2001 fino al settembre del 2004, dalla durata di 54 episodi divisi in quattro stagioni, e ideato da Genndy Tartakowsy. Nulla di strano se lo avete già sentito nominare: ha, difatti, lavorato a parecchie famose opere targate CN, come Le Superchicche, Mucca e Pollo, Billy e Mandy. In tempi più recenti ha lavorato ad entrambi i capitoli di Hotel Transylvania e a Steven Universe.
Samurai Jack è stato, comunque, uno dei suoi lavori più importanti, e certamente uno di quelli ai quali è maggiormente legato. Ha vinto svariati premi e ricevuto un numero ragguardevole di nomination. Insomma, decisamente apprezzato sia dal pubblico – noi ventenni e più, nostalgici che lo ricordiamo con grande affetto – che dalla critica.

Okay, ci direte in caso non lo abbiate mai visto, ma di che cosa parla? Molto semplice.
Jack vive in Giappone durante il periodo feudale, ed è un samurai, appunto, figlio dell’imperatore. Sotto la minaccia del perfido demone Aku, Jack si reca ad affrontarlo, ma durante lo scontro quest’ultimo lo spedisce, letteralmente, nel futuro. Un futuro distopico nel quale Aku è l’unico sovrano indiscusso, alla testa di una folta schiera di scagnozzi che per lui farebbero qualunque cosa. Jack inizia dunque il proprio peregrinare, alla ricerca di Aku per sconfiggerlo e,soprattutto, per tornare a casa.

Lo stile di Samurai Jack era decisamente particolare, sia dal punto di vista della narrazione, sia per quanto riguarda i disegni. Questi ultimi si caratterizzavano per uno stile molto squadrato e quasi del tutto privo di contorni marcati, a ricordare i disegni orientali antichi.
Nel pieno stile di Cartoon Network, non si trattava certo di un’opera drammatica. Anzi, i momenti comici – a volte deliberatamente demenziali, a prendere in giro in particolar modo il supercattivo, dipinto sostanzialmente come uno zotico, imbruttito e volgare – non mancavano. Ma c’era dell’altro. Samurai Jack si basava anche sulla pura azione. Non era raro vedere puntate quasi totalmente prive di dialoghi, incentrate quasi solo sui combattimenti.
Jack si trovava a vagare in questo mondo futuristico composto dagli scenari più svariati: dalle città fantascientifiche ai luoghi di ispirazione medievale o romana, pronto a combattere contro gli scagnozzi di turno o contro lo stesso Aku. Chiaramente, ogni volta sembrava che il samurai fosse vicino al proprio obiettivo, ma puntualmente qualcosa andava storto e gli impediva, se non di vincere, almeno di poter tornare nel passato, al proprio tempo e dalla propria famiglia. C’era qualcosa di frustrante e malsano nelle sconfitte di Jack, nel vero senso del termine.

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E qui, arriviamo ad oggi. La serie si interruppe con l’episodio 54; non fu una vera conclusione, anzi, non aveva assolutamente nulla di diverso dagli altri finali di puntata. Ciò è dovuto al fatto che la serie venne chiusa in fretta e furia, senza dare il tempo a Tartakovsky e al suo staff di approntare un buon finale. Nel corso degli anni ci sono poi state delle piccole avvisaglie per quanto riguarda la ripresa del progetto,tutte cadute nel vuoto. Ma adesso, finalmente, ci siamo.
La quinta ed ultima stagione di Samurai Jack sta venendo trasmessa su Adult Swim, e vi ritroveremo il compimento di tutto ciò che vi ho appena esposto. Nel corso di un’intervista per EW.com, Tartakovsky si è espresso senza usare troppi giri di parole: i fan di Samurai Jack non sono più bambini. Sono passati dodici anni. Sono adulti, e come tali verranno trattati. Troveremo un Jack invecchiato, ormai del tutto privo di qualsivoglia speranza nel futuro, reso ormai quasi folle dal lungo peregrinare senza successo. 
Sarà una serie decisamente più cupa e violenta rispetto a quella che ricordiamo. E va bene così.

Tartakovsky ha ammesso più volte di aver avuto il terrore di non riuscire a dare un finale degno ad un’opera per lui così significativa. Ma riguardo la quinta stagione di Samurai Jack, ormai ultimata e già con due episodi in pasto ai fan, si è espresso in questo modo:
“Sarà un epilogo definitivo. E sarà grandioso”.

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